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Romaeuropa
 

La Festa di Roma 2020

Azioni urbane, installazioni interattive, opere in grado di attraversare il cuore di Roma raccontando il presente: la Fondazione Romaeuropa partecipa alla Festa di Roma 2020 - 1° Gennaio con proposte artistiche internazionali nel segno della contemporaneità, della commistione di generi ma anche dell’apertura e del coinvolgimento del pubblico, affrontando il tema della biodiversità e della vitalità della natura, leitmotiv di questa edizione.

 

 


 

Con Parata Tiberina degli Inizi Andreco, artista visivo e performativo impegnato in una ricerca sul rapporto tra spazio urbano e paesaggio naturale, attraversa il cuore della città per rendere omaggio alla natura attraverso un rituale dedicato all’acqua e in particolare al fiume Tevere, alle sue condizioni passate, presenti e future. Bandiere e costumi, ispirati a questo elemento e ai processi naturali e vitali ad esso legati, colorano una marcia che dall’Isola Tiberina conduce al Basamento Aventino, composta da cittadini (coinvolti attraverso una call) e performer e accompagnata dal canto di un coro (grazie alla collaborazione con il Teatro dell’Opera) e il suono di otto archi (grazie alla collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia).

 


 

L’acqua è ancora protagonista in Noustube del tedesco Jörg Müller. «Questo elemento è la guida per questo lavoro. Mi permette di giocare con me stesso; con il mio corpo che pesa pochissimo e niente o anche meno di niente» dichiara l’artista da sempre impegnato nell’ambito del nuovo circo. Sua l’idea di invitare i performer ad immergersi in enormi cilindri pieni d’acqua, teatro di acrobazie ed evoluzioni, spazio espositivo di corpi fluttuanti e leggeri.

 


 

Con un altro elemento naturale, questa volta il ghiaccio, lavora l’artista brasiliana Néle Azevedo. Il suo progetto Minimum Monument è stato presentato in tutto il mondo come lettura critica dell’idea di monumento nelle città contemporanee. Centinaia di piccole sculture in ghiaccio, rappresentati uomini e donne di 20cm, sono posizionate sulla scalinata del Giardino degli Aranci. Sono sculture temporanee che lentamente si sciolgono per raffigurare la scomparsa dell’individualità e la perdita di personalità all’interno della massa.

 

 


 

È un’installazione, questa volta ludica ed interattiva, anche Bloom Games dei designer Alisa & José Sanchez: un gioco di costruzioni gigantesco, posizionato tra via Santa Maria in Cosmedin e Lungotevere Aventino, a cui il pubblico è invitato a partecipare. 2.800 pezzi di plastica riciclata, come costruzioni, permettono di creare un lavoro collettivo, evolutivo e partecipativo. L’infinito numero di possibilità del gioco rende ogni installazione finale un pezzo unico ed irripetibile. Il materiale plastico, flessibile e resistente, infatti, consente la creazione di tondi, di tunnel e altre forme di ispirazione vegetale e floreale.

 

 


 

Acrobazia e arti visive convivono, infine in Floe, opera nata dall’incontro tra il circense Jean-Baptiste Andrè e l’artista visivo Vincent Lamouroux. Giganteschi Iceberg bianchi, dalle forme irregolari, affiancati e sovrapposti l’uno all’altro, diventano spazio per evoluzioni acrobatiche. La superfice liscissima della scultura si pone in perfetta sintonia con la virtuosità del corpo, intrappolato tra due montagne, sospeso tra pareti ripide e scivolose, coinvolto nell’esplorazione di un paesaggio sconosciuto e mutevole all’interno del quale prende vita una drammaturgia poetica che racconta di scalate fisiche e metaforiche, del nostro rapporto con l’ambiente, di momenti di felicità e di paura, di cadute, di attese e di nuove conquiste.

 


 

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