Nuvolario – Music for 18 musicians

Programma di sala
Coproduzione REF

Steve Reich
Sentieri selvaggi
OHT – Office for a Human Theatre
Filippo Andreatta
Nuvolario – Music for 18 musicians

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nuvolario è un progetto che guarda all’insù, un’osservazione della potenza trasformativa delle nuvole nel più illusorio dei meccanismi; vedere quello che non c’è.

Relegate al dominio della vaghezza per la loro tendenza a nascondere i riferimenti celestiali, le nuvole sono state a lungo percepite come nemiche del pensiero chiaro e lucido, la nemesi di filosofi e scienziate. Tuttavia hanno sempre decifrato la realtà svelando l’ingannevole trasparenza dell’aria e segnalando altri fenomeni atmosferici; un aspetto che, unito alla loro natura mutevole, le ha rese l’ossessione di pittori, fotografi, meteorologi e militari.

OHT esplora la vertigine sfuggente dei paesaggi celesti e il loro precipitato nel nostro presente. Visibili solo da lontano, le nuvole sono il raro momento in cui l’atmosfera si materializza, una tassonomia delle forme del cielo che attraversa il palcoscenico e i suoi artifici celestiali.

Evanescente come una nuvola, il progetto cambia continuamente forma pur rimanendo invariato nel suo nome: nuvolario.


Cirri, nuvole, respiri, fiati e nubi si susseguono creando una tassonomia delle forme del cielo che attraversa il palcoscenico e i suoi artifici celestiali.
nuvolario è una ricerca sul potere effimero e trasformativo del teatro che ci invita a guardare all’insù, un omaggio alla potenza visiva delle nuvole nella più semplice delle azioni teatrali; vedere quello che non c’è. Un teatro d’aria.

Trasfigurando il paesaggio esteriore in quello interiore, OHT esplora le nuvole come stratagemma per riportare il teatro alla sua originaria evanescenza trasformando
i respiri di Music for 18 musicians, capolavoro di Steve Reich, in nuvole.

 


Note di regia

“Music for 18 Musicians” [Mf18M] inizia con una serie di pulsazioni che si moltiplicano rapidamente diventando un vortice sonoro mozzafiato. Una volta innescato, “Mf18M” utilizza l’aria e la respirazione per modularsi e riverberare. Il respiro delle voci femminili diventa la misura delle pulsazioni del brano, creando un’incredibile vertigine sonora, una poliritmia di respiri, un continuo movimento d’aria all’interno di battiti ripetitivi. L’aria, declinata nelle sue diverse mutazioni (dalle nuvole ai respiri), è un agente trasformativo che in nuvolario si manifesta in tutta la sua invisibilità e visibilità; nell’apparire e scomparire di una nuvola così come nel momento di sospensione fra inspirazione ed espirazione.

La nuova opera di OHT è una performance fatta di variazioni, sovrapposizioni e leggeri sfasamenti. Priva di rotture e di giunture, porta in teatro la dinamica ritmica di Steve Reich. Storicamente sprofondato nel suo stesso peso, nella fisica e nella metafisica dei suoi corpi che dimenticano l’aria, il teatro non ha avuto un destino leggero. Non è andata meglio all’orchestra, letteralmente sepolta in una fossa o gettata in un abisso; “mystischer Abgrund” nelle parole di Richard Wagner. Eppure, in teatro, il battito cardiaco del pubblico si disciplina su un ritmo comune, mentre il respiro degli spettatori rimane leggermente sfasato; proprio come in “Mf18M”, a teatro il respiro dà la misura del nostro battito cardiaco. L’opera “Music for 18 Musicians” è eseguita dall’ensemble Sentieri selvaggi, punto di riferimento per l’esecuzione della musica minimalista in Italia.

 


Note di Steve Reich su “Music for 18 Musicians”

«I primi schizzi di “Music for 18 Musicians” sono stati realizzati nel maggio 1974 e l’opera è stata completata nel marzo 1976. Sebbene la sua pulsazione costante e l’energia ritmica si rifacciano a molti lavori precedenti, la strumentazione, l’armonia e la struttura sono nuove.

Per quanto riguarda la strumentazione, “Music for 18 Musicians” è nuova per il numero e la distribuzione degli strumenti: violino, violoncello, due clarinetti che
(o clarinettoi bassi), quattro voci femminili, quattro pianoforti, tre marimbe, due xilofoni e vibrafono.

Nei primi cinque minuti di “Music for 18 Musicians” c’è più movimento armonico che in qualsiasi altro mio lavoro precedente al 1976, aprendo la porta a ulteriori sviluppi armonici negli oltre 45 anni successivi.

Dal punto di vista ritmico, in “Music for 18 Musicians” si verificano contemporaneamente due diversi tipi di tempo. Il primo è quello di una pulsazione ritmica regolare nei pianoforti e negli strumenti a pedale che continua per tutto il brano. Il secondo è il ritmo del respiro umano nelle voci e negli strumenti a fiato. L’intera sezione di apertura e quella di chiusura, più parte di tutte le sezioni intermedie, contengono pulsazioni delle voci e dei fiati. Essi prendono un respiro pieno e cantano o suonano impulsi di note. Il respiro è la misura della durata della loro pulsazione. Questa combinazione di un respiro dopo l’altro, che si solleva gradualmente come onde contro il ritmo costante dei pianoforti e degli strumenti a fiato, è per me di grande interesse, e gli ho dedicato utleriori studi nei brani successivi».

Crediti

di
Office for a Human Theatre

musica di
Steve Reich / “Music for 18 Musicians”

eseguita da
ensemble Sentieri selvaggi

regia, scena e scrittura
Filippo Andreatta

collaborazione drammaturgica
Veronica Franchi

video CGI
Francesco D’Abbraccio (Lorem)

assistente alla regia
Sara Thaiz Bozano

direttore di scena
Cosimo Ferrigolo

tecnico del suono
Marco Sorasio Bruzzone

luci
Filippo Andreatta, Bianca Peruzzi

sviluppo e comunicazione
Anna Benazzoli

fotografie
Giacomo Bianco

produzione
Chiara Boitani

amministrazione
Lucrezia Stenico

sviluppo internazionale
Job Rietvelt

animale guida
yún

Sentieri selvaggi

Voci
Elisa Bonazzi, Sara Jane Ghiotti,
Gaia Mattiuzzi, Giulia Zaniboni

Violino
Piercarlo Sacco

Violoncello
Aya Shimura

Clarinetto e clarinetto basso
Mirco Ghirardini, Giovanni Pignedoli

Percussioni
Leonardo Bertolino, Carlo Boccadoro,
Nicola D’Auria, Andrea Dulbecco,
Ettore Marcolini, Edoardo Maviglia,
Matteo Savio

Pianoforti
Gabriele Carcano, Bruna Di Virgilio,
Valentina Messa, Andrea Rebaudengo, Leonardo Zunica

produzione
Office for a Human Theatre [OHT]

co-produzione
Fondazione I Teatri / Festival Aperto
Reggio Emilia, Romaeuropa festival,
Sagra Musicale Malatestiana

residenza artistica
Centrale Fies, teatro alla Cartiera Rovereto

con il contributo di
MiC, Provincia Autonoma di Trento,
Fondazione Caritro di Trento e Rovereto