Teatro Argentina
Programma di sala
Prima Nazionale
In corealizzazione con Fondazione Teatro di Roma
Ennio Morricone
Marcos Morau
Centro Coreografico Nazionale / Aterballetto
Notte Morricone
La trasfigurazione del presente.
Ci sono autori che trasformano i propri spettacoli in rappresentazioni immaginarie della vita. Immaginarie, dunque sfondando i limiti del presente e provando a proiettarsi in un tempo e luogo diversi. È quell’immaginario del quale abbiamo tutti bisogno, a partire dalle giovani generazioni, afflitte da uno sguardo verso il futuro offuscato ovunque sia diretto.
Come in “L’uomo nell’alto castello” (Philip Dick, 1962), proprio quando i fantasmi del passato prendono paradossalmente concretezza, sta un po’ all’uomo creare dimensioni alternative. È quanto fa Marcos Morau, con un ricorso ostinato alle visioni poetiche ed estetiche più semplici ed affascinanti. E così un uomo può essere pupazzo, o viceversa. Il muro della realtà si squarcia e passiamo attraverso un portale che ci conduce in un regno di possibilità e invenzioni. Il ricorso al testo, o anche alla grafica e al fumetto, produce inesauribilmente stratificazioni di immagini che ci travolgono. Sulle quali lui torna, e ritorna, spettacolo dopo spettacolo, in una inesauribile ricerca creatrice.
Ho molto amato Platel, e la sua visione che definirei “anti-distopica”: quei personaggi febbricitanti di inadeguatezza sociale si consolidano in una rappresentazione nella quale i sentimenti più umani, come la compassione, permettono la salvezza. Anche Marcos Morau è autore prima che coreografo, ma una possibile salvezza gli interessa meno di un oggi trasfigurato. E la sua poesia visiva è al culmine di una bellezza consapevolmente battagliera.
Probabilmente Marcuse direbbe che la sua immaginazione punta alla liberazione. A noi basta che ci abbia restituito un palcoscenico come luogo del possibile.
Per quanto riguarda la scelta di Morricone, vorrei tanto poter dire che sono andato da Morau per chiedergli di affrontare quest’altro fantastico “fabbricante di sogni”. Ma non è così: è lui che l’ha proposto, e che ci può raccontare il motivo. A me basta sottolineare la strategia che guida l’Aterballetto divenuto il Centro Coreografico Nazionale. Basata sulla centralità della musica, potenzialmente anche dal vivo, come motore di una danza sempre più presente sui nostri palcoscenici. Sull’importanza di spettacoli esigenti ma capaci di parlare a tutti. E sul piacere di rendere più significativo il nostro lavoro grazie al partenariato con realtà forti, complici nell’apertura alla danza dei loro palcoscenici. Per “Notte Morricone” li voglio citare tutti: Macerata Opera Festival, Fondazione Teatro di Roma, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Centro Servizi Culturali Santa Chiara Trento, Centro Teatrale Bresciano, compresi Ravenna Festival attraverso l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, alla quale è affidata la registrazione della partitura, adattata e trascritta dal maestro Maurizio Billi, e Romaeuropa festival che co-presenta con il Teatro di Roma il debutto indoor.
Gigi Cristoforetti Direttore Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto
Notte Morricone: una notte ordinaria nella vita di un creativo
di Marcos Morau
«Io, Ennio Morricone, sono morto». Scrisse il compositore prima di congedarsi. La sua musica, invece, non può farlo. È così che i creatori e gli artisti sempre ci lasciano, senza lasciarci, ed è in questo modo che la memoria si preoccupa di tenerli vivi, di tenerli al sicuro. “Notte Morricone” è il mio regalo, un devoto tributo alla bellezza che ha donato al mondo. Ennio Morricone potrebbe essere mio padre, o mio nonno, io sono un erede diretto della sua eredità, dei film che gli devono un debito incommensurabile (siano essi capolavori, buoni, mediocri o brutti). Fischiettare le sue melodie era già, prima di immergermi nella sua musica, un suono ricorrente nella mia vita. Sono figlio di genitori cresciuti con il suo “C’era una volta in America”, o “Il buono, il brutto, il cattivo”, sono cresciuto, tra molte altre cose, con le sue melodie che suonavano nel soggiorno di casa mia. Senza che lui lo sapesse, la sua musica non era solo la musica di quei film, ma era anche la colonna sonora della nostra infanzia. Ennio mise la sua creatività, la sua ispirazione, la sua eterodossia al servizio della “fabbrica dei sogni”, incorporando quei suoni nella nostra memoria, diventando un classico, incarnazione del compositore intellettuale, del musicista popolare e quasi di una rock star. È in quell’atto generoso di creare e condividere bellezza con noi che il mondo di Morricone che immagino inizia a prendere forma. Non si tratta solo di lavorare con la sua musica, tanto meno di spiegarla, poiché ha già detto tutto, si tratta di comporre una nuova melodia che scorra parallela alla presenza della sua musica nelle nostre vite. “Notte Morricone” si svolge nel crepuscolo di una notte ordinaria nella vita di un creativo che, solo e stordito davanti ai suoi fogli, prende appunti e visualizza melodie per film che non esistono ancora, riportando in vita storie nell’aria rarefatta della sua stanza. La notte sarà piena di visitatori, alcuni musicisti, che risponderanno alla sua chiamata creativa per registrare le sue idee fugaci in uno studio di registrazione improvvisato. Lì, tra i fogli e le note musicali, apparirà il ragazzo, quello che voleva fare il dottore, l’infaticabile giocatore di scacchi, quello che sapeva che non avrebbe mai suonato la tromba come Chet Baker, il destino gli aveva riservato un posto migliore, fatto apposta per lui, il posto che lo avrebbe reso un’icona per l’eternità. La notte continuerà ad avanzare, trasformando la sua casa in uno studio di registrazione, nella dualità della sua mente libera e della sua mente che crea musica per film che finirono per essere la musica di un secolo, trasformando la sua casa in un cinema, dove visitatori di ogni tipo verranno a guardare i suoi film e a trascorrere la notte con lui. Ogni notte sarà una nuova opportunità per dare vita al sogno di tutti loro, i musicisti, i bambini, gli amanti, o coloro che vanno al cinema da soli. La musica di Morricone ha fatto suonare le cose che non vengono dette, quelle che rimangono dentro, disassociare la sua musica dai film è un lavoro complesso e quasi suicida, ma so che oggi sarebbe molto felice di sapere che la sua musica potrebbe emanciparsi dal cinema e vivere stasera in un teatro.
La mia musica non ha bisogno di stampelle
di Maurizio Billi
Affrontare la musica del Maestro Ennio Morricone è sempre uno stimolo professionale inestimabile. Le nostre numerose conversazioni nel tempo e il privilegio di ascoltare i suoi personali consigli mi hanno consentito una crescita che solo a distanza di anni definisce ancora meglio la grandezza umana e artistica del Maestro. Proprio in una di queste conversazioni, in occasione di un imminente concerto mi disse: «la mia musica non ha bisogno di stampelle» … significando il valore assoluto della sua musica che, anche se funzionale alle immagini, possiede una vita autonoma, densa di significati. Attraverso le emozioni che la sua musica è in grado di sprigionare, ecco che l’ambizioso progetto “Notte Morricone” parte, al contrario, dalla musica per creare “immagini coreografiche” costruite da Marcos Morau, attivando un potenziale di straordinaria bellezza evocativa. L’eccellente contributo di Rosita Piritore nella redazione del materiale musicale ha tenuto debitamente conto delle idee del Maestro nel massimo rispetto della sua musica.
Marcos Morau
Recentemente nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dal Ministero della Cultura francese e selezionato come miglior coreografo dell’anno scorso dalla rivista tedesca TANZ, la carriera di Marcos Morau (Valencia 1982) continua a crescere come creatore e regista di scena.
Formatosi tra Barcellona e New York, in fotografia, coreografia, teoria teatrale e drammaturgia, Marcos Morau costruisce mondi immaginari e paesaggi dove immagine, testo, movimento, musica e spazio costituiscono un universo unico che si nutre costantemente di cinema, fotografia e letteratura.
Dal 2004, Marcos ha diretto La Veronal, una compagnia presente nei principali teatri e festival in più di trenta paesi: dal Théâtre National de Chaillot a Parigi, alla Biennale di Venezia, al Festival d’Avignone, al Tanz Im August a Berlino, al Festival RomaEuropa, al SIDance Festival di Seoul, al Sadler’s Wells di Londra, al Danse Danse Montreal, ad Oriente Occidente, tra molti altri.
Oltre al suo lavoro con La Veronal, Marcos Morau è un artista ospite internazionale in diverse compagnie e teatri dove sviluppa nuove creazioni, sempre a metà tra arti performative e danza: Nederlands Dans Theater, Lyon Opera Ballet, Les Grands Ballets Canadiens, Royal Danish Ballet o The Royal Ballet of Flanders, tra gli altri.
Essendo il più giovane creatore ad ottenere il Premio Nazionale di Danza, il riconoscimento più alto in Spagna, il futuro di Morau e La Veronal ricerca nuovi formati e linguaggi dove opera, danza e teatro fisico dialogano più stretti che mai, cercando nuovi modi di esprimere e comunicare nel nostro tempo presente, sempre turbolento e in continua evoluzione.
Dalla stagione 2023/2024, è artista associato allo Staatsballett Berlin.
CCN/Aterballetto è il primo Centro Coreografico Nazionale istituito in Italia nel 2022 per riconoscimento del Ministero della Cultura. La sua Direzione Generale e Artistica è affidata a Gigi Cristoforetti. Nel promuovere la cultura di danza, il CCN/Aterballetto stimola la connessione dell’arte coreutica con gli altri ambiti della società contemporanea, considerando la danza come occasione di crescita personale e sociale e offrendo al pubblico esperienze uniche. Nato intorno alla storica compagnia Aterballetto, fondata nel 1977 a Reggio Emilia, oggi composta da sedici danzatori che lavorano principalmente a nuove produzioni di coreografi di fama internazionale e alla riproposizione di un selezionato repertorio d’autore, il
CCN/Aterballetto è vocato a uno sviluppo artistico innovativo e di ampie vedute.
Oggi il CCN/Aterballetto è una realtà votata alla pluralità di stili e alla ricerca nell’ambito delle nuove tecnologie digitali, cosmopolita, curiosa, dinamica. Le sue produzioni sono apprezzate nei più importanti teatri e festival italiani e nel mondo. Soci fondatori sono la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Reggio Emilia.
Crediti
Regia e coreografia
Marcos Morau
Musica
Ennio Morricone
Direzione e Adattamento Musicale a cura di
Maurizio Billi
Sound Design
Alex Röser Vatiché, Ben Meerwein
Testi
Carmina S. Belda
Set e Luci
Marc Salicrú
Costumi
Silvia Delagneau
Assistenti alla Coreografia
Shay Partush, Marina Rodríguez
Danzatori
Ana Patrícia Alves Tavares, Elias Boersma, Estelle Bovay, Emiliana Campo, Albert Carol Perdiguer, Sara De Greef, Leonardo Farina, Matteo Fiorani, Matteo Fogli, Arianna Ganassi, Clément Haenen, Arianna Kob, Federica Lamonaca, Giovanni Leone, Ivana Mastroviti, Nolan Millioud
Direttore
Gigi Cristoforetti
Direttrice di compagnia
Sveva Berti
Maitre de ballet
Giuseppe Calanni, Macha Daudel
Produzione
Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto
Commissione, coproduzione
prima rappresentazione outdoor (1 agosto 2024)
Macerata Opera Festival
Coproduzione
prima rappresentazione indoor (24 ottobre 2024) Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Coproduzioni
Fondazione I Teatri di Reggio Emilia
Centro Servizi Culturali Santa Chiara Trento
Centro Teatrale Bresciano
Coproduzione
Ravenna Festival | Orchestra Giovanile
Luigi Cherubini
in co-presentazione con
Romaeuropa Festival