Prima nazionale


Sasha Waltz & Guests
Terry Riley
Ensemble Casella

In C


Intervista a Sasha Waltz

IN CHE MODO LA COSTRUZIONE DELLO SPETTACOLO DIALOGA CON L’OMONIMA COMPOSIZIONE DI TERRY RILEY?

La partitura di In C , scritta nel 1964, rappresenta la nascita della musica minimalista. Mi colpisce molto il fatto che sia stata scritta solo su due pagine e strutturata in 53 figure musicali. Ho pensato di guardare me stessa, le danzatrici e i danzatori, come fossimo dei musicisti e di creare lo spettacolo con questo spirito. Ho quindi creato una partitura per i performer che è un mix di coreografia e di improvvisazione. In C lascia grande libertà agli interpreti ma ha anche un suo “focus” molto chiaro. Abbiamo trasformato le sue 53 figure in 53 figure coreografiche. Sono eseguite in ordine dalla prima all’ultima. Le danzatrici e i danzatori possono passare da una figura all’altra e ripetere la stessa figura quante volte vogliono. Hanno solo un’unica regola: non possono ritornare su una figura già utilizzata ma solo procedere in avanti seguendo il flusso generale del gruppo. Ciò significa che in scena è necessario ascoltarsi reciprocamente e seguire un flusso generale ma, allo stesso tempo, che ogni singolo interprete ha l’enorme libertà di decidere come deve andare avanti la pièce.

HA SEMPRE DIALOGATO CON L’UNIVERSO MUSICALE. COME SI INSERISCE QUESTA PIÈCE NEL SUO BACKGROUND COREOGRAFICO?

Il confronto con In C è stato per me una vera e propria sfida ma allo stesso tempo penso che questa composizione fosse perfetta all’interno del mio percorso di coreografa. Ho spesso lavorato sull’improvvisazione ma sono anche un’artista che ama strutturare i propri spettacoli. In C mi permette di tenere insieme questi due aspetti. Posso dare grande libertà alle danzatrici e ai danzatori – e penso che questa sia per loro una sfida importante – ma anche qualcosa che li diverte. È per questo motivo che la pièce mi sembra perfetta per il tempo che stiamo vivendo. Spinge i danzatori ad essere parte della creazione nel momento in cui accade, insieme agli spettatori. Esattamente come fanno i musicisti. Amo studiare le partiture musicali e nel tempo ho costruito dialoghi con diversi generi musicali, dal barocco fino alla musica contemporanea. Non mi ero, invece, mai confrontata con la musica minimalista. In C ne rappresenta le origini, ma allo stesso tempo mi sembra oltrepassarle con la sua struttura così aperta. Leggo una partitura musicale come fosse una partitura per la danza e penso di non averlo mai fatto in maniera così estrema.

PRIMA DI ANDARE IN SCENA IN C È STATO TRASMESSO IN STREAMING SUI CANALI WEB DELLA SUA COMPAGNIA. COME È CRESCIUTO FINO ALLA SUA PRESENTAZIONE LIVE, CON IL PUBBLICO IN SALA?

La pièce è nata durante il lockdown. Era inverno e il cielo era veramente grigio. Stavamo attraversando un periodo duro e molto triste. Ho pensato fosse il momento di donare qualcosa al pubblico che potesse tirarci su con gioia, che potesse ricordarci la bellezza della vita, delle pulsazioni, del flusso. Trovo In C una musica molto gioiosa e colorata. È nata la pièce più astratta che io abbia mai realizzato ma allo stesso tempo uno spettacolo pieno di emozioni, di gioia, di energia. Ne abbiamo presentata una prima versione online proprio a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. Abbiamo filmato la sua messa in scena. Il film ci sembrava un buon modo di comunicare attraverso la videocamera e i colori alle spalle dei performer erano perfetti per il video. Sono 53 differenti combinazioni e atmosfere che cambiano rapidamente. Abbiamo presentato per la prima volta lo spettacolo in pubblico solo d’estate, nel giugno del 2021, all’aperto perché era ancora difficile tornare al chiuso nei teatri. Oggi lo presentiamo sulle scene di tutto il mondo. Questi passaggi hanno rappresentato un percorso di crescita. In C non prevede un gruppo fisso di danzatori ma insegniamo costantemente ad altri performer il suo vocabolario e lo lasciamo crescere nella condivisione. Abbiamo costruito una grande comunità, abbiamo iniziato a trasmettere le frasi coreografiche ai bambini, alla gente che ama danzare ma che non lo fa professionalmente. Penso a In C come a una sorta di lingua che possiamo condividere. Ogni performance che va in scena è quindi unica: ha una combinazione di danzatrici e danzatori che si ritrovano in uno spazio per interpretare la sua partitura e questo rappresenta un’esperienza unica.

IN CHE MODO IN C È UNA RISPOSTA AL PERIODO STORICO CHE ABBIAMO ATTRAVERSATO E CHE STIAMO ATTRAVERSANDO?

Questa metodologia credo sia una possibile risposta al presente. Si realizza un sistema realmente democratico, costituito da regole che pongono ogni interprete sullo stesso piano: ognuno può decidere se guidare la coreografia o seguire il flusso, il gruppo può allora unirsi e plasmare insieme lo spazio. La pièce può funzionare solo se ogni singolo elemento è in ascolto dell’altro, se davvero si collabora insieme. E questo aspetto mi è sembrato importantissimo durante il Covid in cui ci chiedevamo quale fosse l’equilibrio tra libertà individuale e responsabilità nei confronti degli altri, della società. Ho cercato di rispondere a queste domande in maniera molto giocosa.

Crediti

Crediti

Ideazione / Coreografia: Sasha Waltz
Costumi: Jasmin Lepore
Lighting Design: Olaf Danilsen
Ideazione / Drammaturgia: Jochen Sandig
Danza / Coreografia: Sasha Waltz & Guests
Danzatori: Sebastian Abarbanell, Alessandra Defazio, Davide Di Pretoro, Edivaldo Ernesto, Melissa Figueiredo, Tian Gao, Hwanhee Hwang, Annapaola Leso, Jaan Männima, Michal Mualem, Sean Nederlof, Zaratiana Randrianantenaina, Orlando Rodriguez, Joel Suárez Gómez
Direzione assistenza: Steffen Döring
Tour Management: Karsten Liske
Luci: Martin Hauk
Assistente alle luci: Olaf Danilsen
Vicedirezione costumi: Margaretha Heller
Assistenza Direzione Costumi: Sara Smed
Direttore finanziario: Stephan E. Schmidt
Consiglio d’Amministrazione / ManagementSasha Waltz, Jochen Sandig, Bärbel Kern

 


 

Crediti Musicali

In C
di Terry Riley

eseguito da

Ensemble Casella
Maestro concertatore Oscar Pizzo
Conservatorio di Musica de L’Aquila

Ensemble:

Lisa Falò – violino
Daniela Golia – violoncello
Marco Lepidi – contrabasso
Simone Rotondi – clarinetto
Angelo Mordente – flauto
Samuele Cocciolone – sassofono
Marco Tresca – sassofono
Alessandro Gizzi, Alfonsomaria Bentivoglio, Domenico Pestilli – percussioni
Nicola Paparusso – chitarra elettrica
Oscar Pizzo tastiera e concertazione

Una produzione di Sasha Waltz & Guests. Realizzata al  radialsystem.
Sasha Waltz & Guests è sostenuta dal Berlin Senate Department for Culture and Europe.


Con il sostegno di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels


Con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania – Roma
Con il supporto di Goethe Institut
In collaborazione con Fondazione Musica per Roma