Inizia a studiare pianoforte all’età di 3 anni, ad 11 viene ammesso al Conservatoire National Supérieur di Parigi, dove studia inizialmente con Lucette Descaves e Jacques Fevrier, per passare poi sotto la guida di Geneviéve Joy e di Henriette Puig.
Georges Pludermacher è considerato attualmente uno dei pianisti più interessanti per il virtuosismo, l’originalità e l’ampiezza del repertorio. Ha proposto infatti riletture singolari di opere note quali le Sonate di Mozart e Schubert, gli Etudes di Debussy (per cui ha ottenuto il Diapason d’oro, lo Choc du Monde de la Musique ed il Grand Prix de l’Académie du Disque Français) ed i Diabelli Variations di Beethoven (che gli sono valsi il gran premio della Charles Cros Academy).
È stato orpite dei maggiori festival internazionali, da Salisburgo, a Vienna, Montreux, Aix-en-Provence, Edimburgo, Avignone, Firenze, Tours, Strasburgo, Barcellona e Madrid. E come interprete ha suonato sotto la direzione di prestigiosi direttori d’orchestra quali Sir Georg Solti (con la Chicago Symphony), Christophe Von Dohnannyi (con l’Orchestra Nazionale Francese) e Pierre Boulez (con la London Sinfonia).
La passione per la musica da camera, alla quale è legato il suo sviluppo artistico, e la necessità che questa ha di un determinato organico, lo ha condotto a collaborare con celebri violinisti e quartetti, tra cui si contano Christian Ferras, Ivry Gitlis, Nathan Milstein, il Pasquier Trio, l’Amadeus Quartet, Ernst Häfflinger (soprattutto per l’esecuzione di musiche di Schubert, Schumann e Schömberg), Michel Portal, Youri Bashmet e Jean-Françoise Heisser.
L’inventiva, l’estrosità, il vistuosismo lo hanno inoltre reso un pianista jazz particolarmente apprezzato dal pubblico come dalla critica.
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Georges Pludermacher