Coordinamento anarchico: Federica Altieri – Visual artisti Stefano di Buduo
Con Flavia Mastrella, Maria Letizia Gorga, Ermanno Baron, Assalti Frontali, Gioia Salvatori, Dario Miranda, Sacha Piersanti, Giulia Alvear Calderon, Diego Colaiori, Paola Favoino,
Organizzazione per tecnica ed habitat Daniele Torracca
Con la partecipazione del Teatro Ateneo dell’ Università Sapienza di Roma
Matria Pars (Azione Bianca), progetto pilota che apre la seconda edizione di Spores, è il primo movimento di una trilogia poetico-performativa dedicata alla Città Eterna. Coordinato anarchicamente da Federica Altieri con habitat di Stefano Di Buduo, l’evento – ispirato al Thesaurus Sotto il cielo di Roma di Filippo Bettini – ribalta la prospettiva decadente di Roma, aprendo ad una pluralità di visioni; Una tessitura performativa che incrocia sperimentazione e memoria urbana, visioni, pensieri obliqui, mitologie minori, ironie corrosive, immagini sospese, esoterismi, sguardi laterali e tensioni latenti, nel tentativo di invertire la spirale retorica in cui giace la Città, proiettandola in una molteplicità che risveglia relazioni assopite o volutamente occultate.
Matria Pars è un’Opera INTERMEDIALE, aperta, dove il pubblico non è spettatore, ma presenza viva. È invito a guardare Roma con occhi nuovi, ad ascoltare ciò che non ha voce, a riscoprirsi comunità in movimento all’interno di un contesto multiculturale che reagisce energicamente alle logiche dominanti; un incontro tra poesia, misticismo ed realtà underground in un cambio di registro continuo –
Il sogno inghiotte o trasforma l’immagine consolidata di una città che non ha più nulla a che vedere né con la magniloquenza né con il tanto decantato declino.
L’arte diviene relazione, scarto, voce che rompe il silenzio nel quale si perde. La rappresentazione non è spettacolo, ma sperimentazione; un’esperienza che si offre, si apre, si condivide. Ogni frammento genera visione, ogni incontro è occasione di trasformazione che apre all’estetica dell’incertezza, ritrovando un varco creativo nella fantasia attraverso la Città – organismo vivo, luogo d’incontro e di conflitto, di sospensione e rigenerazione, crocevia di identità che si cercano e si ridefiniscono. Che appaiono e scompaiono.
In questa cornice prende vita per la prima volta a Roma anche MegaPixel, installazione audiovisiva e interattiva ideata da Flavia Mastrella. Un dispositivo immersivo, visionario e collettivo che ridefinisce la relazione tra creazione e fruizione, trasformando l’esperienza da passiva a partecipata
Al centro, come spina dorsale invisibile ma incrollabile, la Poesia, incarnata da Maria Letizia Gorga: non come ornamento, ma come necessità. Linguaggio che si piega e si reinventa, che scardina logiche di potere e restituisce all’immaginazione il suo ruolo sociale. Perché dove manca l’utopia, manca il futuro. E l’arte, attraverso la poesia, sembra essere l’unica strada per infrangere le logiche dominanti e restituirci uno sguardo altro. Accanto alla Gorga giovani poeti creano una circolarità che rinnova e reinventa.
Il suono di Spores ideato e coordinato da Ermanno Baron insieme a Dario Miranda, si manifesta in varie mutazioni: dall’improvvisazione a strutture composte, dalla forma canzone alla spoken words, dai field recordings ai sintetizzatori modulari, utilizzando strumenti acustici ed elettronici.
La musica incontra la poesia ed in questo terreno l’attenzione dei performer è rivolta al mistero, all’istante, al dettaglio, si sviluppa reiterazione, che crea ritualità e connessione.
A questa trama sonora in costante trasformazione si contrappone la musica degli Assalti Frontali: un’esplosione diretta, radicale, una poesia di contestazione che non chiede il permesso. La loro voce si fa spazio come un’incursione, un fronte d’urto che si scontra e si intreccia con le sonorità di Ermanno Baron e Dario Miranda, creando un equilibrio dinamico tra gesto istintivo e ricerca sonora, tra rabbia e ascolto, tra sogno e disobbedienza.
Matria Pars, abita l’interstizio tra il reale e il simbolico, tra il paesaggio urbano e quello interiore, ma lo fa assumendo una prospettiva radicalmente femminile e plurale: Matria non è solo il contrario di patria, ma un modo diverso di sentire e generare, in cui la cura e la relazione diventano strumenti di trasformazione.
Matria Pars si radica profondamente nell’eredità viva del Thesaurus Sotto il cielo di Roma, opera ideata e coordinata da Filippo Bettini: atlante poetico, semiotico e visionario della città, dove Roma non è solo luogo fisico ma orizzonte di senso, archivio di memoria e ricerca di nuovi linguaggi.
Il titolo è accompagnato da un colore simbolico, parte integrante dell’intera trilogia. Azione Bianca inaugura un percorso che proseguirà con Azione Verde e Azione Nera: tre momenti distinti, ma uniti dal riferimento alla bandiera palestinese come segno di resistenza poetica e politica. Il rosso, in quanto elemento trasversale, accompagnerà tutte e tre le sperimentazioni, attraversando le opere come segno pulsante di vita, lotta e desiderio di trasformazione. L’inserimento della Palestina non nasce da un dovere, ma da una necessità: ogni nostro gesto oramai è attraversato dal pensiero di un’ingiustizia che ci riguarda, un legame di fratellanza divenuto indissolubile.
Roma e Palestina si incrociano da secoli, legate da nomi, silenzi e storie di potere.
Un confine che è anche memoria, resistenza, e tensione costante. Il nome Palestina già circolava nelle fonti antiche, ma fu l’imperatore Adriano a imporlo ufficialmente. È da questo legame profondo con la Città Eterna che l’associazione Appercezioni accoglie con sincero coinvolgimento, la mostra “Semi di pace, foto poemi per Gaza” che intreccia venti fotografie del fotoreporter palestinese Abood Abusalama e venti poesie di Valeria Marcolin in un diario umano di resilienza e speranza, nato durante l’assedio di Gaza e il breve periodo di cessate il fuoco ad inizio 2025. Attraverso immagini e parole, il percorso espositivo racconta la forza della dignità e la fragilità della bellezza tra le rovine. L’opera è un invito all’ascolto e al dialogo fra culture e continenti, per immaginare insieme un mondo dove la pace, la giustizia e la solidarietà appartengono a tutti. In ogni foto e poesia germogliano i semi di una speranza condivisa, che continua, ancora oggi, nonostante non tacciano le armi.
Filippo Bettini è stato un critico letterario, visionario; instancabile stimolatore di dialoghi interculturali, tra i più acuti del secondo Novecento e figura cardine nella scena poetica romana e internazionale. La sua opera non è mai stata semplice letteratura: è stata architettura di pensiero, mappa emotiva e intellettuale della città, rito collettivo. Con l’ideazione dell’opera-mondo incompiuta Sotto il cielo di Roma, Bettini ha costruito una geografia poetica che attraversa secoli, lingue, conflitti e rinascite. Un progetto che ha raccolto versi da tutto il mondo, unendo voci che raramente si incontrano, facendo di Roma il cuore pulsante della poesia planetaria.
Federica Altieri coordina anarchicamente i seguenti artisti:
Visual artisti Stefano di Buduo
Con Flavia Mastrella, Maria Letizia Gorga, Ermanno Baron, Assalti Frontali, Gioia Salvatori, Dario Miranda, Sacha Piersanti, Giulia Alvear Calderon, Diego Colaiori, Paola Favoino
Organizzazione per tecnica ed habitat Daniele Torracc
Partners: Appercezioni, Spores Next, Comune di Roma, Teatro Ateneo dell’ Università Sapienza di Roma, Angelo Mai di Roma, Culture et développement di Parigi