Tutto è nato sul set del film Propero’s book di Peter Greenaway, ispirato a La tempesta di William Shakespeare, per il quale Karine Saporta curava le coreografie e Michael Nyman le musiche.
Affascinata dalla forte visionarietà del testo – accostato a certi quadri di Blake e di Füssli – e dall’aspetto simbolico che prevale sullo psicologismo dei personaggi, Saporta ha voluto creare un’opera corale che coinvolgesse contemporaneamente ballerini, attori e musicisti. Scardinando la consequenzialità testuale, in un processo di allontanamento dai modelli ispiratori (Shakespeare e Greenaway), la coreografa ha incentrato lo spettacolo su Miranda (che rappresenta la verginità e la purezza) rivisitando l’iconografia cristiana. Così tutto lo spettacolo si è mosso tra richiami al mondo sacro e profano, con Prospero nelle sembianze di un dio-demiurgo, Ariel di un angelo, Calibano di un personaggio dell’Inferno, ed i ballerini sospesi su fili elastici in quelle di una turba angelica. Nessun personaggio ha avuto fissità: si sono confusi, si sono sdoppiati in un rutilante mondo di forme, tra complesse scenografie di campi di grano e di papaveri.
Ha preso così vita un mondo onirico, oscillante tra una natura rigogliosa ed una sorprendente magia, alla cui atmosfera ha contribuito la musica di Nyman che per l’occasione ha creato una complessa partitura, in cui il canto si alterna alla parte strumentale.
Lo spettacolo è stato chiuso da un monologo (con la regia di Michel Dubois) che ha ripreso da una parte l’epilogo shakespeariano e dall’altra il testo di Kleist sulla marionetta.
Creazione Karine Saporta
Musica Michael Nyman
Realizzazione dell’epilogo Michel Dubois
Interpretazione Musicale Ensemble Instrumental De Basse Normandie (Sassofono David Roach, Andrew Findon)
Direzione Dominique Debart
Scenografia Jean Bauer
Luci Hervéaudibert
Costumi Dominique Lacoustille
Assistente coreografa Brigitte Dumez
Corpo di Ballo Emanuela Ciavarella, Coralie Corredor, Jesus Hidalgo, Vincent Hobert, Marianne Isson, Béatrice Para, Anna Ventura, Cyril Viallon
Attori Laurent Brechet, Philippe Bombled, Malika Labrume, Frédéric Leconte
Cantanti Anne Baquet, Dominique Bougy, Fernand Fédronic
EPILOGO
Attore Vladimir Yordanoff
Regia Michel Dubois
Costumi Pierre Dios
Luci Jean Yves Courcoux, Christophe Dubois
Tecnico del Suono Joel Migne
I levrieri delle Lande d’Ecto provengono dall’allevamento di Anne Marie e Bernard Bastien
Produzione Comédie de Caen – Centre Dramatique National de Normandie e del Centre Chorégraphique National De Caen / Basse Normandie
Coproduzione Theâtre de la Ville, Octobre en Normandie, Festival Romaeuropa, La Corsive Scéne Nationale La Rochelle, Theâtre des Arts de Rouen e Theâtre de Cherbourg / Scéne Nationale
Lo spettacolo è stato realizzato grazie a Fondation Beaumarchais, Caisse des Dépôts et Consignations (Direzione Regionale di Basse Normandie) e Crédit Agricole du Calvados, Ministre de la Culture et de la Communication, Direction de la Musique et de la Danse, Direction du Theâtre et des Spectacles “Aide au Projet National” du Conseil Régional de Basse Normandie, della Comune di Caen e British Council.
NOTA SU LA PRINCIPESSA DI MILANO
di Karine Saporta
Levrieri da corsa, foschia e nebbia. Temporali torrenziali che si riversano in scena. Fulmini. Spiagge con la bassa marea. Colonne crollate. Palazzo rinascimentale che galleggia sull’acqua. Cime aeree, per l’acrobazia dagli spiriti e dei corpi. Talvolta persino canti. Siccità. Natura bionda del grano, del fieno o della paglia in estate. Poi di nuovo la tempesta che distrugge. Una cruenta tempesta di papaveri rossi. Pianure scarlatte sotto il vento. E poi il freddo. L’abbandono di tutti gli incantesimi e sortilegi da parte di Prospero. La vecchiaia, rosai pallidi: polvere sui rosai, capelli brizzolati, polvere sui ricchi vestiti e sui corpi nudi, brina e gelo dovunque. Cantanti, ballerini sul ghiaccio e acrobati esperti della fine delle cose, girano, leggeri e tristi…sul pavimento bianco del palazzo freddo diventato ghiaccio. Nella tristezza profonda e nel contempo leggera ecco la fine dei sortilegi.
Rassegna stampa
“La partitura di Nyman provvede, come nei film di Greenaway, alla coloritura emozionale del grande affresco diretto dalla Saporta. Fra levrieri in corsa, nebbie che si alzano e temporali che si scatenano, la musica prosegue un suo percorso aritmetico fatto di brevi sequenze, alternando canto e parte strumentale”.
(Rossella Battisti, La principessa di Milano, l’Unità, 9 luglio 1991)
“Gli spiriti liberi, aerei che Prospero ha incatenato nell’isola sfuggente compaiono qui in turba angelica, ritagliata da tavole trecentesche e poi animata in volo con solido ausilio di cavi metallici e tiranti. Sembrano spuntare dalle nicchie fatate di pareti lignee e impennarsi in volo radente con scatti interrotti e nervosi ripensamenti; mai un sorriso scompone le fisionomie assorte e l’interno di un palazzo italiano fa piover su di loro improvvisi acquazzoni”.
(Ubaldu Soddu, Shakespeare nel giardino incantato delle fiabe, Il Messaggero, 11 luglio 1991)
“Neppure gli altri personaggi (quattro attori si mescolano agli otto ballerini) sono fissi, distribuiti fra candidi Ariel, angeli certamente, e Prosperi potenti come divinità, mentre un fastoso apparato di nicchie circensi, lignei colonnati, luci purpuree e demoniache apparizioni, prima fra tutte quella del nano Calibano, giunge a conferma della lente adottata: un immaginario cattolico-barocco che non prescinde da una sensualità pagana. E sfida un caleidoscopio di simbolismi, tra madonne che volano come spirali azzurre e streghe dalle chiome dorate al pari delle spighe di grano che a tratti invadono la scena, spettri di foggia elisabettiana che pascolano levrieri e mistici guerrieri incastrati nel muro di fondo”.
(Leonetta Bentivoglio, Danza Mirando tra santi, madonne e angeli barocchi, la Repubblica, 11 luglio 1991)