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Teatro Olimpico
13 Novembre 2008

Sentieri Selvaggi / Eugenio Finardi

Omaggio a Vladimir Vysotskij


Photo © Piero Tauro
Omaggio a Vladimir Vysotskij

Le canzoni di Vladimir Vysotsky, artista russo insubordinato e ribelle, si vestono della voce di Eugenio Finardi e degli arrangiamenti di Filippo Del Corno eseguiti dall’ensemble Sentieri selvaggi, per una serata fondata sulle suggestioni della grande musica d’autore. Strana chimera, improbabile incrocio tra uno chansonnier e un punk si potrebbe definire Vysotsky (o Visockij 1938 – 1979), poeta, attore e musicista semiclandestino per i suoi testi graffianti, di critica feroce del regime stalinista. Questo eroe alternativo dell’era sovietica, in patria era conosciuto grazie a cassette audio fatte in casa, riprodotte in centinaia di migliaia – forse milioni – di copie e fatte circolare illegalmente. Un successo che l’autorità non è mai riuscita a fronteggiare e verso cui ha dovuto chiudere un occhio e spesso due, per esempio quando i produttori di un celebre cartone animato sovietico decisero di far fischiettare al protagonista, un lupo, un suo celebre motivetto. Oggi che l’Unione Sovietica non esiste più, le parole delle canzoni di Vysotsky, definite di “strada”, di “cortile” e di “malavita”, acquistano un significato universale di ribellione alle prepotenze del potere e di ricerca della libertà. Non è semplice interpretare le canzoni di Vysotsky, un attore esuberante di cui si ricordano le mitiche interpretazioni di personaggi come Don Giovanni – nella versione di Puskin – e di un Amleto che si presentava alla ribalta imbracciando una chitarra. Il suo potente stile vocale ha badato più all’espressività che alla nitidezza del fraseggio e all’intonazione, per non parlare della difficoltà di fissare in forma definitiva le sue canzoni che lui ha trattato come dei work in progress. Come imitarlo, come? La scelta è stata di non imitare il cantante Vysotsky, ma di trattarlo come un autore proponendone una interpretazione con il tocco d’inedita contemporaneità della mano di Del Corno, in un’esecuzione nitida e decantata dei Sentieri selvaggi – diretti da Carlo Boccadoro –, mentre la consumata esperienza di autore di Finardi gli permette di oscillare tra un forte impatto lirico espressivo e la catarsi del fine dicitore.

Crediti

film documentario Un uomo scomodo di Demetrio Volcic
incontro con Eugenio Finardi, Sergio Secondiano Sacchi, Filippo Del Corno, Carlo Boccadoro