
Massimiliano Civica firma uno spettacolo per il quale ha approntato una nuova traduzione del testo modificandone leggermente anche il titolo tradizionale. Un allestimento giocato sulla fascinazione della macchina teatrale a vista, dove gli elementi scenografici sono gli stessi oggetti di scena e il mondo magico sarà creato solo attraverso tecniche teatrali illusionistiche. Una semplicità nell’impianto visivo non lontana dal minimalismo delle messe in scena dell’epoca elisabettiana, ma funzionale a penetrare nella densità di questo testo all’apparenza così popolare, alla ricerca della chiarificazione della sua sintassi profonda e delle sue intricate stratificazioni.