La presenza del Romaeuropa Festival 2023 al Teatro Argentina si apre nel segno della cultura e della musica ucraina: DakhaBrakha è un quartetto originario di Kiev impegnato, sin dalle sue origini, nella commistione della musica popolare con i ritmi provenienti da tutto il mondo, spaziando dal folklore al teatro e producendo un suono contemporaneo e transnazionale. Oltre ai più importanti palchi nazionali, il gruppo si è esibito in numerosi festival internazionali e su alcuni dei palchi più prestigiosi al mondo, vincendo numerosi premi. Tra musica, animazioni e video, il concerto rappresenta l’occasione di conoscere un gruppo musicale che ha guadagnato un seguito globale, con uno sguardo sempre rivolto alla contaminazione sonora e alla costruzione del futuro e le cui esibizioni, oggi, sono anche un segno di sostegno al popolo ucraino in contrasto all’invasione in atto, e un affondo nella storia e nell’identità di una nazione.
Rassegna Stampa
Bio
Quartetto nato nel 2004 al Kyiv Center of Contemporary Art «DAKH» in Ucraina sotto la guida del regista teatrale d’avanguardia Vladyslav Troitskyi. Proprio il teatro ha lasciato un segno indelebile nelle esibizioni della band i cui live sono da sempre caratterizzati da un approccio performativo e denso di effetti scenici.
Il nome DakhaBrakha è originale, eccezionale e autentico allo stesso tempo. Significa «dare/prendere» nella vecchia lingua ucraina. Dopo essersi immersa nella musica tradizionale ucraina, infatti, la band ha costruito dialoghi e fusioni con i ritmi del mondo circostante, caratterizzandosi così con una propria luminosità e unicità. Ambasciatori militanti della musica e della cultura del loro paese, continuatori rispettosi di un passato glorioso e allo stesso tempo audaci attori della sua trasformazione, i DakhaBrakha includono nel proprio orizzonte anche altri mondi e altre tradizioni, il loro strumentario è illimitato, l’intreccio di voci sempre strabiliante.
Amano definirsi provocatori di “etno-caos”, ma quel che suonano è tutt’altro che incoerente. Gli echi della steppa si trasfigurano con naturalezza in suggestioni balcaniche, le visioni sudamericane confluiscono nei tamburi dell’Africa nera, le melodie dell’estremo Oriente accompagnano le danze nuziali e propiziatorie, e poi ancora rituali, processioni, cortei di menadi e di vestali, cerimonie funebri dell’età della pietra.
Humour e teatralità sono sempre stati le caratteristiche sceniche dei DakhaBrakha. Ora però che il loro paese è in fiamme, ogni concerto diventa anche testimonianza di coraggio e di resistenza. Fanno parte di DakhaBrakha Marko Halanevych (voce, fisarmonica, darabouka), Olena Tsybulska (voce, percussioni), Iryna Kovalenko (voce, piano, percussioni, djembe), Nina Garenetska (voce, violoncello).
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