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15 Febbraio 2014
DNA scritture

Scritture. 40.000 cm2; movimento vs. gravità sul vettore del suono


Scritture. 40.000 cm2; movimento vs. gravità sul vettore del suono

15 febbraio

D’ora in poi lo spazio di per se stesso o il tempo di per se stesso sono condannati a svanire in pure ombre, e solo una specie di unione tra i due concetti conserverà una realtà indipendente.
Hermann Minkowski, 1908

Qui e ora. Rettangolo di compensato. Costrizione spaziale, misura autoimposta. Microfono perpendicolare. Amplificazione di ogni minimo rumore. Dettagli: balmoral shoes, golf a rombi, pantaloni classici larghi. Lights on. Padroneggiare uno spazio/esserne imprigionati. Colmare le pause con un salto, con un atterraggio esatto, posizione x all’istante y nel punto z. Seguire una direzione, un’angolatura e poi fermarsi. Percorrere un lato, poi aderire all’altro, poi nuovamente bloccare il corpo e aspettare il  deflusso dell’aria raccolta tra le pieghe dei vestiti. Braccia disegnano una linea retta e poi un vortice; busto roteante su se stesso, alla deriva. Corpo steso a terra, irrequietezza e sinuosità da serpente. Evoluzioni in aria, cercando un’uscita. Espressione fredda, asettica, determinata verso una ricerca. Philip Glass – Mr Bojangles [Einstein on the beach, Robert Wilson, 1976]. Ripetizione: di sillabe, di parole. Narrazione off. Lievitazione, abili giochi di equilibrio. Corpo umano snodabile, cinetico. Vettori direzionali si alternano nella violenza di un recinto scenico spoglio; confronto con la gravità e continuo cambio del senso della direzione (fasci improprio di rette) . Orientamento eterodiretto. Spazio misurato, attraversato, palpato. Balmoral shoes off. Frenesia dei movimenti, abbattimento dei limiti. Evasione dal rettangolo dei 40.000 centimetri, conquista dello spazio circostante. Sguardo in avanti: circospetto, diffidente. Algido. Voice recorded di Lucinda Childs, crescendo musicale per accumulazione. Corsa non frenabile, accelerazione della durata. Figura che si dirige fuori scena.
Un assolo modellato sul puro impulso istintivo; allo stesso tempo studio scientifico sulla reazione e sull’adattamento al limite spazio-temporale.
La ricerca di Claudia Catarzi si configura come una riflessione sulla danza in quanto naturale impulso del corpo a reagire a stimoli eterogenei quali suono, rumore, spazio, aria, forza di gravità.  Le caratteristiche principali sono  autenticità del movimento e impulso intuitivo, evitando le direttive intellettuali e abolendo la narrazione. Il corpo della performer appare mosso e movente, figura spinta da forze quasi estranee alla sua intenzionalità. 40.000 centimetri quadrati è una performance autoriale che mostra un’alta esperienza tecnica senza cadere nel mero virtuosismo. Autrice, interprete e coreografa di se stessa, la Catarzi ha intenti ben delineati e una progettualità di spessore oltre ad essere estremamente chiara sulle direzioni registiche e drammaturgiche dei suoi lavori. Proveniente da numerose e importanti collaborazioni artistiche – dall’esordio con Micha Van Hoecke al susseguirsi delle collaborazioni con compagnie quali Sasha Waltz, Sosta Palmizi, Ambra Senatore, Aldes, Company Blu – il percorso artistico della Catarzi come interprete è indicativo della sua capacità tecnica e sperimentale. Il più recente studio coreografico Sul punto, presentato nel 2013 all’interno della rassegna DNA del Romaeuropa Festival, viene premiato dal pubblico e dalla giuria di Appunti Coreografici. Come in 40.000 cm2 , l’intento narrativo viene messo da parte a favore di una radicale fede nella potenza espressiva del corpo danzante quale punto di incrocio tra spazio esterno, senso interno del tempo e vettori di forza, con un’attenzione particolare all’uso della partitura sonora, riscontrabile anche in un terzo assolo del 2012, Qui e ora, vincitore dei premi EMERGENZE/FABBRICA EUROPA e Corto in danza, dove le suggestioni sonore sulle quali si basa la performance sono costituite dall’originale composizione Long day di Spartaco Laredi e da un brano di Johnny Cash, Streets of Laredo.
In un frammento del cortometraggio/installazione di Peter Greenaway The towers. Lucca hyubris del 2013 che la vede in scena, Claudia Catarzi interpreta l’altera e tenace regina Isadora. Dalla Torre Regale a uno spazio di 40.000 cm2, la corona appare inamovibile dal suo capo.

– Angela Bozzaotra –