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Newsletter in cinque atti #2: PSYCHODONNA


 


Benvenute e benvenuti,
quello che state leggendo è il secondo numero di Newsletter in cinque atti, un’edizione speciale della nostra newsletter inserita all’interno del progetto TAKEOVER di Romaeuropa Festival + Siamomine, su cui trovate maggiori informazioni qui.
Questa piccola incursione via posta elettronica è pensata in continuità con lo spirito che ha animato, sin dal principio, la nascita dell’azione di co-curatela che rappresenta TAKEOVER e, rispetto alla quale, ci poniamo come uditori e, al tempo stesso, diffusori di voci, storie e narrazioni. Seguendo questa prospettiva, ogni edizione della newsletter rappresenta un percorso di esplorazione sul web da sperimentare in chiave intima e personale, simbolicamente diviso secondo uno schema in cinque atti per scandire le scoperte e le osservazioni tematiche.
La seconda Newsletter in cinque atti è un omaggio all’identità femminile e un percorso tra i nuovi femminismi. Buona lettura!

 


Atto I – Partire (playlist)

Il punto di partenza del nostro percorso online nasce, questa volta, da un’uscita discografica. Oggi Rachele Bastreghi, cantante, musicista, compositrice ed anima femminile dei Baustelle, tra le icone più riconosciute della scena pop-rock italiana, pubblica con Warner Music Italy il suo primo album da solista Psychodonna: «un concept album sulla lotta interiore, sulla ricerca spudorata di pace, di equilibrio, sull’accettarsi, sull’uscire allo scoperto» ma anche una fotografia «dell’essere umano donna: multiforme, ricco, complesso e psycho, appunto, dove però le voci e le personalità non si alternano come nel Norman Bates del capolavoro hitchcockiano ma rappresentano i diversi gradi di possibilità e di coesistenza di queste tante differenti versioni di sé, che convivono tutte insieme in un mondo al maschile».

 

Spoiler: Rachele ha costruito per noi una playlist che siamo felici di condividere insieme alle sue parole:

« Da sempre mi piacciono gli incastri armonici e soprattutto mi piacciono i contrasti. Creare suggestioni e cambi di intensità, accostare i momenti rumorosi fatti di potenza e distorsione con atmosfere struggenti e melodiche. Credo sia la mia caratteristica naturale, il tradurre in musica i miei aspetti diversi e antitetici. Ogni brano di questa playlist parla a una parte di me e ripercorre il mio viaggio nella musica e i suoi mille periodi; dagli studi classici all’amore per la drum machine, dalle percussioni ritmiche africane alla sperimentazione, dalle frequenze basse alla musica da cinema, dall’attitudine punk e ribelle alla musica elettronica, da Bach a Michael Jackson, ognuno di questi mondi, a volte paralleli a volte contrastanti, mi ha fornito gli strumenti per arrivare a fare oggi il disco che volevo.

Anche l’aver lavorato alla costruzione di selezioni musicali e dj set mi ha aiutato ad arricchire ulteriormente il modo di costruire la musica, affiancando alla parte più istintiva una parte di sperimentazione, di ricerca, di messaggio, di concetto. È quello che chiamo “un dramma in discoteca”, per definire quei brani che uniscono all’andamento dance un testo profondo, serio. Cerco di far vivere tutti questi mondi, solo apparentemente distanti, in una dimensione che li valorizzi e li trasformi in un’unica visione collettiva, che è quella con cui ho scritto “Psychodonna”. Un disco che come questa playlist è lo specchio della mia personalità e delle sue sfaccettature.»

Buona danza, allora.? Rachele


 

ATTO II – Leggere

Da questo ascolto, abbiamo sentito l’esigenza di esplorare il tema del femminile e dei femminismi, dell’identità di genere oltre ogni tabù e binarismo. Per approfondire abbiamo cercato di selezionare alcune letture che abbiamo intercettato sul web. La prima è stata pubblicata su Il Tascabile e si tratta dell’estratto dal saggio di Elisa Cuter, Ripartire dal desiderio, in cui l’autrice mette in luce il legame tra lotta femminista, discorso di genere e i condizionamenti reciproci che segnano il rapporto tra sesso e società. Come sottolinea Cuter, il compito del femminismo non è quello di contrapporre il soggetto femminile a quello maschile, ma di creare un terzo soggetto in grado di superare il binarismo portando il sesso al centro del discorso: «Il desiderio […] è precisamente quella cosa che lega la nostra soggettività al mondo fuori, da cui è condizionato (ed è per questo che allo stesso tempo può ribaltarne le sorti)».

A proposito di sessualità (e di estratti), questa anteprima de Il mostruoso femminile di Jude Ellison S. Doyle pubblicata su L’Indiscreto, racconta la concezione ostile e maliziosa della pubertà femminile nella società patriarcali attraverso un viaggio tra mito, fatti di cronaca nera, opere letterarie e cinematografiche, nel tentativo di spiegare perché «sembra che gli uomini non si sentano mai così tanto in pericolo come quando sono in presenza di una preadolescente».

Per concludere la lista delle nostre letture, abbiamo esplorato il mondo della femminilità fuori dai confini del binarismo e dell’eteronormatività con questo approfondimento pubblicato su e-flux, in cui Rosza Daniel Lang/Levitsky ripercorre le radici storiche e politiche della parola fem, oggi sempre più sinonimo di una femminilità cisgender, spiegando l’importanza di tutelare la genealogia trans del termine, insieme alle pratiche di relazione, solidarietà ed eterogeneità di cui è simbolo.


 

Atto III – Una parte di noi

E poi in questo viaggio siamo nuovamente tornati sui nostri passi e sulla nostra storia. In che modo questi discorsi ci riguardano? E come hanno attraversato la storia del Romaeuropa Festival? Più che delle spiegazioni abbiamo pensato a delle suggestioni e dalla lunga lista di spettacoli che avremmo potuto citare ne abbiamo scelti 3 appartenenti a periodi differenti:

Turning di Antony and the Johnson e Charles Atlas al Romaeuropa Festival 2006

Era il 2006 e all’Auditorium Parco della Musica Antony and the Johnson presentava il suo Turning fondendo la sua musica travolgente ed emozionante a un originale sfondo visivo creato dal regista e video-artista Charles Atlas. Ma le vere protagoniste di questa performance erano 13 bellezze newyorkesi i cui ritratti, intimi e ipnotici, venivano catturati da Atlas mentre lentamente si avvicendavano sul palco, per essere elaborati e proiettati sulla scena. Innocenza, metamorfosi, trascendenza…il risultato era irresistibile.

Dorothée Munyaneza, Unwanted, al Romaeuropa Festival 2017

2017, Dorothée Munyaneza (avevamo scoperto la sua voce in un brano del film Hotel Rwanda) presenta Unwanted. Le sue parole sono una doccia d’acqua fredda, un pugno nello stomaco: «Ora voglio che le voci delle donne del mio e di altri paesi siano ascoltate, voci di donne i cui corpi sono o sono stati campo di battaglia della sete di potere e della violenza sessuale degli uomini. Incontrerò alcune di loro, le ascolterò, le osserverò, condividerò con loro il mio tempo così che, io stessa, nella mia maniera, possa raccontare le loro storie».

Elli Papakonstantinou, Traces of Antigone, Romaeuropa Festival 2020

Fluidità, femminismi, post-femminismi. Presentato nel 2020 tra Zoom e scena reale Traces of Antigone di Elli Papakostantinou sembra formulare un nuovo linguaggio performativo per i nostri tempi. L’esperienza del lockdown e le finestre di Zoom divengono elemento simbolico per raccontare la condizione ancestrale di reclusione delle donne e al contempo un percorso di liberazione; l’antico mito un modo per indagare le molteplici sfumature dell’identità femminile tra musica, canto e immagine. Un inno alla libertà e alla fluidità di genere.

 


 

Atto IV – Osservare

Seguendo il percorso intrapreso con le letture, abbiamo esplorato il mondo delle immagini in movimento alla ricerca di sguardi e prospettive che potessero arricchire la nostra indagine. Li abbiamo ritrovati in una cosa nuova e in una cosa che, più che vecchia, definiremmo immortale. La novità è nel linguaggio visivo e sonoro del cortometraggio d’animazione della regista Flóra Anna Buda, un coming-of-consciousness psichedelico che racconta la storia di tre donne nella ricerca di empowerment e comprensione di sé stesse. L’immortalità, invece, è questo video che ritrae la poetessa Maya Angelou nella lettura dei celebri versi di And Still I Rise, una poesia che parla di razzismo, schiavitù, liberazione e riappropriazione della propria identità. L’abbiamo scelta per la sua dolorosa bellezza e per ricordarci che il femminismo è sempre intersezionale.

You may shoot me with your words,
You may cut me with your eyes,
You may kill me with your hatefulness,
But still, like air, I’ll rise.


 

Atto V – Immaginare e agire

Chiudiamo il nostro percorso con uno sguardo alle realtà editoriali indipendenti che utilizzano l’autoproduzione per costruire nuovi percorsi sul femminismo in Italia.

Frute è la fanzine a cadenza semestrale, prodotta da Cecilia Cappelli, che dal 2018 porta al centro del dibattito i temi più importanti del femminismo post-gender: diritti, prevenzione della discriminazione, corpo, sessualità, autodeterminazione, confini di genere. Ogni numero scava a fondo nel dibattito e nella rappresentazione femminile grazie al contributo di contributor editoriali, fotograf? e designer.

Mulieris è una rivista indipendente prodotta da un team, tutto al femminile, di giovani creative, allo scopo di creare un safe place per le donne e chiunque si identifichi nel genere. Ogni edizione si concentra su un tema (l’ultimo è sulla vergogna) da sviscerare attraverso racconti intimi, editoriali, rubriche e focus finalizzati a creare un dialogo su temi centrali nella vita di ogni giorno.

Ossì è la fanzine erotica (V.M.18 vi abbiamo avvisato) ideata da Alice Scornajengh, un vero e proprio “caso” tra stampa (qui un’intervista pubblicata da Il Manifesto) e pubblico. Ogni numero esce con cadenza semestrale e rappresenta un viaggio finalizzato a rovesciare i taboo e i cliché sul genere, realizzando uno spazio emancipato di ricerca artistica ed esplorazione del desiderio.


SPOILER

Alcuni nomi contenuti in questa newsletter saranno protagonisti del REf2021 …
Rachele Bastreghi, Dorothée Munyaneza, Elli Papakonstantinou…. Ne saprete presto di più!


Per questa newsletter è tutto, appuntamento al mese prossimo!