La trentanovesima edizione del Romaeuropa Festival inaugura il suo percorso con un doppio appuntamento, ponte tra la tradizione contemporanea e le nuove frontiere della ricerca coreografica: per la prima volta al Teatro Costanzi (grazie alla corealizzazione con Teatro dell’Opera di Roma), il Ballet de l’Opéra de Lyon omaggia Merce Cunningham riallestendo “Biped”, tra le più celebri coreografie del padre della modern dance ed esperimento pionieristico del dialogo tra danza e tecnologia. Sfruttando un sistema di motion capture e un software appositamente creato (DanceForms), Cunningham ha infatti trasposto in digitale settanta frasi coreografiche che all’interno della pièce concorrono a costruire una fusione di danza, luce e immagini in movimento. Assoli, duetti, trii e danze d’insieme dialogano con l’omonima composizione musicale di Gavin Bryars, in scena insieme al suo ensemble.
Nella seconda parte della serata, in un ideale passaggio di testimone, l’approccio minimalista al suono e al movimento, s’incarna nella pièce commissionata dal Ballet de l’Opéra de Lyon alla nuova stella della danza internazionale Christos Papadopoulos. “Mycelium” invita il corpo di ballo nelle sue atmosfere percettive, mimesi della natura e dei suoi meccanismi. Venti danzatori danno vita a un’entità multiforme, una proliferazione di corpi ispirata al mondo dei funghi che, con piccoli movimenti, micro-variazioni e aggiustamenti istantanei, risponde al flusso di offbeat e loop elettronici composto da Coti K.
Bio
Ballet de l’Opéra de Lyon sotto la direzione di Françoise Adret, Yorgos Loukos, Julie Guibert e ora Cédric Andrieux, il Balletto dell’Opera di Lione è stato un vero e proprio precursore delle tendenze in ambito coreutico e continua ancora oggi a esplorare la scrittura coreografica contemporanea. La formazione promuove il dialogo tra repertorio e forme sperimentali e innovative, presentandosi come la casa dei grandi artisti di ieri, oggi e domani. Saldamente radicato nel proprio territorio, ma al contempo profondamente internazionale, il Balletto s’impegna con passione a tramandare la storia della danza e a contribuire alla scrittura delle sue nuove pagine, in costante risonanza con le domande del nostro presente.
Christos Papadopoulos è nato nel 1982 a Nemea, un piccolo villaggio del Peloponneso. Ha scoperto il teatro mentre studiava Scienze Politiche all’Università Panteion di Atene e si è formato presso la Scuola del Teatro Nazionale Greco prima di iniziare il suo percorso nella danza. Dopo essersi diplomato alla School for New Dance Development di Amsterdam torna in Grecia nel 2004, dove si unisce alla compagnia di Dimítris Papaïoánnou, con cui ha lavorato a stretto contatto per 12 anni. Nel 2016 ha creato la sua prima opera, “Elvedon”, ispirata a “Le onde” di Virginia Woolf e in particolare al modo in cui il romanzo descrive il tempo e il suo fluire. La pièce gli è valsa un immediato riconoscimento internazionale e da allora con il suo lavoro ha cercato di avvicinarsi all’infinita ricchezza dei movimenti della natura, di cui è stato attento osservatore sin da bambino. Lontano dal romanticismo, il coreografo mette in scena entità organiche, guidate da leggi fisiche. Individualità e comunità dialogano nelle sue coreografie minimali e complesse, caratterizzate da movimenti e gesti impercettibili quanto voluttuosi. Sulle note ipnotiche di Coti K., la sua scrittura gioca sulla semplicità del gesto, sulla ripetizione, e mette in tensione vincoli e pulsioni di vita invitando il pubblico in esperienze contemplative, sensoriali, emotive. Scoperto per la prima volta dal pubblico di Romaeuropa nel 2016 per la sezione Dancing Days, Papadopoulos è tornato più volte al festival dove ha presentato “Elvedon” (2016), “Opus” (2018), “Larsen C” (2021) e “Mellowing” (2023).
Merce Cunningham (1919-2009) è considerato uno dei coreografi più importanti di tutti i tempi. Il suo approccio alla danza è stato innovativo tanto per la semplicità delle idee quanto per il grado di complessità richiesto al corpo e al movimento. Per Cunningham la danza è «accurata e impermanente come il respiro» e tutto risiede nel movimento e nel suo svolgimento sulla scena. È alla Cornish School, dove si forma, che il coreografo conosce Martha Grahm – divenendo solista della sua compagnia per sei anni – e John Cage, l’artista che più di tutti influenzerà il suo pensiero e la sua pratiche, diventandone il più stretto collaboratore oltre che compagno di vita. La passione di Cunningham per l’esplorazione e l’innovazione lo ha reso un leader nell’applicazione delle nuove tecnologie alle arti. Coreografo e mentore attivo nel mondo dell’arte fino alla sua morte, avvenuta all’età di 90 anni, Cunningham si è guadagnato alcuni dei più alti riconoscimenti in campo artistico. La vita e la visione artistica di Cunningham sono state oggetto di diversi libri e di numerose mostre; le sue coreografie sono state eseguite da compagnie come il Balletto dell’Opéra di Parigi, il New York City Ballet, American Ballet Theatre, il White Oak Dance Project, il Balletto dell’Opera di Lione, il Ballett am Rhein e il Rambert di Londra, per citarne alcune. Cunningham è morto nella sua casa di New York il 26 luglio 2009. Sempre lungimirante, prima di morire ha curato lo sviluppo di un piano di eredità per guidare la sua Compagnia e garantire la conservazione della sua eredità artistica. Attraverso il Merce Cunningham Trust la sua visione continua a vivere, rigenerata di volta in volta da nuovi corpi e nuove menti. Di Merce Cunninghaml REF ha presentato “Inlets 2” con il Balletto de l’Opéra de Paris 1987 (1987) e “Pond Way; Pictures; Fluid Canvas” (2003)
Crediti
Biped
Creato nel 1999
Entrato nel repertorio del Ballet de l’Opéra de Lyon nel 2024
Coreografia: Merce Cunningham
Musica: Gavin Bryars
Scena e ologrammi: Paul Kaiser e Shelley Eshkar
Costumi: Suzanne Gallo
Luci: Aaron Copp
Danzato dal Ballet de l’Opéra de Lyon
Mycelium
Creato il 9 settembre 2023
Entrato nel repertorio del Ballet de l’Opéra de Lyon nel 2023
Coreografia: Christos Papadopoulos
Musica: Coti K
Ideazione luci: Eliza Alexandropoulou
Costumi: Angelos Mentis
Maestri del Balletto: Amandine Roque de La Cruz – Pierre Advokatoff
Danzato da 20 danzatori del Ballet de l’Opéra de Lyon
Crediti di Produzione
Con il sostegno di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels