BAMBU debutta al Romaeuropa Festival il 7 e 8 ottobre al Mattatoio. Il progetto, ideato da Roberto Castello, propone tre assoli di danza contemporanea firmati da artisti africani: Julie Iarisoa (Madagascar), Aziz Zoundi (Burkina Faso) e Humphrey Maleka (Sudafrica). Un ponte culturale tra Africa e Italia, BAMBU promuove uno scambio fondato su rispetto e reciprocità, ispirandosi al pensiero di Ngugi Wa Thiong’o. Non solo spettacoli, ma un modello sostenibile di cooperazione artistica.
Un voyage autour de mon nombril di JULIE IARISOA
Un voyage autour de mon nombril denuncia l’ingiusta difficoltà di viaggiare per i cittadini malgasci ma è anche il tentativo di rispondere a questa situazione. “Se per noi è difficile viaggiare da un Paese all’altro o da una città all’altra, approfittiamo dell’opportunità di viaggiare all’interno di noi stessi”.
Con questo assolo, Julie Iarisoa affronta uno dei temi più urgenti: la solitudine dell’isolamento. L’isola diventa metafora della condizione umana. In un palcoscenico disseminato di barchette di carta – echi tragici delle traversate di cui si parla ogni giorno – appare un corpo immobile che, in una lenta tensione, si elettrizza, per poi esplodere in movimenti sempre più intensi. In questo flusso, danza e musica si fondono fino al parossismo, al ternando momenti di frenesia a sospensioni cariche di respiro, tra speranza e disillusione.
Naka tša go rwešwa di HUMPHREY MALEKA
“Un giorno d’estate del 1886 due cercatori scoprirono l’oro in una fattoria del Transvaal chiamata Langlaagte. L’oro non era una novità per il Transvaal, gli africani lo estraevano già da secoli” – A people history of South Africa: Gold & Workers 1886 – 1924 vol. 1 – Luli Callinicos.
Naka tša go rwešwa parte dalla parola “scoperta”, le “scoperte” fatte dagli stranieri in Africa e dalla violenza simbolica e concreta con cui, dopo tali scoperte, venivano imposti nuovi nomi a persone, luoghi e oggetti. Nomi che intendevano cancellare storie, significati, identità.
Chute Perpetuelle di AZIZ ZOUNDI
In questo pezzo Aziz rivela quel momento fragile in cui si fanno delle scelte di vita e bisogna affrontarne le conseguenze. In Burkina Faso, diventare un artista è molto difficile, soprattutto in una famiglia che osteggia apertamente questa strada. Solo una zia ha sostenuto Aziz: per lui è stata un pilastro, una fonte di forza e speranza lungo tutta la sua formazione. La morte di questa zia ha dato origine al lavoro, che diventa gesto di cura e memoria. Un tentativo di elaborare il dolore, portando sulla scena la cicatrice di quella “caduta”.
Julie Iarisoa fin da bambina frequenta corsi di danza classica, moderna, tradizionale, urbana e contemporanea. Nel 2007 studia al CMDC in Tunisia e frequenta l’Ecole Des Sables in Senegal nel 2009 e nel 2012. Ha all’attivo una ventina di lavori coreografici presentati in Africa, Europa e Asia. Nel 2010 al festival Danse L’Afrique Danse in Mali ha vinto il Puma Creative Prize for women choreographers con il suo pezzo Sang couleur per quattro danzatori. Dal 2004 dirige la compagnia di danza Anjorombala e dal 2015 il Maray Dance Studio. È promotrice e direttrice artistica di numerosi eventi di danza in Madagascar, tra cui dal 2022 il Festival Internaziona e Evasion Danse e dal 2015 il programma di formazione Danse pour tous . Ha creato lo stile La Danse Maray, che insegna dal 2008.
Humphrey Maleka, nato e cresciuto a Soweto, Johannesburg, inizia a danzare da giovanissimo apprendendo la pantsula e altre forme di danza delle township. Dal 1991 s i avvicina alla danza afro- fusion e contemporanea. Nel 2006 en ra nel programma formativo di Ntsoana, compagnia di cui diventa poi membro stabile e di cui è attualmente direttore delle prove. Si è esibito con la compagnia in festival come Dance Umbrella, Arts Festival, Jomba! Contemporary Dance Experience, National Arts Festival, e in tournée in Mozambico, Paesi Bassi, Germania, Francia, Svizzera, Turchia , Tunisia e Stati Uniti. L’assolo Naka t ša go rwešwa è stato presentato al GoetheonMain, all’interno dell’In House Project, e al Dance Umbrella. Il suo linguaggio coreografico parte da giochi tradizionali che si intrecciano con quelli moderni: il gioco come base del movimento e strumento per rendere accessibili temi complessi.
Aziz Zoundi è nato nel 1993 a Ouagadougou, Burkina Faso. Si è diplomato in danza contemporanea presso il Centre de Développement Chorégraphique CDC La-Termitière di Ouagadougou. Ha inoltre frequentato l’Ecole des Sables in Senegal e il Centre de Développement Chorégraphique CDC La-Termitière in Burkina Faso. Come danzatore ha effettuato tournée in America e in Europa. Nel 2024 ha inoltre danzato nella tournée mondiale della ripresa di The Rite of Spring di Pina Baus, prodotta dalla Pina Baus Foundation, Sadler’s Wells (Londra) e École des Sables (Toubab Dialaw, Senegal).
BAMBU
è un’idea di Roberto Castello
produzione esecutiva: ALDES
coordinamento organizzativo: Kyra Castello
distribuzione: Beatrice Tani
JULIE IARISOA / Un voyage autour de mon nombril
coreografa, danza e testo Julie Iarisoa
creazione musicale Odon Rakotoarisoa
occhio esterno Patrick Acogny
residenze Studio Maray, Ecoles des Sables Sénégal , Inst i tut Français de Madagascar
sostegno alla creazione Institut Français attraverso il programma “Résidanses”
HUMPHREY MALEKA / Naka tša go rwešwa
coreografia e interpretazione Humprey Maleka
regia Sello Pesa
visuals Seba Visuals
produzione in collaborazione con il Goethe- Institut Sudafrica
AZIZ ZOUNDI / Chute Perpetuelle
coreografia e interpretazione Aziz Zoundi
assistente alla coreografia Kafando Idrissa dit Vicky
musica France Treichler
luci e suono Daouda Zerbo
video Eric Sanou
costume Aziz Zoundi
produzione associazione tilgdo / cie zoundi
ALLA SELEZIONE DEI LAVORI DI QUESTA EDIZIONE HANNO PARTECIPATO:
Ariry Andrianmoratsiresy (Antananarivo – Madagascar ), Umberto Angelini (Milano), Paolo Cantù (Reggio Emilia), Panaibra Canda (Maputo – Mozambico) Roberto Castello (Porcari – LU), Alli Hajarat (Lagos – Nigeria), Maria Inguscio (Catania), Nadia Macis (Torino), Massimo Ongaro (Trento), Marina Petrillo (Genova), Selo Pesa (Johannesburg – Sudafrica), Gilberto San ini (Ancona), Didjakady Tiemanta (Bamako -Mali)
un sentito ringraziamento a Mederic Turay per avere concesso l’utilizzo di “African Vibe” (2020) come immagine del progetto
con il sostegno di MIC – Ministero della Cultura, Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca