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Il Romaeuropa Festival al Mattatoio si fa ULTRA. Per festeggiare la sua quarantesima edizione, il REF apre una nuova traiettoria progettuale: Ultra come mutazione, apertura verso linguaggi e formati ibridi. Un’estensione del festival che diventa riflesso amplificato, deformato, molteplice delle estetiche, delle pratiche e delle urgenze che attraversano il presente. Non a caso, l’opening di questo festival nel festival – il 20 settembre – è affidato a due voci fondamentali dell’avant-pop contemporaneo: Lyra Pramuk e Isabelle Lewis.
Lyra Pramuk non si limita a fare musica: crea ecosistemi sonori in cui corpo, identità , tecnologia e spiritualità si intrecciano. Nata in Pennsylvania e formatasi come cantante classica, ha trovato in Berlino il proprio laboratorio creativo. Con il debutto Fountain (2020) – realizzato interamente con la sua voce, moltiplicata e trasformata fino a diventare pura materia elettronica – ha ridefinito l’elettronica vocale, dando corpo a una nuova sensibilità post-digitale. Nel 2022, con Delta, un album di remix e reinterpretazioni di Fountain, ha collaborato con artisti come Caterina Barbieri, Colin Self e Vessel. Il suo Hymnal, da poco pubblicato, esplora un approccio più ampio e collaborativo, in cui elettronica, strumenti classici e sperimentazioni vocali e biologiche si fondono. I suoi live sono rituali sonori, dove la voce diventa spazio di risonanza, antenna, soglia. Icona futurista e figura poetica, Lyra Pramuk si muove tra glitch, spiritualità e vocalità arcaica, reinventando l’idea stessa di canto come forma di cura e rigenerazione.
Isabelle Lewis, presentato con il sostegno di Flanders State of the Art,è una creatura sonora mutante, frutto dell’immaginazione collettiva di tre artisti provenienti da differenti universi creativi: il compositore islandese Valgeir Sigurðsson (producer di Björk, Feist, Nico Muhly, Lyra Pramuk), il controtenore e regista belga Benjamin Abel Meirhaeghe (già al REF nel 2022 con Madrigals), e la violinista e performer Elisabeth Klinck (già in scena in One Song di Miet Warlop). Il loro debutto, Greetings, uscito nell’ottobre 2024 per l’etichetta islandese Bedroom Community, è stato presentato all’Ancienne Belgique di Bruxelles, segnando l’ingresso di Isabelle Lewis in un territorio musicale che sfugge a ogni classificazione. La loro musica si muove tra malinconia orchestrale, sensibilità pop e profondità classica, restituendo un’esperienza d’ascolto stratificata e immersiva. Isabelle Lewis è un alter ego sonoro, una presenza immaginaria che si manifesta in tre dimensioni: il canto trascendente e visionario di Meirhaeghe, le trame elettroniche rarefatte scolpite da Sigurðsson, e l’arco lirico, inquieto, di Klinck. Ogni brano è un paesaggio in trasformazione, ogni performance un rito audiovisivo che stimola mente e corpo, ragione e intuizione. Insieme, danno vita a una combinazione unica di musica elettronica e classica contemporanea: un progetto magnetico, audace e coinvolgente.Â
Listening to the future, ULTRA REF begins here: Lyra Pramuk + Isabelle LewisÂ
To celebrate its 40th edition, the REF launches a new design trajectory: ULTRA as mutation, an opening towards hybrid languages and formats. An extension of the festival that becomes an amplified, distorted, and multiple reflection of the aesthetics, practices, and urgencies running through the present. It’s no coincidence that the opening of this “festival within the festival”—on September 20—is entrusted to two fundamental voices of contemporary avant-pop: Lyra Pramuk and Isabelle Lewis.
Lyra Pramuk doesn’t just make music: she creates sonic ecosystems where body, identity, technology, and spirituality intertwine. Born in Pennsylvania and trained as a classical singer, she found her creative lab in Berlin. With her debut Fountain (2020)—crafted entirely from her voice, multiplied and transformed into pure electronic matter—she redefined vocal electronica, giving form to a new post-digital sensibility. In 2022, with Delta, a remix and reinterpretation album of Fountain, she collaborated with artists such as Caterina Barbieri, Colin Self, and Vessel. Her newly released Hymnalexplores a broader, more collaborative approach in which electronics, classical instruments, and vocal/biological experimentation merge. Her live performances are sonic rituals, where the voice becomes a space of resonance, an antenna, a threshold. A futuristic icon and poetic figure, Lyra Pramuk moves between glitch, spirituality, and archaic vocality, reinventing the very idea of singing as a form of healing and regeneration.
Isabelle Lewis, presented with the support of Flanders State of the Art, is a mutant sonic creature, born from the collective imagination of three artists from different creative universes: Icelandic composer Valgeir Sigurðsson (producer for Björk, Feist, Nico Muhly, Lyra Pramuk), Belgian countertenor and director Benjamin Abel Meirhaeghe (previously at REF in 2022 with Madrigals), and violinist-performer Elisabeth Klinck (featured in One Song by Miet Warlop). Their debut, Greetings, released in October 2024 by the Icelandic label Bedroom Community, premiered at the Ancienne Belgique in Brussels, marking Isabelle Lewis’s entry into a musical territory that defies all classification. Their music moves between orchestral melancholy, pop sensitivity, and classical depth, offering a layered and immersive listening experience. Isabelle Lewis is a sonic alter ego, an imaginary presence manifesting in three dimensions: Meirhaeghe’s transcendent, visionary singing; Sigurðsson’s sculpted, rarefied electronic textures; and Klinck’s lyrical, restless bow. Each track is a shifting landscape; each performance, an audiovisual ritual that engages both body and mind, reason and intuition. Together, they create a unique fusion of electronic and contemporary classical music: a magnetic, bold, and captivating project.
