Si è conclusa il 20 novembre, con l’esecuzione musicale di Einstein on the beach proposta dall’ensemble Ictus insieme a Collegium Vocale Gent e Suzanne Vega all’Auditorium Parco della Musica (grazie alla corealizzazione con Musica per Roma), la trentasettesima edizione del Romaeuropa Festival.
Avviato l’8 settembre, il festival presieduto da Guido Fabiani con la Direzione Generale e Artistica di Fabrizio Grifasi, ha proposto oltre 105 eventi per 176 repliche in più di due mesi di programmazione totalizzando oltre 44.000 presenze complessive per un incasso di oltre 700 mila euro.
«Siamo molto felici di questi risultati che ci riportano ad una situazione di normalità dopo i due anni di limitazioni dovute alla crisi pandemica» afferma Fabrizio Grifasi «Abbiamo scelto di ripartire con delle grandi sfide come portare la creazione coreografica internazionale al grande pubblico in uno spazio come la Cavea dell’Auditorium Parco della Musica normalmente deputato ai grandi concerti di musica pop o rock, o costruire percorsi dedicati alle icone della musica del Novecento e in particolare del minimalismo come Steve Reich, Philip Glass, Terry Riley in dialogo con differenti discipline e formati senza rinunciare alla ricerca musicale più attuale – da Ólafur Arnalds a Bryce Desner con Katia e Marielle Labèque – sconfinando nell’elettronica e nell’avant-pop. Abbiamo mantenuto con successo la promessa di portare al pubblico spettacoli che difficilmente si vedrebbero a Roma come ha dimostrato l’“Opera da Tre Soldi” presentata dalla storica compagnia del Berliner Ensemble con la regia di Barrie Kosky, tra i più importanti registi d’opera internazionali. L’attenzione alla creatività emergente italiana ed europea, le coproduzioni, le sfide delle differenti sezioni del REF2022 rappresentano l’anima plurale della nostra manifestazione che è garanzia di uno sguardo sempre sensibile al presente e alle comunità che lo abitano».
Prosegue Guido Fabiani: «Ci siamo chiesti come immaginare un futuro possibile costruito sul dialogo e il confronto culturale in opposizione netta e determinata a ogni forma di guerra, di aggressione, di atrocità in Europa e ovunque nel mondo, rivendicando la centralità umana con la sua unicità nel saper creare e immaginare. Una sfida vinta non solo attraverso gli spettacoli presentati ma anche attraverso segni di un fare concreto come la prima collaborazione con UNHCR o il progetto REF Eco Friendly. Ma questi risultati sarebbero stati impossibili senza il supporto delle istituzioni nazionali e cittadine, dei partner italiani e stranieri del festival, della rete di collaborazioni sul territorio che abbiamo sviluppato nel corso della nostra storia».
Appuntamento a settembre 2023 con la trentottesima edizione del Romaeuropa Festival.