Una lettera d’amore della redazione di Siamomine a Romaeuropa, al termine di questo primo capitolo di #TAKEOVER. Ci vediamo a settembre durante il festival!
Eco
Light
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Amiamo poche altre cose come l’estate, inutile dilungarsi oltre. Eppure, al tempo stesso, amiamo poche altre cose come l’estate che finisce. È difficile da spiegare meglio, ma sappiamo che chi sa di cosa parliamo, ha già capito.
Roma a settembre, è una città magnifica. Si intravede ancora un residuo di abbronzatura tra le masse di persone che ripopolano i quartieri, sopravvive in qualche modo una certa pace accumulata nelle lunghe sieste postprandiali di agosto, i sandali per fortuna non sono ancora fuori tempo massimo sui marciapiedi e per le strade. È il momento di massimo splendore per i buoni propositi, delicati come tulipani che inesorabilmente appassiranno uno ad uno nel giro di poco tempo. Le settimane prendono di nuovo forma e con queste anche la scansione del tempo libero. Una delle nostre attività preferite è prendere l’agenda e riempirla di tutti gli eventi e le attività culturali che la città offre con rinnovato vigore. Insomma, a settembre Roma è bella anche perché inizia Romaeuropa Festival, un appuntamento fisso – tanto per usare questa odiosissima espressione banale – che sta lì praticamente da sempre, assieme a una manciata di altre certezze nella vita.
Di solito le cartoline si mandano dopo un viaggio, in questo caso invece spediremo dei pensieri nel futuro, per quando fra qualche mese staremo per prendere posto tra le poltrone prima di uno spettacolo o di un concerto per l’inizio del REf 2021
In genere, tutto comincia con un tramonto. Che sia sul Lungotevere per raggiungere l’Auditorium Parco della Musica o il MAXXI, oppure di sfondo dietro lo skyline postindustriale del quartiere Ostiense per arrivare al Mattatoio.
È sempre magnifico incamminarsi al crepuscolo per gli spettacoli di Romaeuropa, quando il dilungarsi delle giornate ancora contrasta l’arrivo della sera e l’autunno alle porte sembra ancora lontanissimo.
Forse è sgarbato dirlo, ma il nostro posto preferito è la Cavea dell’Auditorium. Impossibile non rimanere incantati dall’atmosfera – e dall’acustica – che offre lo spettacolo a cielo aperto. È chiaro che rende tutto più facile l’idea di sedersi e assistere all’esibizione di Max Richter – come accadrà il prossimo 20 settembre – ma in passato abbiamo assistito a moltissimi altri spettacoli dello stesso livello, il primo che ci torna in mente è Two di Alva Noto e Ryuichi Sakamoto un vero regalo di Romaeuropa alla città, portare uno spettacolo simile. Rimarrà a lungo tra i concerti più belli ai quali abbiamo assistito in questi anni. In quel caso si trattava della Sala S. Cecilia, che assieme alla Petrassi anche quest’anno ospiteranno un sacco di spettacoli che non ci faremo mancare: innanzitutto tutta la rassegna Line Up! che racchiude alcune delle migliore musiciste del pop contemporaneo come Rachele Bastreghi, Ditonellapiaga, La Niña, per esempio.
Come sanno i lettori e le lettrici di Siamomine, siamo abbastanza fissati con la tecnologia applicata alla società, per cui la rassegna Digitalive rappresenta al meglio le nostre passioni in tema di internet culture, intelligenza artificiale, lavoro digitale. Non vediamo l’ora di vedere per la prima volta dal vivo Il Quadro di Troisi, il progetto di Donato Dozzy e Eva Geist che abbiamo adorato dalla prima ora, così come adoriamo Not Waving già da un bel po’.
Ma Digitalive non è solo musica. Non abbiamo idea di cosa ci aspetterà, ma sappiamo che sarà fantastico partecipare “Così è (o mi pare)”, ovvero Elio Germano che interpreta Pirandello con la realtà aumentata al Mattatoio.
In effetti ora ci sentiamo in colpa ad aver detto che la Cavea è il nostro luogo preferito, perché anche il Mattatoio è un pezzo di cuore. Diciamo che qui è dove ci sentiamo più a casa – non solo perché abitiamo più vicino! –, è qui che pulsa l’anima di REf a cui ci sentiamo davvero legati e che lo rendono un festival a cui vogliamo davvero tanto bene. Qui è dove si svolgerà un’altra grossa fetta di Digitalive, che vuol dire Marta De Pascalis, Colin Benders, oltre agli appuntamenti online con Mara Oscar Cassiani e Umanesimo Digitale, tra gli altri.
A questo punto l’agenda di cui sopra, è già bella piena. Ma non abbiamo finito. Anche perché se non fosse per Romaeuropa, saremmo irrimediabilmente ignoranti in fatto di danza contemporanea e quel poco che sappiamo, lo sappiamo perché abbiamo assistito a degli spettacoli incredibili durante il festival e così sarà ancora durante Dancing Days. Sarà a tutti gli effetti il nostro ritorno dopo tanti mesi al Teatro Vascello con Connor Schumacher, al Teatro Argentina con “Andy” di Gus Van Sant, nella Sala A del Teatro India con Inferno di Roberto Castello. Sappiamo già che sarà fin troppo emozionante.
Il bello è che ci sarebbero ancora decine di appuntamenti di cui parlare, ma Romaeuropa è unico anche per questo. Ognuno lo vive a proprio modo, lo lambisce o lo attraversa a seconda dei casi. È parte integrante della città per tutta la sua durata e oltre. Anche per questo siamo stati felicissimi del progetto #TAKEOVER andato avanti nelle scorse settimane su questi canali. È stata un’esperienza di cui faremo tesoro e un’opportunità unica. Adesso non possiamo far altro che spedire queste cartoline d’amore e darvi appuntamento a settembre, con tutte le novità che porta sempre con sé.