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Musica

Auditorium Parco della Musica - Sala Petrassi

Luciano Berio e Luigi Nono

Il suono sospeso


Il suono sospeso

Il suono sospeso

«L’avanguardia agita una poetica, rinunciando per amor suo alle opere, e produce piuttosto manifesti, mentre lo sperimentalismo produce l’opera e solo da essa estrae…

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DNA Appunti Coreografici

Si apre con un momento di intimità l’edizione 2013 di DNA: tre giovanissimi coreografi italiani Nicola Galli, Claudia Catarzi e Anna Basti, mostrano al…

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Untitled - I will be there when you die

Le Monde ha definito l’opera di Alessandro Sciarroni magnetica e anomala facendo particolare riferimento al suo “Folk-s” (2012) primo passo di un progetto più…

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Pneuma

“Orphans” e “Chroma” sono il momento conclusivo del progetto “Pneuma”, un percorso teorico e fisico che la danzatrice e coreografa Simona Bertozzi e lo…

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This is theatre like it was to be expected and foreseen

Fece un gran baccano “This is theatre like it was to be expected and foreseen” quando nel 1982 apparve sulle scene: dal vocio delle…

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Hedda Gabler

Lei, “Hedda Gabler”, la cattiva, la pericolosa per sé e per gli altri: il capolavoro di Henrik Ibsen torna sui palcoscenici capitolini nell’allestimento realizzato…

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Jan Fabre al MAXXI

La Galleria 4 del MAXXI ospiterà Jan Fabre: artista visivo e autore teatrale, noto per la sua opera innovativa e poliedrica. In una mostra curata da Germano Celant, storico e critico d’arte, Fabre presenterà per la prima volta le azioni e le performance dagli anni Settanta ad oggi. Disegni, “thinking models”, collages, film, foto e documenti costituiranno la base per ripercorrere le decine di performance e di azioni, sia private che pubbliche, che ha realizzato in Belgio e all'estero. Fin da giovane Jan Fabre è stato affascinato dall’idea di osservare, analizzare e sfidare il corpo. Quando all'età di diciotto anni vede le opere dei pittori primitivi fiamminghi e le loro rappresentazioni del corpo sofferente di Cristo, ha una rivelazione: per l’artista si trattava di Body Art. Fabre, già all'età di vent'anni, disegna utilizzando il proprio sangue, trascorre ore percorrendo da Nord a Sud la linea tranviaria di Anversa con il naso nelle rotaie, brucia i soldi degli spettatori nella “Money Performance”, si chiude nella sua Bic-Art Room di Leiden per tre giorni e tre notti, invita vari critici d'arte a sparargli nel Franklin Furnace di New York, prende in ostaggio il filosofo Lars Aagaard Mogensen a St. Louis e viene arrestato, trascorre quattro ore con Marina Abramovic in una gabbia di vetro al Palais de Tokyo di Parigi e recentemente si mette alla gogna nel Museo di Arte Contemporanea di Tokyo, esponendosi al lancio di centinaia di pomodori. Fabre pensa alla performance art come una ‘per-for-azione’ del corpo in relazione al mondo esterno, per esplorarne i limiti, le azioni e le reazioni, sia interne che esterne.
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Tabea Martin

Essere o non essere un danzatore. Sembra essere questo lo spunto iniziale di “Duet for two dancers”, lo spettacolo con il quale la coreografa,…

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Per non svegliare i draghi addormentati

Ci sono frammenti di un universo consumato dal tempo e dalla crescita in “Per non svegliare i draghi addormentati”, nuova creazione del coreografo e…

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Dolly

Il percorso di Giorgia Nardin, giovane danzatrice vista un anno fa a Romaeuropa con il suo “Dolly”, è emblema delle dinamiche creative che caratterizzano…

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The power of theatrical madness

Testimonianza di una passione sanguigna e divorante per il teatro, “The power of theatrical madness”, è una creazione di Jan Fabre del 1984 divenuta…

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When we were old

Prima di tutto c’è un incontro: quello tra la coreografa italiana Chiara Frigo e il coreografo del Québec Emmanuel Jouthe. Questa conoscenza, che si…

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Good Vibrations

“Good Vibrations” è il titolo di una canzone del 1966 dei Beach Boys, il cui spunto iniziale, come raccontò nel 1995 Brian Wilson il…

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Die Wohlgesinnten

Si può capire il male, quello assoluto, comprenderlo fino a condividerne emotivamente le ragioni? È la sfida di “Die Wohlgesinnten”, il nuovo lavoro teatrale…

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