Dopo “La metamorfosi” sento di dovermi ancora occupare di un racconto di inizio novecento. Mi sono soffermato sul “mozzo” attorno a cui ruota tutta la produzione di Joyce. Il suo canto d’esilio. Ho scoperto che The dead è un’insuperabile guida per andare a caccia di fantasmi. I propri. E’ parlare della vita come luogo confinante con altre realtà che ci sono in-tangibilmente prossime. La parola che mi interessa è nostalgia. Si può parlare di nostalgia del presente? E’ solo una questione sentimentale?
Mi sono chiesto perché la mia attenzione ora, e da un po’ di tempo, si rivolge a piccole storie borghesi, la cui trama può apparire semplice e quasi banale come nel caso di The dead o avere un elemento di grande potenza che si esaurisce subito come ne La metamorfosi. Posso solo dire questo: una personale ed istantanea rivoluzione emotiva, nell’intimo della nostra stanza, agisce come una detonazione o una deflagrazione. Lo voglio dire, sconvolge le sorti umane al pari di una guerra. A volte le guerre ci appaiono come un duro sfondo di cui sappiamo poco o nulla. Conosciamo però lo scuotimento del nostro quotidiano nelle sue più telluriche smagliature. Joyce e Kafka ne hanno saputo parlare. Hanno parlato di me e forse anche di te, spettatore. (Claudio Angelini)
Come nella precedente creazione scenica liberamente tratta dal racconto di Kafka, anche The dead funziona come un estrattore e ci spinge a individuare un dispositivo originale di rappresentazione. Tale dispositivo è per noi costituito dalla fotografia scattata in tempo reale attraverso la quale gli spettatori vedono la scena per una parte dello spettacolo. Fotografia come nostalgia, come finestra su un altro mondo, a noi contiguo.
Il progetto The dead dopo essere ripartito da B-Motion all’interno di Bassano Opera Estate 2011 ed aver mostrato un’anteprima ai cantieri Temps d’Images di Romaeuropa Festival nell’ottobre 2010 continua con una serie di tappe denominate “shoot” ed aventi il progressivo numerico cronologico e il luogo della loro prima esposizione, per arrivare alla sua forma definitiva a Romaeuropa Festival 2012.
Città di Ebla è un collettivo artistico teatrale formatosi nel 2004 a Forlì. Con i sui lavori scenici (Othello, Wunderkammer, progetto Pharmakos, La Metamorfosi) arriva rapidamente alla ribalta della scena teatrale nazionale. Nel 2005 partecipa alla Biennale del Mediterraneo a Napoli; nel 2006 vince il Premio Casagrande con Pharmakos_Embrione quale miglior spettacolo all’interno de Loro del Reno 3; nel 2008 la Fondazione Pontedera Teatro produce la conclusione del progetto Pharmakos che debutta a Fabbrica Europa nel mese di maggio dello stesso anno. Dopo La metamorfosi, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Franz Kafka, il collettivo partecipa a Romaeuropa festival 2010 nell’ambito dei Cantieri Temps d’images con il nuovo lavoro tratto da The dead di James Joyce, creazione che arriverà alla sua forma definitiva nell’edizione di Romaeuropa 2012. Città di Ebla organizza dal 2006 l’evento Ipercorpo, uno degli appuntamenti più significativi per la visione di giovani realtà che si occupano di arti performative in Italia.
Luca di Filippo. Direttore creativo, fotografo e designer con base a Londra.
Luca ha progettato per studi famosi come Foster+Partners e The Brand Union prima di dedicarsi prevalentemente alla fotografia. Con oltre centodieci mila immagini vendute in sei anni attraverso Gettyimages/iStockphoto, si è affermato come tra più produttivi fotografi italiani nel mercato della fotografia d’archivio.
Vincitore della categoria Fine-Art all’International Photography Award di New York, ha ricevuto dallo stesso concorso tre Menzioni d’Onore durante le edizioni del 2010 e 2012.
Recentemente ha iniziato ad indagare per trovare una ricetta innovativa che miscela il design con la fotografia.
Crediti
Ideazione, regia e luci
Claudio Angelini
con
Valentina Bravetti e Luca di Filippo
fotografie in tempo reale
Luca di Filippo
Composizione sonora e manipolazione del suono
Franco Naddei
Cura degli allestimenti e costumi
Elisa Gandini
Collaborazione drammaturgica
Riccardo Fazi
Disegni in scena
Jacopo Flamigni
Direzione tecnica
Luca Giovagnoli
Aiuto tecnico
Stefan Schweitzer, Nicola Mancini
Collaborazione tecnica agli allestimenti
Luca Brinchi
Sartoria
Liana Gervasi
una produzione
Città di Ebla, Romaeuropa Festival 2012, Teatro Diego Fabbri, Comune di Forlì
con il sostegno di
Regione Emilia Romagna, Provincia di Forlì-Cesena
Si ringrazia per le residenze
Santarcangelo 2012 – Anno solare, Teatro Goldoni/Accademia Perduta di Bagnacavallo
Si ringraziano inoltre
Rosa Bollettieri Bosinelli, Gianluca “Naphta” Camporesi
Il real time shooting è una tecnica espressiva ideata da Claudio Angelini e Luca di Filippo
Il progetto the dead 2011-2012