Domenica 18 novembre la serata si apre con gli Hobocombo, un trio formato da Andrea Belfi alla batteria e voce, Rocco Marchi (Mariposa) alla chitarra, sintetizzatore e voce e Francesca Baccolini (ex-Urania) al contrabbasso e voce. Il trio ricontestualizza in una luce contemporanea i brani senza tempo di Louis Thomas Hardin, in arte Moondog, eccentrico compositore americano del secolo scorso, e precursore delle tendenze minimaliste degli anni 60 e 70 della musica di Philip Glass e Steve Reich. Servendosi di sonorità classiche e arcaiche, sinfoniche e psichedeliche, Hobocombo costruisce un melting pot ancor più eccentrico, se possibile, dell’originale, capace di evocare un indefinito passato mitico, insieme ad una brulicante contemporaneità urbana.
Seguirà poi il concerto dei romani Mombu,il nuovo progetto di Luca T. Mai e Antonio Zitarelli, rispettivamente sax negli ZU e batteria nei Neo che dopo la collaborazione nel progetto Udus decidono di ridurre all’osso l’organico per cimentarsi in un lavoro che vuole trattare soluzioni musicali di matrice africana e mescolarle con la violenza sonora cara ad entrambe. I Mombu non si accontentano di produrre musica che strizza l’occhio alle tendenze, alle mode o al profeta di turno, ma modellano attraverso la loro perizia musicale materiali sonori apparentemente distanti tra loro , come la musica percussiva africana e l’hardcore noise, free, metal, proveniente dalla moderna tradizione musicale dell’occidente. Il risultato è una musica grassa, torrentuosa, con ritmiche magiche-ipnotiche, barriti da rituale voodoo ed uscite di rigore africano, il tutto con una chiave di lettura prettamente dettata dall’esperienza musicale di entrambi.