Il recente debutto di “Corps de Ballet”, pièce creata con i danzatori del CCN-Ballet de Lorraine, consacra il francese Noé Soulier tra i coreografi emergenti più interessanti del momento. Ne è conferma l’attenzione riconosciutagli nel 2010 dal concorso Danse Élargie organizzato dal Théâtre de la Ville e dal Musée de la Danse di Parigi che premia le sue “Petites Perceptions”. L’intuizione brillante di indagare cosa c’è tra l’intenzione e il movimento, prende forma nella seguente domanda, come il movimento può parlare di se stesso? A questo interrogativo Soulier risponde con la lecture performance “Mouvement sur Mouvement” (2013) che investiga da un lato la possibilità di creazione di un discorso sul movimento e, dall’altro, le possibilità del movimento stesso di generare discorso. La sua indagine parte dalla riproduzione fisica di alcune sequenze proposte da William Forsythe nelle sue Improvisation technologies, dove il coreografo tedesco mostra diversi strumenti per generare e analizzare il movimento. Forsythe non propone una coreografia, ma un approccio che diventa per Soulier materia di danza a cui donare un altro statuto. Questa scelta lo guida nel gap che c’è tra discorso e gesto, permettendogli di arrivare all’elaborazione del senso. Nella sua lecture performance il coreografo parla di tecnica Classica e tecnica Cunningham, dona corpo e voce al task n.21 di Yvonne Rainer, al movimento meccanico menzionato da Trisha Brown, alle istruzioni per una danza di Simone Forti; cita studiosi e artisti per concludere con le considerazioni dell’ingegnere Auguste Choisy chiamato a misurare il Partenone. Noé Soulier, formatosi al CSMD di Parigi, laureatosi a P.A.R.T.S nel 2010 e forte di un Master in Filosofia alla Sorbonne, dimostra con “Mouvement sur Mouvement” di saper generare una polifonia di significati che si muovono in un’unica prospettiva dinamica a partire dal confronto di diversi punti di vista.