Una delle figure più amate dello spettacolo francese del secondo novecento, Renée Jeanmaire, detta Zizi, nasce a Parigi nel 1924 ed entra a soli nove anni nella scuola di danza dell’Opéra di Parigi. Malgrado sei anni dopo faccia già parte del corpo di ballo e di lì a poco arrivi a diventare un’apprezzata solista, Zizi lascia l’Opéra perché questa le impedisce di danzare anche negli altri teatri e dà avvio ad una personale ed inarrestabile carriera da protagonista che la porterà sulla scena internazionale: nel 1946 è solista al Nouveau Ballet de Monte-Carlo, l’anno successivo trionfa al Covent Garden di Londra in una serie di balletti classici e moderni.
Ben presto conosce Roland Petit, coreografo al teatro Sarah Bernhardt e destinato a diventare suo marito e mentore per oltre mezzo secolo. Entrambi nel Ballet de Paris, raggiungono un incredibile successo planetario con Carmen, che debutta a Londra nel febbraio 1949, e fanno il bis con La croqueuse des diamants (la canzone omonima è scritta da Raymond Queneau) diventando così una delle più solide e apprezzate coppie artistiche.
La risonanza è tale che, durante una tournée americana, Hollywood scrittura Zizi per un film tratto da Carmen: in realtà non se ne farà nulla ma, mentre anche Petit viene arruolato dagli studios, Jeanmaire inizia una carriera parallela di attrice cinematografica che la porterà ad interpretare negli anni ben sei pellicole, prima fra tutte Hans Christian Andersen (1952, in Italia Il favoloso Andersen), con Danny Kaye protagonista. Nel frattempo, anche Broadway la chiama e la danzatrice ottiene così un nuovo grande successo con The Girl in Pink Tights (1954), coreografia di Agnes De Mille.
Il 1956 è l’anno di una nuova svolta: Zizi esordisce come cantante in una Revue des Ballets de Paris e il pubblico ne riconosce immediatamente la qualità, offrendole una terza carriera come interprete privilegiata della canzone francese, per la quale legherà il suo nome soprattutto al talento di Serge Gainsbourg. Trascinante, ironica, piena di energia e leggerezza, la Jeanmaire appare come una donna di spettacolo completa, capace di utilizzare la propria formazione classica e continuare a rinnovarsi al tempo stesso, con una serietà professionale e una verve contagiosa che ne hanno fatto un simbolo in patria (“Sans elle, Paris ne serait pas Paris”, per Aragon) e un’icona della Francia nel mondo.
Nel 1957, presentata da Maurice Chevalier all’Alhambra di Parigi, debutta anche nel music-hall, raccogliendo una nuova serie ininterrotta di ovazioni e inventando un numero, Mon truc en plumes, rappresentato tutt’oggi.
Malgrado i problemi fisici, ha continuato ad esibirsi sotto la guida illuminata di Petit con due celebri spettacoli al Casino de Paris negli anni settanta, La revue de Roland Petit e Zizi je t’aime, calcando il palcoscenico con lo stesso entusiasmo fino agli anni novanta.
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