Danzatore-performer, pedagogo, regista-coreografo fiammingo, Alain Platel è considerato uno dei nuovi maestri della scena europea. Prima di ottenere la laurea in pedagogia, segue corsi di mimo e arte circense e lavora con adolescenti difficili e abbandonati. Quindi incontra la coreografa Barbara Pearce che, a Parigi, lo ingaggia come danzatore non professionista per una compagnia di danza moderna di cui diviene presto un interessante interprete. Tornato in Belgio, dà inizio ad una attività di teatro amatoriale con un gruppo di amici con i quali applica i metodi pedagogici appresi durante il suo lavoro con situazioni marginali.
Il 1984 è l’anno ufficiale di nascita dei Ballets C. de la B., i Balletti contemporanei del Belgio, un nome ironico che richiama le compagnie storiche del Novecento, come i Ballets Russes. Questo gruppo di artisti-dilettanti (ma anche di registi come Hans Van den Broeck o Christine De Smedt) per molti anni si identifica completamente con la poetica di Platel che resta fedele al principio che sulla scena non vi debba essere alcun tipo di interpretazione, ma piuttosto la vita di persone che vogliono raccontare liberamente la propria storia, senza sottomettersi ai dettami estetici di un regista o di un coreografo.
Emma del 1988 segna la nascita di Platel come autore, mentre i successivi lavori Bonjour Madame (1993) e La tristeza complice (1995), lo consacrano, da pubblico e critica, straordinario autore di respiro internazionale.
Oggi, Les Ballets C. de la B. è una delle più prestigiose ed interessanti compagnie di danza contemporanea, e la sua amalgama di cultura popolare, tratta direttamente dalla strada e di cultura artistica alta, ha dato nuova vita alla tradizione del teatro-danza.
Alla ricerca, indefessamente, di un linguaggio scenico capace di raccontare realtà dure e crudeli, ma sempre quotidiane, Platel incontra la scrittura fortemente fisica del Arne Sierens con il quale realizza alcuni spettacoli significativi quali Moederen Kind (1995), Bernadetje (1996) e Allemaal indiaan (1999). Alla fine del 1999, dopo Allemaal, Platel abbandona temporaneamente la compagnia, per realizzare, insieme al compositore Orlando Gough, Because I sing (2001), un singolare ritratto di Londra che lo vede impegnato con un coro di 500 elementi.
Il 2003 vede il ritorno dell’artista alla coreografia, ed è ancora una volta un’esplosiva sorpresa: in Wolf, accanto ai ballerini, in perfetta interazione, sono presenti ben 14 cani addestrati.
Accanto al lavoro condotto con la sua compagnia o singolarmente, Platel ha collaborato anche con altre realtà produttive quali Kirsten Tomas Delholm (Hotel Pro Forma, Copenhagen), Eva Bal (Speelteater Gent), LOD-production.
Molti premi e riconoscimenti hanno sancito il valore della sua ricerca ed attività artistica, tra cui il Prix du Publique de St. Denis nel 1990, il Mobil Pegasus ad Amburgo nel 1996 (per La tristeza complice), il Prix Océ Podium – primo premio fiammingo per le arti sceniche – nel 1997, e il Time Out Award per lets op Bach come Best International Dance Performance a Londra nel 1998.
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