Coreografia e arrangiamenti Nando Citarella
Musica Sorre s’anima mia, Tarantella del Gargano, Bembé antiguo y tarantella de Calabria, Thalassaki, Noubah a ‘mmare, Tarantella d’a fatica, Serenata alla carpinese, Fronn’e limone, Tammurriata ‘ncopp ‘o tammurro, Sevillana ‘a tre, Va’ a fatica’, Fimmini fimmini, Pizzica tarantata, Rumba scugnizza, Batucada a Pusilleco
Costumi Nathalie Leclerc
Interpreti (musicisti) Nando Citarella (voce, tammorra, tamburello), Stefania Piccioni (flauto, tamburello), Giuliana Danese (violino, tamburello), Rita Tumminia (voce, organetto, tamburello), Michaela Barnardini (voce, castagnette), Elia Ciricillo (voce, tamburello), Ahamad Yaghi (darbouka, tammorra, bendir), Umberto Papaia (tammorra, tamburello), Raniero Bassano (conga, djembè), Ravi Pagnamenta (conga, djembè), Vincenzo Troisi (conga, djembè), Roberto Giummarra (conga, cianes, sheckerè), Adriano Ceccarelli (effects, djembè), Caroselli (repenigue, djembè), Sena M’Baje (djembè, sabar), Giancarlo Tofanelli (surdo, rullante, bells), Alberto Poerio (surdo, tambura, bombo), Francesca Trenta (voce)
Interpreti (danzatori) Nathalie Leclerc, Natale Numera, Stefano Fraschetti, Anna Cirigliano, Gloria Giordano, Francesca Trenta, Laura Sechi
Produzione Compagnia La Paranza, Scuola Timba
Durata 90 minuti
I Tamburi del Vesuvio rappresenta uno spettacolo esemplare di quell’incontro tra esperienze artistiche solo apparentemente distanti, ma dotate in realtà di un’intima e suggestiva affinità. Promotore del progetto è il musicista Nando Citarella – da anni impegnato nel recupero della musica dell’area mediterranea – che ha mescolato gli strumenti della musica tradizionale napoletana con le sonorità arabe e africane, riunendo un complesso di circa 25 elementi (in gran parte percussionisti, provenienti dalla scuola romana Timba). Citarella ha presentato così un repertorio che unisce la canzone popolare alla taranta del Salentino, senza dimenticare i suoni dell’Andalusia. Tra i brani in scaletta, accompagnati sul palco da ben sette danzatori, Tarantella del Gargano, Bembé antiguo y tarantella de Calabria, Sevillana ‘a tre, Pizzica tarantata e Rumba scugnizza.
I TAMBURI DEL VESUVIO
di Nando Citarella
In questi ultimi dieci anni durante il mio girovagare per feste popolari, religiose e non, mi è spesso capitato di incontrare persone che, pur provenendo da paesi diversi dal nostro (turchi, marocchini, senegalesi, bulgari, indiani, ecc.) si erano integrati in una realtà senza dubbio diversa dalla loro, sia per cultura sia per religione. La prima volta che ho visto un tunisino suonare la tammorra tenendola alla maniera araba, è stato nel 1989 alla festa della Madonna dell’Arco sopra il Vesuvio. Guardandolo bene mi accorsi che suonava sì alla sua maniera, ma secondo il ritmo con cui si accompagnano le tammurriate.
Altra esperienza simile nel 1991 a Montemarano, dove dei senegalesi che vendevano le loro chincaglierie accompagnavano la tarantella con tamburi africani (djembè). Da qui lo spunto per una nuova contaminazione: eseguire una serie di canti e di danze che avessero come guida le tammorre e i tamburelli, ma uniti a tamburi di provenienza diversa. Attraverso queste fusioni è nato il progetto che porta il nome di Tamburi del Vesuvio (danze ai piedi del vulcano), realizzato con l’esperienza acquisita nel corso degli anni e grazie alla collaborazione della Scuola di batteria e Percussioni Timba.
(in Catalogo Romaeuropa Festival 1996)