Seconda esibizione del Groupe de Recherche Chorégraphique de l’Opéra de Paris che, oltre a riproporre La, presenta alcune delle sue coreografie più recenti. Spicca tra queste Inlets 2, in prima italiana, che riunisce due artisti la cui influenza reciproca è stata decisamente fertile nella dialettica del rinnovamento dei linguaggi, come John Cage, autore dell’omonima partitura musicale, e Merce Cunningham, il celebre coreografo americano in cui confluiscono in una sintesi perfetta la ricerca sperimentale ed il retaggio della danza accademica. Anche Carolyn Carlson, esponente di punta, ella stessa, della nuova danza statunitense, lavora per Density 21,5 a partire da una composizione preesistente di Edgar Varèse, il cui titolo si riferisce alla densità del platino con cui è stato fabbricato il flauto del primo interprete della musica di Varèse, Georges Barrère. E proprio Varése, nato a Parigi ma naturalizzato americano, si pone in un certo senso come ponte perfetto tra le due sponde dell’Atlantico, in linea con lo spirito dell’intero spettacolo proposto dal Groupe de Recherche per il quale suono e rumore, silenzio e ritmo, movimento e stasi costituiscono un unico tessuto linguistico. La capacità fisica ed interpretativa della compagnia nei confronti dei più innovativi stili coreografici si è manifestata infine nell’esecuzione di Rêves Glacés, la glaciale creazione di Uotinen su musica di Magnus Lindberg.
Rassegna stampa
“La, coreografia a 10 mani, è una metafora del capovolgimento sociale sopraggiunto con la fine del medioevo (ma se non l’avessimo letto sul programma non l’avremmo mai saputo!). È stato l’unico lavoro che ha rotto il tono un po’ monocorde delle due serate. Purtroppo, la maggior parte dei balletti contemporanei tendono – e gli spettacoli del GRCOP ne sono una testimonianza – ad una rarefatta glacialità; suscitano ammirazione nel nostro cervello ma non riescono a trascinarci, a riscaldare il nostro cuore, a riempirci di entusiasmo”.
(Simonetta Allder, L’enfant terrible supera Villa Medici, L’Umanità, 1 luglio 1987)
“Causa pioggia, l’onere dell’inaugurazione è scivolato sulle spalle di un complesso per definizione “a sangue freddo”, sceso in Italia con un programma particolarmente algido, che a Milano si concludeva non a caso con Rêves Glacés, sogni ghiacciati, monumento all’angoscia del finlandese Jorma Uotinen. […] Pubblico e critica salvano Density 21,5, il breve solo (9 minuti) creato dalla fondatrice del Gruppo, Carolyn Carlson, che segnò la sua prima esibizione nel teatro-tempio di Garnier, anno 1973. […] Non c’è dubbio che siamo a elevati livelli di danza e che Jean-Cristophe Pare ne è ottimo interprete. Ma la musica di Varèse non è altro che un nobile remake dell’Après-midi d’un faune e l’a solo della Carlson una sua ennesima rielaborazione”.
(Carlo Monotti, Chateaubriand diede il “La”, Corriere della Sera, 26 giugno 1987)
Crediti
INLETS 2
Musica John Cage
Coreografia Merce Cunningham
DENSITY 21,5
Musica Edgar Varèse
Coreografia Carolyn Carlson
LA
Musica Ghédalia Tazartes
Coreografia François Verret, Rigout, Monnier, Koren, Nadj
REÊVES GLACÉS
Musica Magnus Lindberg
Coreografia Jorma Uotinen
Compagnia Groupe de Recherche Chorégraphique de l’Opéra de Paris
Interpreti Florence Lambert, Jean-Claude Ciappara, Jean-Hughes Tanto, Fabienne Ozanne, Renaud Fauviau, Pascale Ferrari, Martine Clary, André Lafonta, Olivier Ageorges, Katia Grey, Jean-Cristophe Pare, Marie-Eve Edelstein, Anne Pruvost
Produzione in collaborazione con E lucean le stelle e il Centro Ricerche Spettacolo Il Labirinto