I MORTI Creazione scenica liberamente ispirato al racconto di James Joyce
Mi faccio guidare da alcune parole: epifania, marmo, tempo cronologico, tempo atmosferico. C’è un continuo rapporto con la rivelazione in Gente di Dublino, qualcosa che appare, che accade dopo tanto tempo in cui non è accaduto nulla. Ogni teatro abbisogna di rivelare qualcosa ed è certamente affi ne a luoghi funerari. Jean Jenet diceva che i teatri andrebbero sempre costruiti vicino ad un cimitero che, in qualche modo, mette in scena la morte. E’ certamente possibile comprendere una comunità proprio dal modo di seppellire e celebrare i suoi morti. E i nostri cimiteri come sono? Nelle loro geometrie, nell’organizzazione degli spazi, nella luce, nei suoni? Non ci raccontano forse la nostra civiltà nella sua parte più intima?
Crediti
Ideazione, luci e regia Claudio Angelini, riferimenti fotografici Valentina Bravetti, composizione sonora Elicheinfunzione, direzione scenica, illuminotecnica e fonica Luca Giovagnoli, cura degli allestimenti Elisa Gandini, una produzione Città di Ebla, Chantier TEMPS D’IMAGES 2010/Romaeuropa, Teatro Diego Fabbri, Comune di Forlì, Regione Emilia Romagna