La rassegna Videoarte, giunta al suo quarto anno, focalizza l’attenzione sulla pittura: l’immagine, la luce ed il colore diventano centrali in queste opere cinematografiche (sono tutti 16 e 35 mm) che piegano il mezzo al racconto di un quadro, di una tecnica, di un artista.
Il ritratto biografico di un autore si affianca al focus su correnti pittoriche o su specifiche tele; i colloqui con i pittori, seguiti durante il loro lavoro nell’atelier, si alternano a sguardi puramente amatoriali o affascinati. E se uno sguardo può essere puramente documentaristico, utilizzando materiali d’archivio, un altro procede lungo una lettura affatto personale e suggestionata da richiami ed associazioni. Ne emergono difficoltà e piaceri nella trasformazione della pittura in opera cinematografica, nella traduzione di un linguaggio in un altro, nel passaggio da un punto di vista artistico ad un altro altrettanto artistico. Alla fine, un incontro con i volti o le opere di Van Gogh, Picasso, Manet, Goya, Braque, Léger, Dubuffet, Masson, Motherwell, Saura, Alechinsky, Fautrier, Hantai, Fernandez, Van Velde, Mirò, Tal Coat, Lindner, Botero, Bellmer, Bosch, Cézanne, De Stael, Soulages, Favier.
A cura di Jean-Marie Drot
Il Festival Romaeuropa ringrazia Anne Coutinot, Resposabile del Servizio Diffusion Culturelle Intermedia – Parigi, Con la collaborazione di Institut National de l’Audiovisuel, Con la partecipazione di Yves Kovacs, Servizio Culturale dell’Ambasciata di Francia a Roma
VIDEOARTE 4: PITTURA E CINEMA
di Colette Veaute
“Pittura e cinema”, problematica che ha saputo riunire, nel corso degli ultimi anni, tanti talenti del cinema, ma anche delle arti plastiche, al servizio di una migliore conoscenza reciproca.
Il Festival Romaeuropa è felice di proseguire questa ricerca con il contributo di Jean-Marie Drot, che è stato anche promotore degli incontri con Malraux, dei film su Giacometti, su Man Ray, e difensore dei pittori sconosciuti di Haiti. È stato lui l’iniziatore privilegiato di ciò che mi piace chiamare la serie della “Videoarte a Villa Medici”. Siamo oggi già alla quarta edizione di questa manifestazione.
Questa ultima considerazione mi permette di farne subito un’altra: anche se quest’anno proponiamo soltanto film su supporto di 35 o 16 mm, abbiamo tenuto a conservare il nome di “Videoarte” per valorizzare la continuità della nostra ricerca, che è diventata un appuntamento annuale a Roma.
Vorrei menzionare la stretta collaborazione che intratteniamo con l’AFAA che, grazie al servizio di diffusione all’estero di Intermedia, ci ha proposto di far venire a Roma tanti film.
La programmazione di quest’anno, come dice così bene De Navacelle, “propone un resoconto delle possibilità del linguaggio cinematografico e delle scelte fatte in rapporto alle difficoltà specifiche di rappresentare la pittura sullo schermo: ritratti o colloqui, montaggi d’archivio, confronto dell’immagine con la scrittura, approccio affettivo o inventivo, film sperimentale e così via”.
Un insieme costituito dai film dei migliori autori che si sono occupati della creazione cinematografica nell’ambito di un genere definito come “il film sull’arte”, sulla traccia di precursori come Robert Hessens o Alain Resnais.
I miei ringraziamenti vanno al servizio culturale dell’Ambasciata di Francia, partner discreto ed efficace, che ci assicura una collaborazione costante.
PROGRAMMA
14 luglio
I CINEASTI DELL’OMBRA
Van Gogh
Regia Alain Resnais
17′ – 35 mm – b/n
Una biografia psicologica che va al di là della descrizione dei fatti: Resnais utilizza tutta la potenza suggestiva del cinema nella trascrizione delle opere filmate. L’universo dell’artista è percepito come sola visione del mondo, come un tutto organico.
Guernica
Regia Alain Resnais
12′-16mm-b/n
Un autentico capolavoro del regista francese che mostra la posizione che il dipinto ha avuto sia nell’evoluzione dell’estetica e dell’ideologia del pittore che nella presa di coscienza da parte di tutto un secolo in seguito ad un evento traumatico appartenuto alla guerra di Spagna. Attraverso la creazione artistica, entra in gioco l’etica e la posizione degli uomini di fronte alla storia.
L’affaire Manet
Regia Jean Aurel
21′ – 35 mm – b/n
Il film espone lo choc che Edouard Manet provocò nella società parigina della seconda metà del diciannovesimo secolo. Olimpia, prima opera d’arte moderna, sconvolge nel 1863 le tradizioni ed ogni acquisito canone sia formale che estetico.
Les désastres de la guerre
Regia Pierre Kast
25′- 35 mm – b/n
Goya, pittore privo di indulgenza alla corte di Spagna, testimonia gli orrori della spedizione napoleonica con la serie di incisioni eseguite dal 1810 al 1814, Les désastres de la guerre. La realizzazione cinematografica si avvale di testi e musica di Jean Gremillon.
Statues d’epouvantes
Regia Robert Hessens
23′ – 35 mm – b/n
Hessens ricostruisce la storia del gruppo di artisti cubisti dell’Ecole de Paris. Viene presentata l’elaborazione e poi l’evoluzione collettiva delle opere che, dopo aver sconvolto i dati accademici dell’arte ufficiale, avrebbero influenzato tanto profondamente la nostra epoca.
14 luglio
UN INCONTRO PARTICOLARE
Jean Dubuffet
Regia Roger Kahane
25′ – 16 mm – b/n
Ritratto dell’artista nell’atelier di Vence: è l’ incontro con un personaggio dalla grande libertà espressiva, sulle orme del suo lavoro, delle tecniche e combinazioni dei materiali che impiega, dello spirito della sua pittura.
André Masson et les quattres elements
Regia Jean Gremillon
19′ – 35 mm -colore
Jean Gremillon firma un’opera all’incrocio fra il documento e la poesia. Esalta il lavoro del pittore André Masson, e ne mostra la lucidità, la dedizione e la pazienza necessarie ad ogni creatore.
L’atelier de Robert Motherwell
Regia Benoît Jacquot
42′ -16 mm – colore
In un estremo rigore di tono e con un uso contenuto degli effetti cinematografici, Benoît Jacquot invita lo spettatore ad un vero incontro con Robert Motherwell ed il suo lavoro nell’atelier: è l’artista alle prese con i suoi dubbi e le sue convinzioni.
15 luglio
L’ATELIER O IL LAVORO DEL PITTORE
Motherwell reve ou realite
Regia Yves Kovacs
29′
Antonio Saura confessions
Regia Jean Claude Rousseau
26′ -16 mm – colore
Nato nel 1930, Antonio Saura è considerato uno fra i più importanti artisti spagnoli della generazione successiva a quella di Picasso. Nel suo atelier parigino, Saura spiega ed illustra la sua poetica. Altre sequenze conducono nel cuore dei paesaggi spagnoli della regione di Huesca, città natale dell’artista.
Alechinsky sur rhone
Regia Pierre Couliboeuf
23′ -16 mm – colore
Il documento presenta diversi momenti del lavoro di creazione di Pierre Alechinsky, nel suo atelier provenzale, vicino Arles. Le sue opere sembrano imitare le forze della natura, specialmente l’acqua, a cui molte di esse sono ispirate.
15 Luglio
VISITA PRIVATA
Fautrier l’enragé
Regia Philippe Baraduc
15′ – 35 mm – colore
Omaggio a Jean Fautrier che attinge al testo di Jean Paulhan, Fautrier l’enragé, in cui viene analizzata “questa pittura della parte oscura e del controsenso”. Riflessione sull’arte informale, arte della metamorfosi, dell’ellissi, dove la materia si trasforma in immagine secondo una logica complessa.
Hantaiou les silences retiniens
Regia Jean Michel Meurice
60′ – 16 mm – colore
Meun, un paese vicino Fontainebleau, nell’estate del ’76. L’atelier di Simon Hantai. L’artista espone la sua concezione pittorica in una sorta di autobiografia: la scoperta dell’Italia prima di stabilirsi in Francia nel ’49, le foto della madre, le vie fiorite a festa nel paese natale, l’infanzia in Ungheria.
Louis Fernandez
Regia Frédéric Czarnes
12′ – 16 mm – colore
Intrusione nell’universo concentrato e meditativo di Louis Fernandez: la ricerca fondamentale e solitaria di questo pittore mostra una pazienza estrema, un’applicazione insospettabile per elaborare la sostanza plastica del quadro.
16 luglio
VISITA PRIVATA
Bram Van Velde
Regia Jean Michel Meurice
26′ – 16 mm – colore
Il pittore olandese Bram Van Velde, che vive a Parigi dal 1924, guida con sobrietà lo spettatore attraverso le sue creazioni e le sue emozioni: un lungo cammino che affonda le sue radici nel desiderio di dipingere – che risale al periodo dell’infanzia – per giungere fino alla sua prima grande esposizione.
Joan Miro/Musique muette
Regia Gerard Patris
55′ – 16 mm – colore
La personalità e l’opera di Joan Mirò sono rievocate sulla base di una serie di conversazioni con l’artista, di stralci dei suoi scritti e di film già girati su di lui. Ne nasce il ritratto di un artista che rifugge la notorietà e si fa beffe dei dogmi e delle convenzioni, ma anche di un uomo timido e riservato, in contrasto con un’opera espansiva dal linguaggio formale audace.
Pierre Tal Coat l’atelier ouvert
Regia Michel Dieuzaine
26′ – 16 mm – colore
Il regista segue Pierre Tal Coat nella quotidiana passeggiata intorno al suo atelier pieno di tele allineate. Accompagnando il pittore nella campagna che ogni giorno nutre il suo sguardo, il film rende sensibili gli stretti legami della pittura “non figurativa” di Tal Coat con il mondo.
16 luglio
RICERCA DI IDENTIFICAZIONE
Richard Lindner, un peintre de la solitude
Regia Yves Kovacs
16′
Fernando Botero ou le Paradis perdu
Regia Yves Kovacs
31′
Hommage a Andre Masson
Regia Yves Kovacs
13′
“Quando ero negli Stati Uniti, Pollock veniva a vedere i miei quadri con Greenberg. E il gallerista mi diceva: “Dovresti conoscere Pollock, è un pittore che ammira le cose che fai, viene alla galleria soltanto per vedere i tuoi quadri”. Allora ho detto: “No, non voglio più allacciare nuove amicizie. La guerra mi opprime troppo. Mi contento di ciò che ho”. Ero un idiota […]”. A. Masson
Films sur Hans Bellmer
Regia Catherine Binet
35′ – 35 mm – colore
Il film analizza alcuni aspetti dell’opera erotica di Hans Bellmer (1902 – 1975). Nella prima parte compare una bambola creata dall’artista bambino per far rinascere “le vertigini della passione, fino ad inventare dei desideri”, mentre la colonna sonora é data dalla voce alternata della compagna di Bellmer, Unica Zurn, e di una bambina che legge una poesia di Eluard.
Le jardin des delices de Jerome Bosch
Regia Jean Eustache
26′ – 16 mm – colore
La ricostruzione di una serata tra amici durante la quale un ammiratore di Jerome Bosch, Jean Noel Picq, commenta in modo personale Le jardin des delices. Secondo questi, nel quadro di Bosch, c’è una rappresentazione della gioia universale che si manifesta nel rifiuto dell’ordine delle cose e della differenziazione definitiva dei sessi.
17 luglio
UN CERTO SGUARDO
Cezanne par Rilke
Regia Pierre Beuchot e Dens Freyd
26′ – 16 mm – b/n
Il film è incentrato su alcuni brani delle lettere che Rilke inviava alla moglie, nelle quali parlava dell’esposizione di Cézanne al Salon d’Automne nel 1907.
In bianco e nero, la camera dello scrittore e le vie di Parigi. A colori, solo i quadri di Cézanne.
L’envers de la forme Nicolas De Stael
Regia Pierre Samson
31′ -16 mm -colore
Tutta l’opera pittorica di Nicolas De Stael vista attraverso i suoi scritti e la sua corrispondenza. Dalle sue parole emergono i temi vivi dell’ammirazione per Courbet, Goya, Velàzquez, ed i dubbi e le lacerazioni relative al proprio lavoro.
La Pisseuse de Pablo Picasso
Regia Pierre Couliboeuf
Con Ernest Pignon Ernest
5′ – 35 mm – colore
Lo sguardo singolare di un artista contemporaneo su un’opera d’arte moderna.
A tort et à travers
Regia Eloisa Araujo e Jennifer Burford
13′ – 16 mm – colore
Il film ha per oggetto la mobilità, l’instabilità visiva dei diversi passaggi dell’installazione Point de vue. In questo senso si pone come una sorta di spazio frammentato, come quello di un labirinto.
Chambre noire: cinq peintures de Pierre Soulages
Regia Frangois Caillat
7′ – 35 mm – colore
Cinque opere interamente nere. Cinque quadri trattati come fossero i muri di una grande stanza nella quale si riflette la luce del giorno e della notte. Lo spazio formato dai quadri diventa così una camera che capta i colori e i suoni che la circondano.
Philippe Favier
Regia Philippe Simon
8′ – 35 mm. – colore
Saggio cinematografico sull’opera di Philippe Favier, attraverso i disegni, i collage, le incisioni sulle scatole di conserva e le elaborazioni con il vetro. L’artista partecipa a questo lavoro di decifrazione della propria opera.
17 luglio
I PITTORI CINEASTI
Le ballet mecanique
Regia Fernand Léger
14′ – 16 mm – b/n
All’epoca del film, Fernand Léger dipingeva la figura umana spogliandola di ogni aneddotica e traducendola in forme pure. Lo stesso spirito anima il film, che si avvale di effetti di specchi, di elementi meccanici, di foglie di metallo, di sfere. Tutto “in un’opposizione costante di contrasti violenti”.
Penelope
Regia Raymond Hains
20′ -16 mm – colore
Il film riprende immagini girate negli anni 50. Il montaggio lascia spazio a questi frammenti, senza utilizzare suoni, ma avvalendosi di un’animazione ottenuta filmando, immagine per immagine, i disegni ad inchiostro di china ed i dipinti.
Trois portraits d’un oiseau qui n’existe pas
Regia Robert Lapoujade
7’30” – 35 mm – colore
Dipingendo direttamente sotto l’obiettivo, e modificando la composizione immagine per immagine, Robert Lapoujade realizza Tre ritratti di un uccello che non esiste, una sorta di quadro vivente composto da disegni che producono molteplici forme di uccelli in movimento.
Ex
Regia Jacques Monory
5′ -16 mm – colore
Distruzione di un’ossessione, memoria di un momento di una vita vista attraverso immagini private e d’attualità. Corsa d’immagini verso l’assassinio. Un fotogramma di Ex, film costruito con citazioni dall’universo affettivo e culturale del pittore, servirà da punto di partenza per una sua tela: Meurtre N.10.
Le rouge
Regia Gérard Fromanger
3′ – 16 mm – colore
Il rosso, per il pittore, simbolizza tempo della rivoluzione. Sullo schermo sfilano le immagini anonime dell’attualità. Dal colore emerge il senso di un mondo in rivoluzione.
L’appartement de la Rue de Vaugirard
Regia Christian Boltanski
7′ -16 mm – b/n
Dal 1968, Christian Boltanski realizza film con burattini o manichini a grandezza naturale. I film della giovinezza rappresentano scene vicine a quelle dei quadri. Questo film mette in gioco un rapporto testo-immagine che usa volta per volta la ridondanza o l’esclusione.
La table
Regia Jean Clareboudt
13′ -16 mm – colore
C’è un tavolo, normale, con un cassetto contenente oggetti usuali, tuttavia è successo qualcosa poiché gli oggetti presentano strani segni. “Qualcuno” si dà da fare intorno a questo tavolo, “qualcuno” appare e scompare.
Kiosque
Regia Jacques Brissot
7′ – 16 mm – colore
Partendo dalla domanda realtiva a cosa resti nella memoria del passante di tutti i messaggi e di tutte le immagini che occhieggiano dai banchi delle edicole, il pittore Jacques Brissot propone la sua edicola personale – beffarda, crudele, scandalosa.
La vie de Manet
Regia Jean Michel Alberola
12′ -16 mm – colore e b/n
A proposito del messaggio di Manet a Le Havre e del suo imbarco per una destinazione lontana, questo film è una libera meditazione intorno alla questione della prima immagine, “l’immagine originaria”.
VIDEOARTE 4
di Jean-Marie Drot
Direttore dell’Accademia di Francia
Più che mai, nel 1992, Videoarte significa l’isola del tesoro. Vi si rifugiano i film d’Arte, quei film “su e con” gli artisti, trattati da appestati dalle televisioni commerciali e persino pubbliche. Trasmissioni ignorate, programmate per lo più nelle ore vuote della notte, ad uso esclusivo degli insonni e sonnambuli. Videoarte, a Villa Medici, intende essere un crocevia di incontri in contrasto con l’implacabile crescita dell’indifferenza, contro chi si è preso la pesante responsabilità di trasformare l’audiovisivo in uno sconfinato supermercato dove tutto si vende all’asta.
Videoarte è una specie di schermo-specchio in cui, durante l’estate, nell’ambito del Festival Romaeuropa, incontreremo i volti e le opere (in ordine di presentazione sullo schermo) di Van Gogh, Picasso, Manet, Goya, Braque, Léger, Dubuffet, Masson, Motherwell, Saura, Alechinsky, Fautrier, Hantai, Fernandez, Van Velde, Mirò, Tal Coat, Lindner, Botero, Bellmer, Bosch, Cézanne, De Stael, Soulages, Favier… Oltre a scoprire i pittori stessi alle prese con l’obiettivo cinematografico.
Tutti ospiti di Villa Medici e più esattamente della Salle Renoir, il tempo di una proiezione, il tempo dell’ascolto e di uno scambio di sguardi.
Videoarte 1, 2, 3, è una vera ronda di artisti, il cui raggio copre tanti paesi, dato che in questo campo non sono mai esistite frontiere, come non esistono d’altronde orologi, anni di nascita o di morte; Videoarte significa il tempo dominato. Come notava con grande finezza Man Ray: “Contrariamente ai politici, l’Arte e gli artisti non hanno mai cercato una maggioranza”. Bastano alcuni che sappiano trasmettere il fervore. Videoarte o la versione moderna della “guerra del fuoco”.