Serviva lo squisito umorismo di Rabih Mrouè per mettere in scena, insieme a Fadi Toufic, la guerra del Libano, e non perchè l’attore regista sia nato nel paese dei cedri, ma per il suo senso della funzione sociale del teatro, la sua vena surreale nel trasformare i fatti in astrazioni, l’abilità nel ridurre le dure materie tragiche in morbide e pericolose assurdità: per porre comodamente domande non facili. Esplosa nell’aprile del 1975, la tragedia di quell’isola felice del Medio Oriente che era il Libano in oltre trent’anni ha assunto le sembianze di uno dei peggiori incubi dei nostri tempi: lo sgretolamento di una società in violente fazioni, cui con entusiasmo hanno anche aderito tutte le religioni monoteiste, dando vita a una guerra per bande dal carattere cronico che si prolunga per inerzia e moltiplicazione rabbiosa. I ritratti dei “martiri” di questa guerra adornano da anni i muri della città di Beirut: eccoli trasferirsi sul palcoscenico interagendo attraverso monologhi ansiosi e paradossali, in una dimensione narrativa in precario equilibrio tra la farsa e la tragedia. Nell’affrontare argomenti tanto urgenti, Mrouè pone l’accento sulla natura del mezzo teatrale, sulla relazione degli attori tra loro e con il pubblico, sull’uso della tecnologia come mezzo spettacolare e come strumento dell’autoritaria strategia mediatica, tanto che il suo lavoro merita l’appellativo di “performance” per il suo valore emblematico e non come manifestazione effimera.
Crediti
Una performance di Rabih Mrou
Scritta con Fadi Toufic
Diretta da Rabih Mrou
Interpreti
Lina Saneh
Hatem El-Imam
Ziad Antar
Rabih Mrouè
Scenografia, grafica Samar Maakaroun
Animazioni Ghassan Halwani
Aiuto regista Hania Mrou
Ricerca iconografica Zeina Maasri
Foto Kohei Matsushima
Prodotto da
Tokyo International Arts Festival, Festival d’Automne Paris, Ashkal Alwan – Beirut 2007, TEMPS D’IMAGES 2007, La Ferme du Buisson, Scène nationale de Marne-la-vallèe
Con il sostegno di
Fondation d’Entreprise CMA CGM, Zaza e Philippe Jabre