Il pianista e compositore jazz polacco Piotr Orzechowski, noto al pubblico con il nome d’arte Pianohooligan, costruisce, in occasione del centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, un rituale musicale per quartetto d’archi, quartetto jazz ed elettronica raccogliendo i grandi brani scritti in omaggio al Papa polacco da artisti come H.M. H. M. Górecki o K. Penderecki e nuove improvvisazioni. Missa Sine Verbis rivisita l’esperienza religiosa in chiave laica rivolgendosi all’esperienza interiore del pubblico e lasciando alla musica il ruolo di incarnare la parola, colta nella sua forma primaria e non verbalizzata, affermazione di una perfezione senza pari e della consapevolezza della propria difettosità di fronte al mistero del rituale. Insieme a Orzechowski eseguono le musiche l’Hight Definition Quartet, il Silesian String Quartet e Stefan Wesolowski
Bio
Piotr Orzechowski – Conosciuto dal pubblico con il nome Pianohooligan il pianista, improvvisatore e compositore è uno dei musicisti più premiati della sua generazione. Salutato dalla critica come “l’artista più creativo e intransigente del giovane jazz polacco” si è esibito in tutto il mondo raccogliendo il consenso internazionale alla pubblicazione di ogni suo disco. Il suo stile è una sintesi di generi capace di sfuggire ad ogni classificazione passando dalla musica classica all’improvvisazione e sfumando continuamente il loro confine. Con il suo album di debutto Experimenti: Penderecki (Decca / Universal 2012) ha scavato nel cuore delle composizioni di Penderecki traducendo le composizione per orchestra in brani per pianoforte solista. Con il suo secondo album (ancora come solista) 15 Studies for the Oberek (Decca/Universal 2014) ha analizzato gli elementi della danza polacca “Oberek” combinando generi di musica folk e jazz contemporaneo. Il suo ultimo album 24 Preludes & Improvisation (pubblicato come doppio disco ancora da Decca / Universal, 2017) è un tentativo coraggioso di analizzare il linguaggio dell’improvvisazione cristallizzando contemporaneamente il percorso musicale fino ad oggi intrapreso dall’artista. Orzechowski è anche leader dell’Hight Definition Quartet con il quale ha scavato e sperimentato nuove modalità performative per una band jazz. Dopo Hopasa (EmArcy / Universal 2013) e Bukoliki (ForTune, 2015) nel 2019 ha pubblicato insieme al quartetto l’album Dziady (Anaklasis, PWM) basato su un testo del poeta e scrittore Adam Mickiewicz reinterpretato attraverso una performance jazz ed elettronica inedita. Alla registrazione hanno partecipato tra l’altro pionieri della musica ambient come: William Basinski, Fennesz, Krzysztof Knittel, Igor Boxx e Robert Rich. Il disco è già stato annunciato il miglior album dell’anno dalla rivista JazzPRESS, RadioJAZZ.FM e Polish Jazz Blog
High Definition Quartet – Tra I più importanti ensemble d’improvvisazione musicale polacchi, ha segnato nuovi standard per i collettivi di musica contemporanea. Premiato in numerosi concorsi jazz europei, come Jaxx Hoeilaart (Belgio) è stato definito da Randy Brecker “una delle band più incredibili se non il gruppo più incredibile con cui abbia mai suonato”. Il quartetto ha registrato e pubblicato composizioni e arrangiamenti creati da Piotr Orzechowski (Pianohooligan). L’ingresso nel mercato musicale avviene con l’album “Hopasa” (EmArcy / Universal, 2013) salutato dalle testate di jazz come l’album dell’anno. Nel 2015 “Lutoslawski” (FotTune, 2015), relaborazione del ciclo di Witold Lutoslawski, ha riscosso altrettanto successo di critica ed è stato nominato miglior disco dell’anno dal quotidiano “Rzeczpospolita”. L’High Definition Quartet è stato invitato ad esibirsi nei più importanti festival in Polonia e all’estero, tra cui il Jazz on The Odra e Jazztopad (Polonia), Rochester Jazz Festival (USA), Edmonton Jazz Festival (Canada), jazzahead! (Brema, Germania) e Getxo International Jazz Festival (Spagna) e ancora al Jazz Utsav (India), all’Ubud Jazz Festival (Indonesia) e al Gulf Jazz Festival (Kuwait). L’ensemble si è esibito in importanti locali e club, come il Bohemian Caverns (Washington), il Jazz Station (Bruxelles) e l’Opus Jazz (Budapest). Nell’autunno del 2018, il quartetto è stato in tournée in Cina.
Silesian String Quartet – Il Silesian String Quartet è stato fondato nel 1978. I suoi membri sono ex studenti dell’Accademia di musica Karol Szymanowski di Katowice. Hanno affinato la loro arte durante le lezioni di perfezionamento tenute da membri de LaSalle, Amadeus, Juilliard, Smetana e Alban Berg Quartets. Il repertorio del Silesian String Quartet comprende oltre 300 brani del “canone” della musica da camera, di cui circa 200 sono opere del XX secolo. Ha presentato in anteprima oltre 100 composizioni di compositori polacchi e stranieri alcuni creati appositamente per il quartetto. In 34 anni di carriera l’ensemble si è esibito nei più importanti festival musicali del mondo e ha tenuto circa 1.000 concerti nella maggior parte dei paesi europei, negli Stati Uniti, in Canada, Messico, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud e Cina. Ha suonato con grande successo in prestigiose sale da concerto come il Concertgebouw e Ijsbreker di Amsterdam, il Konzerthaus a Vienna, il Vredenburg a Utrecht, il Die Unie a Rotterdam, il De Singel ad Anversa, il Conservatorio reale di Bruxelles, Schauspielhaus a Berlino, Tivoli a Copenaghen, Tonhalle a Dusseldorf, Salle Pleyel e Teatre Champs-Élysées a Parigi, Jordan Hall a Boston, Hoam Art Hall a Seoul, Bellas Artes a Città del Messico e Markin Hall e Carnegie Hall a New York. L’ensemble registra regolarmente per diverse stazioni radio e ha pubblicato oltre 50 CD con musica che va da Haydn a Penderecki.
Stefan Wesolowski – Compositore, violinista e produttore musicale, laureato presso l’Academie Musicale de Villecroze, attualmente collabora con un’etichetta discografica americana Important Record, l’etichetta francese Ici D’ailleurs e la britannica Mute Song. Weso?owski ha pubblicato due album originali. Il suo disco d’esordio, Kompleta, è stato pubblicato in Polonia nel 2008 dalla Gusstaff Records / Pointa Foundation ed è un’opera composta da preghiere e inni per due voci, quartetto d’archi ed elettronica. Una riedizione dell’album in formato LP / CD / Digital è stata rilasciata e distribuita in tutto il mondo a maggio 2015 dall’etichetta francese Ici D’ailleurs. Nell’ottobre 2013 il suo album Liebestod è stato presentato per la prima volta al pubblico all’Unsound Festival. Pubblicato da Important Records, è stato accolto con entusiasmo dalla critica internazionale. Un influente portale americano Indie Shuffle ha descritto l’album come “una vera droga”, una rivista canadese Textura lo ha recensito come “provocatorio, sorprendente e commovente” e l‘olandese Caleidoscoop come un “capolavoro mozzafiato”. Nel 2017 Stefan Weso?owski ha pubblicato “Rite of the End” (Ici D’ailleurs / Mute) riscontrando altrettanto successo. L’album è stato premiato con Album of the Year 2017, votato da 60 dei migliori giornalisti musicali sul principale quotidiano polacco Gazeta Wyborcza e Album of the Year 2017 sul platorm musicale internazionale Beehy.pe. Tra le sue collaborazioni Weso?owski vanta la scrittura della colonna sonora originale di “Listen To Me Marlon” (film documentario su Marlon Brando prodotto da Universal e Passion Pictures per Showtime, candidato ai BAFTA e selezionato agli OSCAR, presentato in anteprima mondiale a Sundance Festival nel gennaio 2015) e per il documentario diretto da Kuba Mikurda Love Express con Terry Gilliam, Andrzej Wajda, Neil Jordan.Attualmente, Weso?owski sta lavorando ad alcuni nuovi film: il nuovo documentario di Kuba Mikurda), Wolf“film dell‘irlandese Nathalie Biancheri, e il nuovo film di pluripremiato regista Jagoda Szelc
A cura di
Adam Mickiewicz Institute
Con il patrocinio di
Ambasciata di Repubblica di Polonia a Roma