Palazzo Farnese, lunedì 11 marzo 2024,
Fabrizio Grifasi, Direttore generale e artistico di Romaeuropa Festival, è stato promosso al grado di Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere da Martin Briens, Ambasciatore di Francia in Italia
Martin Briens, Ambasciatore di Francia in Italia, ha insignito Fabrizio Grifasi del titolo di Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere, durante una cerimonia che si è svolta lunedì 11 marzo, a Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia in Italia.
L’Ambasciatore ha ripercorso le ragioni che hanno portato la Ministra della Cultura della Repubblica francese a promuovere Fabrizio Grifasi Officier des Arts et Lettres. Tornando alle origini napoletane del direttore di Romaeuropa Festival, ha ricordato gli stretti legami tra la Francia e la città di Napoli, ricca di cultura europea e tanto amata dagli scrittori francesi.
Ripercorrendo la carriera del Direttore Generale e Artistico della Fondazione Romaeuropa a partire dai tempi di Radio Città Futura e dall’organizzazione di concerti che hanno portato a Roma un soffio musicale nuovo, Martin Briens ha raccontato come, nel suo percorso professionale, il legame con la Francia si sia fatto sempre più vivo: già al vertice della società Dinamo Italia, Grifasi ha organizzato tra le altre la tournée europea del film Cabiria con l’Orchestre symphonique d’Ile de France prima di partecipare alla fondazione nel 1986, dell’attuale Romaeuropa, allora Associazione Amici di Villa Medici.
Insieme a Monique Veaute, il suo ruolo è diventato presto «fondamentale per garantire la presenza dei migliori artisti nel Romaeuropa Festival» ha detto Briens sottolineando le grandi qualità umane e professionali di Grifasi: «esigente, ambizioso e leale». Ha evocato anche un grande viaggiatore che «percorre l’Europa e il mondo per scoprire nuovi talenti». E se «il suo talento, la sua passione per l’arte e gli artisti, sono richiesti in tutta Italia, l’Europa non è da meno: Bruxelles, Berlino e Parigi, la sua seconda casa, riconoscono e chiedono i suoi consigli e i suoi pareri».
Sotto la sua direzione, dal 2007 il Romaeuropa Festival «dà ambiziosamente seguito al suo percorso di eccellenza e innovazione». Oltre ai numerosi artisti internazionali, ritornando alla Francia, l’Ambasciatore ha ricordato che Romaeuropa ha offerto, e continua di offrire, ad un’intera generazione di artisti francesi «un incredibile palco, grazie al quale hanno potuto esprimere la propria creazione artistica oltre i confini del proprio paese». Briens ha citato tra gli altri Boris Charmatz, Rachid Ouramdane, Caroline Guiela Nguyen, Julien Gosselin, Aurélien Bory, Isabelle Huppert, Isabelle Adjani, Juliette Binoche, Sylvie Guillem, Noé Soulier, per citarne qualcuno.
Infine, l’Ambasciatore Briens ha concluso il suo discorso con una citazione del grande Aimé Césaire per il quale un uomo di cultura è «un inventore di anime»: un’espressione che «riassume perfettamente l’azione» di Fabrizio Grifasi, al vertice di Romaeuropa, «e il contributo che offre anche a tutti noi».
Fabrizio Grifasi ha quindi ringraziato l’Ambasciatore e la Ministra della Cultura della Repubblica Francese per questo riconoscimento: «Questa onorificenza rappresenta l’incoraggiamento a continuare l’impegno a fianco degli artisti perché la cultura sia luogo di innovazione e di incontro tra mondi e generazioni diverse. La storia del Romaeuropa, che ho condiviso sin dall’inizio, mi ha portato ad abbracciare un orizzonte che si è subito allargato all’Europa, ai paesi con le cui istituzioni collaboro da anni – e che ringrazio per l’amicizia e il sostegno – per poi superare i confini dell’Europa verso altri mondi nella convinzione che l’arte sia uno strumento straordinario per conoscere le identità e la ricchezza delle differenze e che per questa via transiti il rispetto e l’accettazione degli altri». Ha quindi concluso il Direttore Generale e Artistico della Fondazione Romaeuropa: «Lavorare per una creazione artistica esigente, di qualità, che abbia coraggio, che si possa condividere con tutti ed essere partecipata da tanti; lavorarci assieme, perché il “noi” in questo momento è particolarmente prezioso: questo mi sembra il miglior auspicio per il nostro lavoro».