Nato al Cairo nel 1953 da una famiglia di origine armena, Georges Kazazian compie la sua formazione musicale come autodidatta esplorando gli strumenti a corda del mondo mediterraneo, in particolare i liuti, ‘ud, baglama, buzuki.
Dopo aver scritto musiche per il cinema ed il teatro nel corso degli anni Ottanta, nel 1991 spinto dalla necessità di sviluppare le proprie idee musicali – in un ambiente tutto concentrato sulla musica vocale e dunque poco attento alla musica strumentale – forma 1’ensemble Sabil, composto da musicisti di diversa estrazione e provenienti da diverse regioni del paese.
L’esperienza con artisti della musica popolare diviene un laboratorio nel quale si sviluppano delle lunghe improvvisazioni sulla base delle sue composizioni; i due diversi modi di concepire e di vivere la musica, uno urbano e l’altro rurale danno avvio ad un interessante e vitale processo di scambio.
Ne risulta una musica dai timbri caldi e intensi che si sviluppa dall’accostamento dialettico tra i suoni delicati ed avvolgenti del più importante strumento della tradizione classica, il liuto (‘ud) e quelli aspri e penetranti di alcuni strumenti ad ancia della tradizione popolare del Nilo, come il mizmar e l’arghoul. A questi si aggiungono il flauto di canna, salameyya, il violino e il rebab, e le percussioni, tabla. Lontano da qualunque moda o tentazione “world-musistica” Kazazian comincia ad affermarsi come uno dei più interessanti innovatori della musica egiziana, proprio per la sua posizione di autore controcorrente, in un paese che da decenni è promotore di una musica orientale moderna “occidentalizzata” che ha fatto scuola in tutto il mondo arabo.
Sabil (sorgente), al-Raqsa (la danza), al-Toura (i cimbali), al-Morgeha (altalena), Raqsa al-Hawa (la danza del vento) sono composizioni ispirate ad immagini, suoni, colori, e sensazioni dei quartieri della grande città sul Nilo. Tra i suoi ultimi album, si ricordano, Zarb duo solo (1997), Sagate (1998), Sabil (2000), Monage (2002) e Dayra jazz (2002).
Nel 2005 si esibisce in Italia presso l’ex monastero dei Benedettini di Catania, in occasione di una giornata di studi dedicata alla pace ed al confronto fra le culture, organizzata dalla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Catania.