Dopo gli studi di danza classica, Karine Saporta frequenta, presso l’Università di Parigi, i corsi di filosofia e sociologia e sviluppa, una volta approdata a Chicago, un personale percorso di ricerca attraverso il cinema, il video, la televisione, la fotografia e la coreografia. Proprio negli Stati Uniti si avvicina con maggiore rigore alla danza contemporanea, in particolar modo alle tecniche della scuola di Hanya Holm (secondo l’insegnamento di Joan Woodberry e Alwin Nikolais). Attratta da elementi fortemente radicati nella tradizione, studia il barata-natyam, il flamenco ed il butoh. Quest’ultimo, genere di danza contemporanea giapponese, la affascina al punto da studiarne la tecnica ed apprenderne lo spirito sotto la guida, dal 1980 al 1986, del maestro Hideyuki Yanoper, per il quale crea Une passion, duo del 1986.
Dopo aver formato un gruppo di ricerca con giovani professionisti, fonda a Parigi, nel 1982, una propria compagnia ed in breve tempo viene valutata come una tra le più interessanti giovani coreografe sia in Francia che all’estero.
Nel corso degli anni sviluppa una tecnica del tutto personale che affianca alla ricerca sull’espressione del corpo e delle emozioni del danzatore, una personalissima riflessione ed indagine sui principi metodologici. Improvvisazione e tecnica sono i due poli entro cui si muovono i suoi ballerini, tra passionalità e intelletto, immersi in un universo barocco e onirico, fatto di figure fragili e immagini pittoriche fiammeggianti. Tra le sue coreografie: Hypnotic circus, creata per il gruppo di ricerca dell’Opera di Parigi; Le coeur métemorphosé; Les pleurs en porcelline; La fiancée aux yeux de bois (queste ultime due create per il Festival d’Avignone); Nijinsky; La poudre des anges (1990); Carmen; La chambre d’Elvire (1992).
La ricerca e l’attenzione ai principi tecnici la porta a svolgere una intensa attività pedagogica, così dal 1988 al 2003 dirige il Centre Chorégraphique National de Caen / Basse-Normandie, dove accanto all’attività creativa ha affiancato la didattica.
Dal 2004 ha ripreso la direzione della sua compagnia.
Accanto alla passione per la danza, Karine Saporta coltiva un interesse altrettanto investigativo per la fotografia tanto da realizzare la sua prima mostra personale nel 1990, dal titolo L’Interdit, seguita da La chambre d’Elvire (1992), sul tema dell’autoritratto e da L’or ou le cirque de Marie, dedicata all’omonimo spettacolo. Le mostre sono state coprodotte dalla FNAC e distribuite nel suo circuito di gallerie. E sempre sul piano visivo si colloca la sua attenzione al mezzo cinematografico: si ricorda infatti la sua collaborazione, in qualità di coreografa, al film Prospero’s book di Peter Greenaway, ispirato a La tempesta di Shakespeare e la sua partecipazione a Travaux di Brigitte Rouan (2005) con Carole Bouquet, interprete principale del film, per la quale sta creando una coreografia.
Karine Saporta ha ricevuto vari riconoscimenti tra cui quello di Chevalier des Arts et Lettres.
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