Lotfi Bushnaq, nato a Tunisi, ha iniziato a cantare giovanissimo, e dopo aver studiato con Ali Sriti e Salah al-Mahdi nel giro di pochi anni è divenuto solista presso l’orchestra di musica tradizionale al-Rashidivya, e presso l’Orchestra della RadioTelevisione, completando poi la propria formazione al Cairo.
L’artista è regolarmente invitato a cantare nei più importanti festival nazionali e internazionali, è conosciuto ed apprezzato per le sue qualità vocali in tutto il mondo arabo, grazie alla sua virtuosistica versatilità che gli consente di interpretare sia il repertorio arabo andaluso della tradizione tunisina, il malouf, che il mawwal, il dawr e le muwashshah della scuola siriana ed egiziana.
Malouf, significa letteralmente “familiare” “usuale”, e dunque “intimo” e tale denominazione conferma il valore simbolico e affettivo di quella che è l’autentica quintessenza dell’arte musicale urbana della capitale. Tale repertorio riflette la storia del paese, la dominazione ottomana ed i contatti con il Mashreq, ed è per questa ragione che il malouf presenta un carattere modale per certi versi affine a quello della scuola orientale, come l’interpretazione di Bushnaq dimostra, e sottolinea.
Ciascuna nuba tunisina è articolata in una successione di pezzi vocali e strumentali e prende il nome dal modo in cui è composta. Nella prassi esecutiva moderna i suoi movimenti principali si possono raggruppare in due sezioni ritmiche principali, la prima binaria e la seconda ternaria.
Il mawwal e la muwashshah sono i più antichi ed importanti generi vocali e poetici della musica d’arte del mondo arabo, e vengono eseguiti sia indipendentemente che nella sequenza da concerto della wasia (suite) della scuola egiziana e siriana. Ciò che li caratterizza, al di là della versificazione e della struttura metrica, è l’uso della lingua classica o di quella dialettale, l’accompagnamento ritmico misurato o libero, e la presenza o meno dell’improvvisazione vocale. Nella muwashshah c’è una corrispondenza ritmica e simmetrica tra disegno melodico e andamento strofico, mentre viceversa il layali, sul verso convenzionale “Oh notte mia… Oh occhi miei…”, ed il mawwal consentono l’espansione del virtuosismo vocale di tipo improvvisativo.
Il dawr è un genere vocale in arabo colloquiale che si è sviluppato in Egitto verso la fine del secolo scorso e da quest’ultimo, passando per la taqtuqa, è nata la canzone araba moderna.
Lotfi Bushnaq ha collaborato a Medina, l’album di Pino Daniele, cantando nel brano di apertura. Tra le sue ultime esibizioni in Italia, si ricorda quella del 2003 nel Cortile di Palazzo Ludovico il Moro in occasione del festival organizzato dal Teatro Comunale di Ferrara.
(a cura di Paolo Sarnecchia)