Il gruppo Muzsikás, fondato quasi per gioco nel 1973 da alcuni studenti in matematica, geologia e geofisica che suonavano per puro piacere in occasione di feste e matrimoni, ha avuto negli anni un successo sempre crescente. Conosciuto in tutto il mondo, è stato invitato al London Queen Elisabeth Hall, al Théâtre de la Ville di Parigi, al New York Town Hall e alla House of Blues di Los Angeles. Che venga chiamata etnica, popolare o folk, la loro musica affonda le radici in quel patrimonio tradizionale ungherese che ispirò le composizioni di Bartók, Kodály e Franz Liszt, senza rinunciare ad aprirsi allo stesso repertorio classico di questi ultimi o di musicisti come Kurtág o Ligeti.
Negli ultimi anni, i Muzsikás ospitano nei concerti due danzatori che, attraverso la straordinaria bellezza dei balli tradizionali, esprimono con grande suggestione la forza del contatto emotivo fra uomo e donna. Tra i loro album, si ricordano Living Hungarian Folk Music I., Muzsikás Kettô, It is not like it used to be, The Prisoners’ Song, Blues for Transylvania, Maramaros – The lost Jewish music, Morning Star e The Bartók Album.
La loro solista, Márta Sebestyén, ha inoltre reso celebri le colonne sonore di film come Il paziente inglese, vincitore di otto premi Oscar. Figlia di una etnomusicologa che studiava con Kodály, la Sebestyén ha iniziato ad amare il folk quando aveva dodici anni e poco dopo ha vinto un premio di canto nel suo liceo: da allora non ha più smesso di cantare. “Chi ascolta la musica alla radio ogni giorno”, afferma, “non si accorge che sono solo bugie, rumore di soldi. Compiango chi è cresciuto senza poter sentire musica autentica, onesta. Unire musica e affari non fa per me”.
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