Con il titolo (Distanza di sicurezza) Daniele Spanò propone una riflessione sul binomio distanza/vicinanza, dal valore emblematico e dalle forti implicazioni sociali .L’installazione video si presenta come un evento drammatico ma di natura sconosciuta, rappresentato da una luce bianca e da una pulsazione elettronica: intorno si assiepano spettatori virtuali e reali –questi ultimi i visitatori della mostra– senza che né gli uni né gli altri riescano a intervenire, a entrare a farne parte o parteciparvi. Nella nostra epoca l’universo virtuale di internet e dei social network ha accresciuto i contatti tra le persone, rendendo facile e veloce lo scambio delle informazioni. Al tempo stesso nel mondo reale i rapporti umani si fanno sempre più difficili e spesso molto problematici, amplificando di conseguenza i conflitti sociali.
Di formazione scenografo, montatore e vj, nella sua ricerca visiva Spanò si distingue per un impiego della tecnologia attento e all’apparenza minimalista, in cui non di rado appaiono tecniche tradizionali di manipolazione dell’immagine. Spicca l’incedere di queste installazioni, ottenuto con un serrato ritmo del montaggio e l’uso del video sganciato dai suoi supporti abituali –monitor o schermo. Le proiezioni avvengono infatti su esterni di palazzi, pavimenti, pareti e così via, che dunque si animano per animare superfici eterodosse, spesso quotidiane. Daniele Spanò dal 2005 porta avanti una ricerca personale basata sull’indagine dei linguaggi multimediali e sullo studio delle influenze che le nuove tecnologie hanno sul sentire contemporaneo. Dagli allestimenti teatrali alle performance live, la ricerca è sempre quella di creare un’architettura visiva liberando il video dal suo supporto originario: il display. Nel 2011 viene selezionato da Takeshi Kitano come artista emergente per rappresentare la scena contemporanea italiana.