Lo spettacolo inaugura una rassegna dedicata all’incontro tra poesia e nuovo teatro italiano, proponendo, per la firma di alcuni registi della scena contemporanea, i testi inediti di cinque giovani autori legati alla rivista “Prato pagano”. Diana, di Giacomo Rech, è affidato allo sguardo interpretativo di Lucia Latour, che da anni dedica la sua ricerca scenica all’intreccio tra danza e teatro e viene ora a confrontarsi con un testo nato essenzialmente come percorso interiore, uno slancio lirico che vuole permettere al palcoscenico di riappropriarsi, attraverso dinamiche nuove, della parola. Al mondo naturale, che la civiltà moderna ha progressivamente allontanato dall’uomo e dalle sue esigenze più intime e che nell’antichità classica era personificato in Diana, è permesso ormai di riaffiorare solo attraverso una ferita, una metamorfosi, un’evocazione, in cui la parola poetica assume il ruolo di strumento privilegiato e insostituibile. Non a caso, la preghiera di Saffo ad Afrodite è il tracciato esemplare da cui il testo e l’intero spettacolo prendono le mosse.
Crediti
Testo Giacomo F. Rech
Allestimento e Regia Lucia Latour, Altroteatro
Organizzazione Marilisa Amante/Teorema