Eco

Light

Eco

Light

Torna su
Cerca ovunque |
Escludi l'Archivio |
Cerca in Archivio

Villa Massimo
dal 3 al 6 luglio 1996
25romaeuropa.net

Id.; Initiales


ID. (1995, estratti)
Musica Cécile Le Prado
Luci Yves Godin
Costumi Dominique Fabrègue
Assistenti costumisti Judith Chaperon, Laurence Alquier
Suono Jean-Michel Hugo
Produzione Le Quartz de Brest, La compagnie Le Marietta Secret, Le Centre National de Danse Contemporaine/L’Esquisse (Angers), Le Théâtre National de la Danse et de l’Image (Châteauvallon), La Ferme du Buisson – Centre d’Art et de Culture de Marne-la-Vallée, La Région Nord/Pas-de-Calais

INITIALES (1996)
Ideazione sonora Hervé Robbe, Catherine Legrand
Luci Yves Godin
Costumi Judith Chaperon
Coordinazione tecnica Jean-Michel Hugo
Produzione Le Quartz de Brest, La compagnie Le Marietta Secret, La Fondation Paribas

Coreografia e direzione artistica Hervé Robbe
Ensemble Le Marietta Secret
Interpreti Hervé Robbe, Catherine Legrand
Durata 50 minuti

Tra i coreografi d’oltralpe apprezzati per l’equilibrio di forma ed espressione, Hervé Robbe presenta, con la sua compagnia Le Marietta Secret (associata, nel 1996, al Quartz di Brest), due lavori che sono stati particolarmente significativi nell’arco del suo percorso artistico, Id. e Initiales, eseguiti dallo stesso Robbe in coppia con Catherine Legrand.
Mentre Id., di cui vengono presentati alcuni estratti, esplora il mito di Narciso, Initiales si snoda attraverso un dialogo intimo e prolungato dei due protagonisti: i loro corpi, vestiti di una semplice salopette, si avvicinano, si sfiorano, si allontanano, sullo sfondo di una scenografia che, proiettando immagini di foto di famiglia e paesaggi, evoca il contesto delle loro vite.
Portavoce di un approccio alla danza di taglio discreto e minimalista, in queste opere Robbe conferma la capacità di utilizzare con grande intelligenza lo spazio scenico, anche se particolarmente spoglio: questa visione costruttiva e spaziale del movimento, che egli stesso ascrive ad una laurea in architettura, conferisce una forte riconoscibilità alla sua scrittura coreografica.

Rassegna stampa

“Secondo Hervé Robbe “i gesti – quelli suoi, evidentemente – sussurrano frammenti di un dialogo cucito col filo della danza”. Allora come ebbe inizio la gestualità invertebrata di Robbe, qual è stata la sua molla creativa? Il Cervello, o l’Istinto? Così, assistendo ai due numeri in programma Initiales e Id., tornava a galla il dilemma su chi è nato prima, la gallina o l’uovo. Insondabili processi delle priorità. Nessun dubbio riguardo a Robbe. Il suo è un itinerario mentale, tipico del nostro tempo ed è questa l’unica certezza stilistica, riguardo lo spettacolo dell’altra sera.
Ma non era tutto. La noia di ballare (e di vivere?) era una presenza costante, un’invitata speciale, privilegiata. Benché ogni passo a due fosse improntato all’astrazione, all’esaltazione dell’intelletto, la presenza musicale si componeva di flashback, di ricordi di suoni e rumori dispiegati senza nesso apparente. Anche a livello dei passi. Perché, ad esempio, un classico écartè si ripiegava su se stesso, come per cancellare la tecnica dell’accademia?
Una parte del pubblico era fanaticamente entusiasta. Un’altra, invece, ha disertato Villa Massimo prima della fine dello spettacolo”.
(Mya Tannenbaum, Una raffinata noia di ballare, 19 luglio 1996)

“Seppure algidamente suggestivo, il programma non dà molte altre indicazioni sull’attività di un centro coreografico (di Brest) e non è facile immaginare come lo stile raccolto e poco teatrale di Robbe possa estendersi a una performance in cui siano previsti più esecutori.
Initiales è una creazione recentissima (il debutto a Brest è del marzo scorso): due chaise-longue sono posizionate sul palcoscenico; un uomo e una donna siedono uno di fronte all’altra. Il rapporto tra di loro, illustrato dallo svolgersi della danza, è intimo e disinvolto, parla di una lunga frequentazione e di molte cose condivise.
Sono i corpi a parlare, nella vicinanza, nel rispetto dei ritmi individuali, nell’automatico alternarsi del discorso.
Id. (di cui Robbe presenta una selezione di duetti) è una rielaborazione del mito di Narciso interpretato come rifiuto dell’alterità e della complementarietà ed espresso nel dialogo fluido dei corpi dei due interpreti: lo stesso Hervé Robbe e la bravissima Catherine Legrand, morbida e altera nel continuum dinamico che è il fondamento dello spettacolo”.
(Chiara Zatteroni, Hervé Robbe, in punta di piedi nell’anima, Il Piccolo, 20 luglio 1996)