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Teatro Olimpico
dall'8 al 9 ottobre 1999
25romaeuropa.net

LA FURA DELS BAUS

Ombra


La musica di Ombra
Ombra
Caratteri
Ensemble La Fura dels Baus (Hansel Cereza, Miki Espuma, Pep Gatell, Jürgen Müller, Alex Ollé, Carlos Padrissa, Pera Tantiñá)
Direzione scenica ed artistica Hansel Cereza
Soggetto e drammaturgia Hansel Cereza, David Marín
Testo – adattamento e creazione David Marín
Creazione musicale Miki Espuma
Coreografia Javier Latorrer
Arrangiamento musicale Roger Blavia
Arrangiamento vento Pep Pascual
Scenografia – disegno e realizzazione Jordi Castells (escenografías Castells)
Disegno strumenti Pere Ferrer
Disegno luci Germinal Ruiz
Disegno suono Marc Sardà
Disegno tecnico video Jordi Casinos
Direttore film Franc Aleu
Disegno costumi Marga Binoux
Realizzazione costumi Begoña Simón
Storyboard Jordi Vila

Interpreti Isabel Rocatti (donna), Abraham Hurtado (“intimità” Federico), Oscar Rabadán (“pressione” García), Juan Navarro (“rottura” Lorca), Javier Latorre (uomo), Danna Leese Routh (cantante -morte)

Più intimo e raccolto rispetto a fa@ust version 3.0, Ombra, realizzato da Hansel Cereza e David Marín, è dedicato a Federico García Lorca, di cui ricorre, nel 1999, il centenario della nascita.
Assolutamente privo di riferimenti narrativi biografici, lo spettacolo si riferisce ad alcuni aspetti della vicenda personale, all’uomo piuttosto che allo scrittore. Mentre il palco è ripartito in tre aree, in uno schermo sul fondo passano immagini di metropoli frenetiche, della corrida, di quel pulsare della vita che tanto amava Lorca, enfatizzato da un tappeto sonoro che mescola jazz, flamenco e musica cubana; prendendo l’avvio dall’ultimo giorno di vita, dal tragico assassinio, lo spettacolo si immerge in quell’ombra, quella specie di eredità spirituale e umana che rappresenta l’impronta lasciata dallo scrittore. Anche la personalità del protagonista è divisa in tre caratteri, che corrispondono a momenti diversi della vita: la sensibilità, che rievoca la fanciullezza e l’omosessualità; la pressione, con la fuga da Granada a Madrid, dove conosce Dalí e Buñuel; la rottura, quando riesce a spezzare i vincoli che lo opprimono ed a partire verso New York, Buenos Aires e Cuba. Ad affiancarlo c’è la figura di una giovane donna, che, in un angolo custodito da alti muri, legge brani della sua poesia staccando foglie dorate dalla parete, mentre gli incubi incombono su di lei come mani che cercano di afferrarla; in un recinto trasparente un ballerino di flamenco danza infine la passione e la voglia di vita, ma soprattutto il dolore, mentre a tratti, imbracata da funi che la tirano verso il fondo, una cantante intona una melodia di abbandono e di morte.

Team di produzione
Direttore di produzione
Eduard García
Assistente di produzione Virginia Escudero
Personale tecnico
Tour manager
Olga Gómez
Direttore tecnico Javier García
Direttore di palcoscenico Violeta Segura
Tecnico degli strumenti Juan Sitjà, Pere Ferrer
Tecnico video Miguel Bonet
Tecnico luci David Hoyos
Tecnico suono Ramon Ciércoles
Personale video
Direttore
Hansel Cereza
Produttore esecutivo Salvaador Pons
Direttore film Franc Aleu
Direttore fotografia David Omedes
Luci Javier Alomar
Cámara making off Barcelona David Serra
Direttore di produzione Carmen Martínez
Responsabile di produzione Maruca Carmona, Eduardo García
Assistente di produzione Jordi González, Oscar Blanco, Javier Aymerich
Musica Miki Espuma
Disegno suono Marc Sardà
Tecnico suono Rosa Amedo
Disegno costumi Marga Binoux
Realizzazione scenografia Luís Monteagudo
Assistente realizzazione scenografia Baltasar González
Direttore elettrico Ricard Pujol
Elettricisti Oscar Andreo, César Roca, Nacho García Egeo
Postproduzione e mixings studio Urano Films S.A.
Ringraziamenti a Pep Gatell, Juan Echanove, Candela Navarro (Voz Niña), Raúl Comba, Ginesa Ortega, Xaval (Perro), Ajuntament De Santa Coloma

Cartellone 1999

OMBRA
Teatro Olimpico, 8, 9 ottobre 1999
Evento
Rassegna stampa

La musica di Ombra
Ombra
Caratteri
CARATTERI

Donna
Tutta la narrazione dell’opera si sviluppa da lei, i fatti storici di Lorca come i caratteri immaginari che lo circondano. Iniziando da una situazione particolare, ricorda un aneddoto e scopre attraverso la lettura, ad alta voce, di diversi scritti e pensieri, un uomo e un’epoca. È la voce dell’esterno e la visione d’oggi che si lega ad un passato vivo.

Uomo
Attraverso la danza rappresenta il ritratto della figura del poeta. I tre caratteri che personificano la sua intimità, la sua pressione e la sua rottura sono estratti da lui. Una volta finita la scena dell’esecuzione, girovaga nell’oscurità di uno spazio vuoto, confrontando, in diversi momenti, i suoi tre estratti o definizioni.

Intimità – Federico
Rappresenta un carattere o definizione di Federico, descrivendo la sensibilità, l’innocenza, l’intimo affetto e la fanciullezza che ha influenzato il lavoro del poeta. Ci mostra anche l’omosessualità repressa che portava dentro di sé.

Pressione – García
Rappresenta un carattere o definizione di Federico García, descrivendo l’insicurezza di un uomo oppresso dall’ambiente in cui viveva. Mostra la continua ribellione contro gli stereotipi e i semplici argomenti di una società aliena e reazionaria.

Rottura – Lorca
Rappresenta un carattere o definizione di Federico García Lorca, riflettendo l’esigenza di una rottura con un senso di vuoto che lentamente lo tortura, l’obbligo morale verso se stesso. L’incontro con la verità del suo lavoro lo porta a un momento di pienezza nella sua vita. Una luce che pone un nuovo inizio con una fine prematura.

Morte
Questo carattere si aggira nell’oscurità e la sua presenza è subliminale in alcune scene, dove la figura del poeta confronta i suoi estratti per aprire le porte dell’aldilà. Si lega anche la mondo urbano e sotterraneo in cui il poeta vive e che apre il suo stile al surrealismo e all’avanguardia del primo terzo di secolo.

(in Catalogo Romaeuropa Festival 1999)

Cartellone 1999

OMBRA
Teatro Olimpico, 8, 9 ottobre 1999
Evento
Rassegna stampa

La musica di Ombra
Ombra
Caratteri
LA MUSICA DI OMBRA
di Miki Espuma

La cartilagine sonora unisce nell’oscurità la vita passionale del poeta.
Tra il dormiveglia fisico del poema primario e la traumatica e finale poesia dell’assassinio prematuro, frammenti di rumore, da impressioni intuitive accumulate che spaziano dal first jondo singing competition alla profetica e divertente fraternità di jazz, copla, suono cubano e flamenco. Quante magiche opzioni con cui trattare le carte dell’andaluso tre per quattro, il ritmo nero americano di base e rituale, il suono degli uccelli di Federico quando era ragazzo sentito a San Vincente, o il rumore assordante e le sirene che il giovane viaggiatore avrebbe sentito a New York.
Abbiamo un privilegio nelle nostre mani. Siamo nati con tutti quei tesori letterari già scritti, da cui emerge l’ispirazione e il genio lorchiano giorno dopo giorno per la gioia di ognuno.
Noi siamo il frutto bastardo del nostro passato e Lorca ci libera dalla radice dei nostri sentimenti verso la vetta del nostro ragionamento. Grazie a uomini come lui il futuro non si è fermato e i giovani hanno imparato, attraverso il suo lavoro, a mettere in relazione in un improbabile spazio, tempi inesistenti così reali che possono essere toccati, sentiti, gridati. Saltiamo da un pagina all’altra attraverso i versoi del poeta verso la tragedia del suo assassinio, trovando in tutto questo un delicato profumo di gelsomino e una goccia di sangue. Ed è in quel crudele paradosso che il crimine del teatro diventa fisico per l’autore ed etereo per il pubblico.

Noi siamo il frutto bastardo del nostro passato e Lorca ci libera dalla radice dei nostri sentimenti. Verso la vetta del nostro ragionamento. Grazie a uomini come lui il futuro non si è fermato e i giovani hanno imparato, attraverso il suo lavoro, a mettere in relazione in un improbabile spazio, tempi inesistenti così reali che possono essere toccati, sentiti, gridati. Saltiamo da un pagina all’altra attraverso i versi del poeta verso la tragedia del suo assassinio, trovando in tutto questo, un delicato profumo di gelsomino e una goccia di sangue. Ed è in quel crudele paradosso che il crimine del teatro diventa fisico per l’autore ed etereo per il pubblico.
(Da una linea immaginaria)

(in Catalogo Romaeuropa Festival 1999)

Cartellone 1999

OMBRA
Teatro Olimpico, 8, 9 ottobre 1999
Evento
Rassegna stampa

La musica di Ombra
Ombra
Caratteri
OMBRA
di David Marín e Hansel Cereza

Le luci di una vita si proiettano sopra l’universo oltre il tempo e lo spazio. Sono come una minuscola lumaca che striscia indicando il segreto itinerario di un’esistenza. Solo l’ombra di un uomo ci mostra tutto quello che non prende posto ma che è. Tutto ciò che non accade, ma che tuttavia esiste.
Con lo spettacolo Ombra, La Fura dels Baus propone una nuova messinscena sul poeta, esplorando la personalità di Federico come Uomo, invece di descrivere le sue caratteristiche come un autore e figura universale.
Proiettare l’immagine di Lorca è entrare in un mondo di lievi presenze, di voli, di lamenti a bassa voce. Tutto ciò che appare sul palcoscenico ha un tic circoscritto di cenere di sigaro. Le parole, immagini e musica si fondono in un singolo fascio illuminando una memoria, una frustrazione.
Ombra comincia con l’ultima scena della vita di Federico García Lorca, il suo assassinio, il tragico episodio al quale era destinato. Proponiamo una lirica autopsia, proiettando una radiografia sentimentale, in quel breve lasso di tempo che va dall’esecuzione dell’uomo alla sua morte clinica.
Portiamo in vita un insieme di caratteri attraverso un’estrazione immaginaria del suo corpo: la sua intimità, la sua pressione, la sua rottura. Nella rappresentazione di questi concetti si delinea il suo carattere. Ognuno di essi è una parte dell’uomo, il poeta che ha oltrepassato la porta della morte e a cui è stato concesso lo status di mito.
“L’arte è lunga. La vita è breve”.

(in Catalogo Romaeuropa Festival 1999)

Cartellone 1999

OMBRA
Teatro Olimpico, 8, 9 ottobre 1999
Evento
Rassegna stampa

La musica di Ombra
Ombra
Caratteri
Rassegna stampa

“Non più schermi computerizzati, telematici, ma uno spazio molto chiuso, segreto. Prigioni di roccia continuamente invase da monitor che proiettano immagini contemporanee, metropoli invase dal traffico cittadino, istantanee che rievocano passioni “lorchiane”. Come la folle ebbrezza per la tauromachia. La drammaturgia dell’Ombra si alimenta dei versi del grande poeta spagnolo. Scolpiscono il ritratto di un uomo ossessionato dalla vita. […] Colpisce nella Fura dels baus il rigore estetico con il quale è stata composta l’opera, l’asprezza del disegno registico, volutamente intimista, implacabile nella sua austerità. Prevale però nell’Ombra la ricerca di un percorso sperimentale che coniuga le arti sceniche. Tappe di un cammino interattivo su cui prevalgono, prepotenti, in questo lavoro, i contenuti del verso lorchiano. Drammatici, poetici, affabili, violenti. Come lo sparo che si ode all’inizio della rappresentazione.[…]”.
(Carmela Piccione, La Fura del baus irrompe con passione di vita e misteri, Il Tempo, 11 ottobre 1999)

“E poi Ombra, un’ora circa dedicata a Federico García Lorca, che si vuole qui scisso in tre persone o stati d’animo: Intimità (Federico), Pressione (García), Rottura (Lorca). Un giochetto un po’ meccanico e immotivato, tramato con tre diversi attori non facilmente distinguibili. E poi perché smembrare la personalità di Lorca in vari frammenti? Non si sa, anche perché ciò che viene declamato, e costituisce la partitura verbale dell’operazione, non dà modo di cogliere variazioni significative tali da rimanere colpiti dalla molteplicità degli stati d’animo. La scena, poi, anche se di pretese ipertecnologiche, non è bella, nel senso che manca di una visione armonica a largo respiro o particolarmente. Un muro da una parte, che vomita biglietti e corpi umani: e fin qui l’idea è anche è anche interessante”.
(Francesco Bernardini, Lorca fatto a pezzi, La Voce Repubblicana, 12 ottobre 1999)