Tre energiche personalità attive sulla scena belga ma diverse per origine e percorso artistico, la danzatrice Fumiyo Ikeda, il guru del teatro-danza Alain Platel e il performer, danzatore e mimo Benjamin Verdonck, uniscono le loro forze per un lavoro teatrale di sconvolgente impatto emotivo e di prepotente fisicità, con i piedi ben piantati nel presente. Protagonista di Nine finger (Nove dita) è un “bambino soldato” africano come lo chiamerebbero i media, o una “bestia senza una nazione” secondo il titolo del romanzo di Uzodinma Iweala, che ha ispirato lo spettacolo. Il suo nome è Agu, la sua storia non è narrata che per sommi capi, tanto questo non vuole essere un lavoro di denuncia in senso tradizionale. Nel romanzo di Iweala la lingua regredisce e si scompone nel raccontare scenari di inconcepibile violenza: in Nine fingerà lo spunto per intraprendere un viaggio nell’universo infantile, dove tutti i linguaggi teatrali sono usati e a loro volta fatti regredire fino alla scomposizione. Verdonck interpreta le voci interiori del fanciullo che indefesse continuano a ripetergli quanto sia cattivo; Ikeda intona la sua voce ed eleva i suoi movimenti come fosse la sua ombra. È lei l’altrove, la madre, gli amici e la vita oramai lontani, assenti. Due figure opposte per un’analisi degli impulsi, delle emozioni e dei sentimenti del bambino soldato, un’ indagine che come sempre con Platel si apre a vertigini psicologiche. Un mondo reso dalla sfrenata fisicità di due interpreti molto diversi: una donna e un uomo, un’asiatica e un europeo, uno alto, l’altra bassa e, si noti, nessuno dei due africano. Una scenografia minimalista fatta di oggetti comuni come uno scatolone, un microfono, buste di plastica, un materasso, un finto albero, e il suono affidato ai versi degli uccelli della foresta sono l’ordito di un mondo e bastano a essere casa, barca, accampamento o paesaggio devastato. Incendiaria miscela di danza e di teatro, Nine finger racconta con forza un mondo terribile, senza indulgere al truculento, con umanità, con ironia a volte, sempre con poesia.
Crediti
Ideazione Fumiyo Ikeda, Benjamin Verdonck, Alain Platel, Anne-Catherine Kunz, Herman Sorgeloos
Interpreti Fumiyo Ikeda, Banjamin Verdonck
coordinamento di produzione Hanne Van Waeyenberge, Johan Penson
produzione Rosas, KVS,De Munt / La Monnaie