Il potente spirito del pop britannico ha trovato un novello alfiere in The Irrepressibles, un ensemble che trasforma in un fantasmagorico spettacolo una scaletta di canzoni tessute in stoffa del rock autoriale. Non è privo di attese il debutto nella capitale di questi “Incontenibili”, traduzione di “irrepressibles”: l’aggettivo ben si addice a una formazione cresciuta intorno e ispirata dalla personalità artistica di Jamie McDermott, autore delle canzoni e voce solista che indulge in un falsetto sfarzoso ed eclatante. Ma McDermott è soprattutto l’inventore di una formula spettacolare oltre che musicale in cui le sue canzoni –un ardente impasto emotivo di rabbia, amore, melanconia e vitalità–, sono il punto di partenza per una creazione più articolata. A iniziare dagli arrangiamenti curati da Scott Walzer, per un ensemble dove gli strumenti tradizionali del pop, chitarre, percussioni e tastiere, sono sopraffatti da quelli classici come gli archi, dal contrabbasso al violino, e i fiati con il suono caldo delle ance di clarinetto e corno inglese. Il risultato sonoro è unico e spregiudicato. Ma a questa musica, dove la varietà e il calore dei timbri non perde la sua vena rock, regalano un corredo fondamentale scenografi e, luci, costumi, make up e movimenti coreografi ci, studiati con fantasia e accuratezza: ne emerge una teatralità barocca, circense e flamboyant. Sensuale e vellutata, disperata, sfumata, ossessiva: è sempre la voce di McDermott a dare il segno a questo universo onirico e kitsch da Weimar-kabarett o del più contemporaneo burlesque, che il Sunday Times ha definito «an enchantingly theatrical pop extravaganza». Non è dunque casuale che molti brani siano poi divenuti anche installazioni musicali dal vivo, come è il caso di The Human Box commissionato dal Victoria and Albert Museum. Nel lavoro dei The Irrepressibles scorre infatti quel sangue dell’art-rock, che dagli anni ’60 in poi ha attraversato come un fiume carsico la scena musicale, da Andy Warhol e i Velvet Underground, via David Bowie e Kate Bush, passando per i travestimenti di Peter Gabriel, giù giù fi no agli attuali Antony and the Johnsons. Mirror Mirror Spectacle, versione live del loro primo album Mirror Mirror, si muove proprio in questa direzione, con una scenografi a fatta di specchi che riflettono tanto i musicisti sul palco che il pubblico in platea, per uno show che promette una sorpresa al minuto
Crediti
Jamie McDermott voce e chitarra / direttore artistico / compositore
Sarah Kershaw piano / voce Jordan Hunt violino / voce Charlie Stock viola / voce Nicole Robson violoncello / voce Sophie Li contrabbasso / voce Craig White oboe / corno inglese / voce Rosie Reed flauto / voce Anna Westlake clarinetto / sassofono / voce Amy Jane Kelly percussioni / voce