DNA (DANZA NAZIONALE AUTORIALE)
28 – 30 ottobre
Palladium | Opificio Telecom Italia
Palladium | 28 ottobre
FRANCESCA FOSCARINI
Cantando sulle ossa
MARCO D’AGOSTIN
Viola
FRANCESCA PENNINI|COLLETTIVO CINETICO
*(Titolo futuribile)
Opificio Telecom Italia | 29 ottobre
DANIELE ALBANESE | COMPAGNIA STALK
AnnoTtazioni
IMMOBILE PAZIENTE
Ten Thousand Leaves
FRANCESCA GRILLI
Enduring Midnight
Opificio Telecom Italia | 30 ottobre
MK > SONIA BRUNELLI | CRISTINA RIZZO | LUCA TREVISANI | SIGOURNEY WEAVER & GUESTS
Instruction series III: Orang Orang
DNA danza nazionale autoriale – un progetto della Fondazione Romaeuropa alla sua seconda edizione-guarda all’autorialità e alla creatività italiana in ambito coreografico performativo, in modo trasversale tra i processi creativi e le generazioni. DNA è uno spazio condiviso di networking, di confronto, moderato da Stefano Tomassini, dove i processi creativi in showcase dialogano con il pubblico.
La prima serata si apre con Francesca Foscarini danzatrice e performer, che s’impone come giovane autrice all’attenzione di pubblico e critica con la sua prima coreografia Kalsh, finalista al concorso GD’A Veneto 2009. Il suo secondo lavoro Cantando sulle ossa coprodotto da Kilowatt Festival e sviluppato all’interno del percorso di ricerca CHOREOROAM è presentato nell’ambito del network DNA dal Festival B.Motion/Operaestate. La danz’autrice s’interroga su cosa succede quando la volontà abdica e il corpo si lascia guidare dal movimento stesso, su quando ci si abbandona al piacere e alla paura del perdersi nella vastità e nel vuoto dello spazio. Il corpo che nella ricerca coreografica della Foscarini cerca la giusta ricollocazione attraverso la fragilità della struttura ossea, nel processo del giovanissimo Marco D’agostin si sdoppia in uno sviluppo duplice d’imposizione-violazione. Tutto è racchiuso nel titolo Viola da intendersi come colore e come terza persona del “verbo violare”. Viola è il colore associato alla lunghezza d’onda più corta e alla frequenza più alta, il colore del doppio, della transizione ma anche della volontà di essere diversi e della carica erotica. In esso, la vitalità del rosso e l’intimità del blu. La forza che sprigiona: primitiva, violenta, istintiva. Viola è un ragionamento attraverso il corpo sulla violenza del porsi e sulle sue conseguenze. Mentre il lavoro di D’Agostin vincitore del Premio del Pubblico e della Giuria di GD’A Veneto 2010 è presentato a DNA dal Premio GD’A del network Anticorpi XL, il nuovo lavoro *(Titolo Futuribile) di Francesca Pennini Collettivo CineticO è presentato dal Teatro Comunale di Ferrara. Diversamente dagli altri due lavori, definiti nella loro struttura e durata, questo è presentato come una cellula di studio in divenire, una ricerca che contempla il procedimento stesso dell’ipotesi analizzando i meccanismi di piega/spiegazione e spostando l’indagine da visione a veggenza. La natura del progetto DNA, incentrato sull’importanza della creazione contemporanea, ritiene questo un momento fondamentale per la sua stessa natura. Dunque al Collettivo CineticO uno spazio aperto, un’anteprima di un seme che sarà.
La seconda serata di DNA si apre con AnnotTazioni di e con Daniele Albanese | Compagnia Stalk, un solo nato durante la creazione del progetto vincitore del Bando Fondo Fare Anticorpi 2010 e coprodotto da Stalk e Tirdanza. Il lavoro pensato come una nota coreografica sull’attrazione e l’assenza si delinea come un corpus di appunti che indaga la complessità della composizione all’interno di una struttura semplice. Il corpo è soggetto a delle forze di attrazione esterne che lo ridisegnano in un movimento che si ridefinisce nell’eco di una assenza. Nel segno della fisicità e della riflessione compositiva si colloca anche il solo Ten Thousand leaves di Immobile Paziente ideato da Caterina Inesi e interpretato da Marcella Mancini. Nato nell’ambito di sostegno e collaborazione con l’Accademia Filarmonica Romana, questo primo step di un progetto in evoluzione, parte dalla musica di Bartók per cercare un linguaggio del corpo non lineare, ricco di simmetrie inesatte e di distorsioni di modelli preordinati come espressione di emozioni contrastanti. Al centro della creazione è una singola identità con il suo essere, i suoi muscoli, e i suoi nervi a generare un testo coreografico ibrido, disarmonico e ambiguo. L’ultima proposta Enduring midnight di Francesca Grilli, sposta l’asse della serata verso una prospettiva più performativa dove entrano in gioco il soprano ottantenne Lina Vasta e il maestro pianista Diego Mattiello. Il lavoro, nato all’interno del progetto Fies Factory e in coproduzione con relazioni europee, non vuole essere un tentativo di messa in scena, ma piuttosto la ricostruzione di una visione appartenente alla memoria sonora, poetica, analitica dell’artista sulla passione e sulla sua resistenza. Tutto ruota attorno a un centro, quello della fine, della trasformazione, del momento di passaggio, accostando due diverse condizioni: l’avanzare del tempo fisico come svuotamento e l’energia sprigionata dal coronamento della propria passione.
L’ultima serata di DNA è interamente dedicata al lavoro del coreografo Michele Di Stefano e del gruppo mk con Instruction Series III: Orang,Orang in prima nazionale. Nello spazio dell’Opificio s’incontrano per il terzo episodio delle Instructions Cristina Rizzo, coreografa performer e studiosa, da diverso tempo in dialogo aperto con Michele Di Stefano/mk, Sonia Brunelli, autrice di una ricerca corporea rigorosa e penetrante, Luca Trevisani uno degli artisti visivi più stimolanti del panorama internazionale eSigourney Weaver (Biagio Caravano/Daniela Cattivelli) gruppo musicale che lavora al confine tra indagine sonora e atto scenico. Ulteriori presenze non identificate minano ai fianchi la compattezza di questo episodio che adotta la strategia dello scavo nel gesto tecnico come luogo di rinegoziazione dell’identità.
Le Instruction Series sono un nuovo modulo produttivo che mk sta sviluppando in cooperazione con Xing. La sfida è di produrre per formati compatti ma elastici, con tempi brevi e fulminei, secondo una certa serialità, e con intenti di natura collaborativa. Le ‘istruzioni per una performance da compiere’ sono il nodo di questo progetto coreografico a distanza impartito per delega, via e-mail, a diverse personalità straordinarie e comuni, di volta in volta differenti. Le istruzioni inoltrate dal coreografo, pure informazioni d’innesco del processo, sono scritte anche per essere fraintese, per colmare una lacuna e soddisfare una impossibilità, quella dell’autore, di aderire a materiali che non comprende e dei quali non prefigura lo sviluppo, restando comunque chiara una organicità in questa collezione di immagini e atti da realizzare. Mentre giocano con i parametri del “chiunque” e dell'”ovunque”, le istruzioni chiedono una risposta tecnica, un approfondimento che non prescinde dalla ricollocazione topografica di qualunque attività generata dal corpo. Lette come un esperimento chimico, le istruzioni permettono di osservare le reazioni di diversi elementi (reazioni omogenee/eterogenee), il loro ordine e le loro velocità (reazioni istantanee/esplosioni, reazioni veloci/combustioni, reazioni lente/corrosioni). Nel progetto non esistono gerarchie e aspettative e tutto si corrompe così come deve.