
Con il debutto di Nacera Belaza, Romaeuropa presenta al pubblico romano una coreografa franco-algerina dai tratti particolarissimi, grazie a due lavori, “Le Temps Scellé” e “Les Sentinelles”: punto di arrivo di una affascinante ricerca, dove arte e vita sembrano intrecciarsi in un risultato che l’ha imposta sulla scena internazionale. Danza pura, astratta, con una forte attrazione per la spiritualità quella proposta nelle sue coreografie da Belaza, artista estranea alla rappresentazione e alla narratività: «Ridare al corpo la dimensione del sacro», spiega lei stessa, è uno dei suoi principi forse non estraneo alla sua religione. Così nei suoi lavori, che spesso iniziano nel buio e sovente si aprono a un incedere rituale senza perdere mai il loro mistero, è possibile individuare un retroterra filosofico. La rivolta contro il mondo, il piacere per la dissoluzione, la fascinazione per una dimensione mistica e di trance sono le forze che muovono “Le Temps Scellé”, un duo che vede la partecipazione oltre che di Nacera anche di sua sorella Dalila Belaza, fedele interprete dei suoi lavori. Invece “Les Sentinelles”, s’inoltra nello scorrere lento e inesorabile del tempo, con una audacia e un rigore che raramente si osano sulla scena. Il fascino di queste coreografie è legato a doppio filo con la loro creatrice: nata in Algeria, ad appena cinque trasferita con la famiglia in Francia Belaza è attratta dalla danza fin da bambina. Ma i divieti familiari, riflesso della cultura del suo paese di origine, la obbligano per lungo tempo a praticarla in maniera semi clandestina. È solo a ventitré anni che si iscrive a un corso regolare: tardi per una carriera accademica, ma non per una carriera dove la danza sia centro della sua vita. Lontana dalla spettacolarità, orientata verso un’espressione soggettiva, intima, Belaza fonda nel 1989 la sua compagnia iniziando una ostinata ricerca: «Per anni abbiamo danzato quasi immobili, per conquistare finalmente il movimento» spiega lei. Con una dozzina di coreografie alle spalle –ricordiamo “Périr pour de bon” (1995), “Point de fuite” (1997), “Le pur Hasard” (2005) e “Paris-Alger” (2007)–, s’impone all’attenzione internazionale nel 2008 con “Le Cri”, premiato come “Rivelazione coreografica” dai critici teatrali, musicali e di danza francesi.