
Protettrice delle donne e degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti, dea della caccia eternamente vergine e schiva, irascibile e vendicativa, la figura mitologica di Diana è spesso rappresentata come una signora dotata di arco ed indicata come madre della luna e degli inferi. È forse per questo che la coreografa e danzatrice greca Kat Valastur ha scelto uno spazio nebbioso e notturno per portare in scena la sua personale rilettura del mito: un luogo che assume immediatamente le connotazioni di uno spazio rituale e al contempo legato all’immaginario contemporaneo.
«Una freccia colpisce un albero nella foresta. Il colpo impone alla freccia una vibrazione infinita. La vibrazione crea increspature sull’acqua ferma e ne disturba la superficie. In quel momento Diana cade morta. Questo violento reinderizzamento del mito e del suo corso storico crea un nuovo spazio-tempo mitico. Diana esiste simultaneamente come cacciatrice e come preda, uccisa e rinata» racconta Valastur. Ad abitare questa foresta sono le danzatrici Xenia Koghilaki, Malika Lamwersiek, Ogbitse Omagbemi, Tamar Sonn e la voce di quattro cantanti polifoniche del gruppo vocale greco Pleiades per costruire un affondo nella realtà femminile, nella sua simbologia, nel suo presente.
Bio
Kat Válastur (nata ad Atene, Grecia) è una coreografa e performer. Dal 2007 vive e lavora a Berlino. I suoi lavori coreografici sono definiti dalla creazione di esperienze trasformative sul palco. Attraverso l’uso del mito come strumento, crea una condizione carica di esperienze storiche, fittizie, sociali e personali. Questa costruzione mitica che canalizza la realtà diventa un topos speculativo e un campo di forza che gli interpreti abitano. Le condizioni coreografiche che crea e che chiama “i campi di forze” sono il terreno per lei e per gli interpreti per manifestare i modi in cui il corpo resiste attivamente alle strutture di potere attraverso la costruzione di un linguaggio di danza che ha il suo fulcro nell’elemento della trasformazione.
Crediti
Ideazione e coreografia: Kat Válastur
Performance: Xenia Koghilaki, Malika Lamwersiek, Ogbitse Omagbemi, Tamar Sonn
Cantanti: PleiadesVocal Group (Aliki Atsalaki, Stella Grigovits, Vassula Delli, Eirini Kyriakou)
Luci e direzione tecnica: Martin Beeretz
Stage design: Leon Eixenberger
Assistenza disegno luci: Vito Walter
Assistante stage design: Cecilia Nercausseau Gibson
Sound design: Cesar B.
Assistente sound design e ingegnere del suono: Vangelis Tsatsis
Assistente alla coreografia: Lena Klink
Costumi: Marie Gerstenberger / werkstattkollektiv
Consulenza drammaturgica: Filippos Telesto, Yiannis Papachristos
Production management: Sina Kießling
Touring & Distribution: Nicole Schuchardt
Crediti di Produzione
Produzione: Kat Válastur – Co-production: HAU Hebbel am Ufer, NEXT Arts Festival (Kortrijk), Points communs / nouvelle scène nationaleCergy-Pontoise / Val d’Oise. Funded by: Berlin Senate Department for Culture and Europe, Hauptstadtkulturfonds.