“How in salts desert is it possible to blossom…” (come nel deserto di sale è possibile fiorire…) nasce dalla collaborazione tra la coreografa Robyn Orlin e Garage Dance, compagnia basata a Okiep, nella provincia del Capo Settentrionale. Per lo più sconosciuta, tale regione custodisce la ricchezza della cultura, dell’umorismo e dell’umanità del Sudafrica ma porta anche i segni della sua storia di colonizzazione. Con i danzatori, performer e musicisti del territorio, Orlin dà vita a un nuovo affondo sulle idee di potere, di gerarchia sociale e di privilegio, senza rinunciare alla sua scrittura ludica, dirompente ed energica in grado di parlare al cuore di tutti gli spettatori.
Bio
ROBYN ORLIN nata nel 1955 a Johannesburg, si è prefissata di sviluppare la sua pratica e la sua cultura coreografica in un ambiente privo di qualsiasi discriminazione, anche estetica: dalle danze zulu a Merce Cunningham, dall’hip-hop al balletto classico…qualunque forma di danza è, per lei, benvoluta. Non a caso, l’eclettismo estetico e un certo “universalismo” coreografico e musicale sono tratti distintivi delle sue creazioni. Formatasi alla London School of Contemporary Dance (1975-1980), poi alla School of the Art Institute of Chicago (1990-1995), Robyn Orlin ha iniziato la sua carriera di danzatrice, coreografa e insegnante in Sudafrica, dove è stata subito notata tanto per la singolarità della sua scrittura quanto per il suo impegno attivo nella lotta contro l’apartheid. All’inizio del nuovo millennio, il suo pluripremiato “Daddy, I have seen this piece six times before and I still don’t know why they’re hurting each other (Ho già visto questa pièce sei volte e ancora non so perché si fanno del male a vicenda)”, ritraeva le difficoltà e le carenze della giovane nazione arcobaleno. La Francia è presto diventata per lei un territorio creativo: qui ha realizzato il suo primo film, “Hidden Beauties, Dirty Stories” (Ina/Arte, 2004), la sua prima opera, “L’Allegro, il penseroso ed il moderato” di Handel (Opéra Garnier, Parigi, 2007), numerosi assoli per interpreti di diversa provenienza e la sua prima produzione teatrale, “Les Bonnes”, di Jean Genet (Théâtre de la Bastille, Parigi, 2019). Contemporaneamente ha continuato a lavorare in Sudafrica, dove ha creato “Still Life with homeless…” per la compagnia Via Katlehong (2007), “Walking next to our shoes…” con i cantanti-danzatori del “Phuphuma Love Minu”s (2009), “Beauty remained for just a moment…” (2012) e “we wear our wheels with pride… (2021)” con la compagnia Moving into Dance. L’universo di questa prolifica artista è contraddistinto, dalla mescolanza di forme, espressioni e generi, dalla gioiosa confusione che crea sul palco e nel pubblico dei suoi spettacoli, dal suo carattere critico e politico e dalla sua forte componente plastica.
Già al REF con “We wear our wheels with pride and slap your streets with color…” (2022)
Crediti
Un progetto di Robyn Orlin con Garage Dance Ensemble e uKhoiKhoi
Con 5 danzatori di Garage Dance Ensemble: Byron Klassen, Faroll Coetzee, Crystal Finck, Esmé Marthinus e Georgia Julies
Partitura originale scritta ed eseguita da uKhoiKhoi con Yogin Sullaphen e Anelisa Stuurman
Costumi: Birgit Neppl
Direttore tencico: Thabo Walter
Video: Eric Perroys
Luci: Vito Walter
Amministrazione e diffusione: Damien Valette
Produzione logistica del tour: Camille Aumont
Produzione: City Theater & Dance Group e Damien Valette Prod
Garage Dance Ensemble:
Fondatore: Alfred Hinkel
Direttore creativo/ Direttore artistico: John Linden
Coreografa Residente: Byron Klassen
Produzione: Nicolette Moses
Coproduttori: City Theater & Dance Group, Festival Montpellier Danse 2024, Festival de Marseille, Chaillot – Théâtre national de la danse – Paris, Théâtre Garonne, Scène européenne – Toulouse.
Con il sostegno della Direction régionale des affaires culturelles d’Ile de France
e di Dance Reflection by Van Cleef & Arpels