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Ultra REF

Valerie Tameu + Jessica Tucker

RE:HUMANISM

Romaeuropa Digital Prize

Anche per la quarta edizione, Re:humanism Art Prize rinnova la collaborazione con Romaeuropa Festival, con l’assegnazione di due premi speciali dedicati alle arti perfomative.
L’edizione in corso, intitolata Timeline Shift, sfida le logiche estrattive di dati e risorse che guidano oggi lo sviluppo dell’AI, aprendo la strada a modelli tecnologici più etici, sostenibili e inclusivi.

All’interno della stessa serata verranno presentati i progetti performativi:

Metabolo II: Orynthia di Valerie Tameu esplora la relazione tra intelligenza artificiale, ecosistemi naturali e tradizioni culturali attraverso una prospettiva decoloniale e post-antropocentrica. Al centro dell’opera si trova Mami Wata, la divinità acquatica dell’Africa occidentale e del mondo afro-diasporico, la cui presenza mutevole incarna lo scambio tra umano e non-umano, spirituale e materiale. La performance affronta in modo critico le tecnologie di sorveglianza e il colonialismo digitale, mettendo in luce come sistemi radicati nella tratta transatlantica degli schiavi si siano trasformati in forme di controllo più insidiose che coinvolgono tanto gli esseri umani quanto le entità non-umane. L’opera impiega intelligenza artificiale e realtà virtuale come strumenti di resistenza culturale e costruzione mitologica, utilizzando dataset che osservano ecosistemi marini e danze rituali dedicate a Mami Wata. Metabolo II: Orynthia riposiziona saperi e pratiche culturali, creando uno spazio in cui la tecnologia è messa al servizio dell’elevazione di voci, storie e tradizioni.

Improbable Excess di Jessica Tucker è un’installazione multimediale che comprende stampe, video e rendering digitali interattivi di corpi instabili: masse di volti in trasformazione continua, che si agitano e rifiutano ogni forma definitiva. Frutto di esperimenti sovversivi con il motion capture e l’intelligenza artificiale, l’opera mostra come veniamo interpretati, ridotti e ricostruiti da sguardi algoritmici invisibili che riflettono e solleticano il nostro desiderio di certezza e controllo. Lavorando in modo radicale sulla sorveglianza normalizzata, l’iper esposizione e la sovrastimolazione, l’opera amplifica la pressione su volti, corpi e identità, braccati da predatori automatizzati e oscuri. In parallelo, affronta poeticamente l’uso storico di volti femminili bianchi come standard nei test di grafica computazionale, un gesto che continua a riprodurre subordinazione ed esclusione dei corpi femminili e non bianchi all’interno del tecnocapitalismo. Una rete di corpi ribelli sovverte questi paradigmi, restituendo lo sguardo al proprio sorvegliante automatizzato.

 

Valerie Tameu è un’artista performativa e multidisciplinare la cui pratica esplora il corpo come interfaccia dinamica ed espandibile, in dialogo con le tecnologie emergenti, le eredità diasporiche e l’immaginazione speculativa. I suoi lavori mettono al centro il movimento e le esperienze somatiche, connettendo corpo, archivi e nuove tecnologie. Tra i progetti recenti: Orynthia, una performance radicata nella mitologia dell’Africa occidentale e negli ecosistemi naturali, strutturata attorno a tecnologie digitali come IA, VR ed elementi interattivi; e Time and Again, una performance e installazione audiovisiva che combina storie orali e immagini d’archivio delle comunità afrodiscendenti in Italia. Il suo lavoro è stato presentato in contesti nazionali e internazionali come Centrale Fies, Ars Electronica, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e l’Istituto Italiano di Cultura di Londra. È stata selezionata per il progetto editoriale Gucci Prospettive 3 e il suo lavoro è stato raccontato da L’Espresso.

Jessica Tucker è un’artista americana e olandese attualmente basata a Berlino. Le sue performance multimediali e installazioni esplorano in modo giocoso come la visione macchinica costruisca e distorca le nostre esperienze di incarnazione, identità e desiderio.
È docente di Digital Media presso la NYU Berlin e ricercatrice ospite in Storia dell’Arte al Karlsruhe Institut für Technologie, con il supporto del programma Fulbright Germany. Il suo lavoro è stato presentato in esposizioni internazionali e programmi di performance, tra cui Rewire Festival, FOAM Museum of Photography, Goethe Institut, Van Gogh Museum, Mana Contemporary e International Museum of Surgical Science.
Jessica è stata borsista ‘23 Grant Wood presso l’Università dell’Iowa, specializzandosi in performance interdisciplinari con media digitali. Ha conseguito un MFA alla School of the Art Institute of Chicago e ha insegnato video e arte digitale presso l’Università dell’Iowa, la School of the Art Institute of Chicago e la China Academy of Art.

ROMAEUROPA DIGITALIVE PRIZE
Federica Patti, curator at Romaeuropa Festival
Daniela Cotimbo, founder of Re:humanism

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