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Oltre la fotografia: Afanador, il flamenco come non l’hai mai visto

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Il flamenco è un linguaggio visivo quanto musicale. È una vibrazione dell’anima.

Ruvén Afanador

 

Afanador è l’energia della tradizione che si reinventa nei linguaggi del contemporaneo. È flamenco e danza contemporanea, è la concretezza della terra e l’insondabilità del sogno. È immagine fissa e in movimento, musica e corpo.

Firmato dal coreografo spagnolo Marcos Morau per il Ballet Nacional de España e presentato in apertura della quarantesima edizione del Romaeuropa Festival – in corealizzazione con il Teatro dell’Opera di Roma, progetto speciale presentato nell’ambito dei 160 anni delle relazioni diplomatiche Italia-Spagna con il sostegno dell’Ambasciata di Spagna in Italia, di Banca Ifis e il patrocinio dell’Istituto Cervantes di Roma – lo spettacolo porta in scena le celebri fotografie di Ruvén Afanador.

Il fotografo colombiano, figura chiave della cultura visiva contemporanea, ha ridefinito l’immaginario della moda e dello spettacolo grazie alle sue collaborazioni con riviste internazionali come VogueElleVanity Fair e Rolling Stone, ritraendo icone come Al Pacino, Jennifer Lopez, Diana Ross.

Parte centrale della sua ricerca è però dedicata alla reinvenzione dell’iconografia del flamenco. Due le opere fondamentali: Mil Besos (2009), omaggio visivo alle donne gitane dell’Andalusia, e Ángel Gitano (2014), dedicato ai danzatori maschili. Entrambi i lavori catturano l’essenza del flamenco attraverso ritratti che esprimono passione, forza e vulnerabilità, celebrando l’identità culturale ma allo stesso tempo sfidandone le convenzioni.

Dopo il debutto al REF nel 2013 con la compagnia La Veronal e il recente successo di Notte Morricone con Aterballetto, Marcos Morau rende omaggio a un altro maestro dei nostri tempi e firma la sua opera più ambiziosa: 33 danzatori del Ballet Nacional de España (oggi diretto da Rubén Olmo), e 9 musicisti in scena per tentare l’impensabile – dare vita alle fotografie, farle danzare, costruire un universo in cui le immagini si sciolgono, si moltiplicano, trovano respiro e carne.

«Ispirato e affascinato dai libri Ángel Gitano e Mil Besos, non potevo limitarmi a copiare tanta bellezza. Le magistrali sessioni fotografiche di Ruvén Afanador in Andalusia sono irripetibili: irripetibile è l’alchimia che si creò tra il fotografo e figure carismatiche come Israel Galván, Matilde Coral, Eva Yerbabuena, José Antonio o lo stesso Rubén Olmo. Il mio viaggio comincia dove quelle sessioni finiscono, quando smetto di sognarle, incapace di ricordarne tutti i dettagli o di ricondurli a una logica che si è persa per strada. Ed è allora che nasce il desiderio di svegliarsi. (…)
Ho studiato fotografia e sono nipote di fotografo. Anche se non l’ho mai praticata professionalmente, la fotografia è sempre stata presente nel mio lavoro come creatore di mondi e regista. Grazie alla sua impressionante capacità di evocazione e messa in scena, Afanador mi ha spinto a riflettere sulla parentela vitale tra composizione fotografica e coreografica: la sfida carnale che è, in entrambe, catturare la vita – ciò che, per definizione, non si lascia catturare» afferma Morau.

 

Ruvén Afanador osserva il flamenco come un miraggio
Io provo a tradurre quel miraggio in gesto e suono.
Marcos Morau

 

Biglietti da €20 a €85
04 e 05 Settembre 2025 | ore 20:00 | Teatro dell’Opera di Roma


Acquista il 4 Settembre
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Vieni a trovarci in Opificio Romaeuropa in Via dei Magazzini Generali, 20a dal Lunedì al Venerdì (10.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00)


 

Beyond Photography: Afanador, Flamenco Like You’ve Never Seen It Before

Flamenco is as much a visual language as a musical one. It is a vibration of the soul.
Ruven Afanador

Afanador is the energy of tradition reinvented through the lens of the contemporary. It is flamenco and contemporary dance, the groundedness of the earth and the mystery of dreams. He is still image and movement, music and body.

Choreographed by Spanish artist Marcos Morau for the Ballet Nacional de España and presented as the opening of the 40th edition of Romaeuropa Festival —in co-production with the Teatro dell’Opera di Roma, as a special project celebrating 160 years of diplomatic relations between Italy and Spain, supported by the Embassy of Spain in Italy, Banca Ifis, and under the patronage of the Instituto Cervantes in Rome—the performance brings to life the iconic photographs of Ruven Afanador.

The Colombian photographer, a key figure in contemporary visual culture, has redefined the imagery of fashion and entertainment through collaborations with international magazines like Vogue, Elle, Vanity Fair, and Rolling Stone, photographing icons such as Al Pacino, Jennifer Lopez, and Diana Ross.

A central part of his work is devoted to reinventing the iconography of flamenco. Two seminal works in this context are Mil Besos (2009), a visual tribute to Andalusian gypsy women, and Ángel Gitano (2014), dedicated to male dancers. Both capture the essence of flamenco through portraits that convey passion, strength, and vulnerability—celebrating cultural identity while simultaneously challenging its conventions.

After debuting at Romaeuropa Festival in 2013 with his company La Veronal and the recent success of Notte Morricone with Aterballetto, Marcos Morau pays tribute to another master of our time with his most ambitious creation yet: 33 dancers from the Ballet Nacional de España (now directed by Rubén Olmo) and 9 live musicians on stage in an attempt to achieve the impossible—bringing photographs to life, making them dance, building a universe where images melt, multiply, and take breath and flesh.

“Inspired and fascinated by the books Ángel Gitano and Mil Besos, I couldn’t simply replicate so much beauty. The masterful photo sessions by Ruven Afanador in Andalusia are unrepeatable: unrepeatable is the alchemy that arose between the photographer and charismatic figures like Israel Galván, Matilde Coral, Eva Yerbabuena, José Antonio, or Rubén Olmo himself. My journey begins where those sessions end, when I stop dreaming of them, unable to recall every detail or retrace a logic that has been lost along the way. And that’s when the desire to wake up is born. (…)

I studied photography and am the grandson of a photographer. Even though I never practiced it professionally, photography has always been present in my work as a creator of worlds and director. Thanks to Afanador’s incredible evocative and theatrical power, I was led to reflect on the vital kinship between photographic and choreographic composition: the carnal challenge they share in capturing life—that which, by definition, resists being captured,” says Morau.

Ruven Afanador sees flamenco as a mirage.
I try to translate that mirage into gesture and sound.
Marcos Morau

Tickets from €20 to €85
September 4 & 5, 2025 | 8:00 PM | Teatro dell’Opera di Roma

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