TRE MOTIVI PER NON PERDERE FURIA DI LIA RODRIGUES
Per la sua energia, quella necessaria a superare qualsiasi momento difficile della vita, quella capace di sprigionare sogni, possibilità di fuga, voglia di uguaglianza e di amore, costruendo attraverso un tribalismo inventato il luogo dove riflettere sulla nostra realtà quotidiana;
Per l’idea di arte che nutre il lavoro e tutta l’attività di Lia Rodrigues impegnata dal 2004 nella Favela di Marè (qui una gallery su il Post.it e foto a seguire di Mario Tama/Getty Images) e in un percorso che coniuga pedagogia e danza, creazione artistica e cittadinanza consapevole e che si radica profondamente nel territorio che lo ospita, costruendo un dialogo con gli spettatori;
Perché è lo spettacolo che inaugura il REF19 e non potete non festeggiare con noi l’inizio di questa nuova avventura!
(Lunedì 16.09 lo presentiamo in Opificio Romaeuropa alle ore 12:00 assieme a Lia Rodrigues e con Akram Khan che ci racconterà invece del suo Xenos – al Teatro Argentina da mercoledì 18)
TRE MOTIVI PER NON PERDERE INOAH DI BRUNO BELTRAO
Perchè siamo ancora in Brasile: Inoah (“erba alta”, in lingua Tupi), titolo dello spettacolo, deriva dal nome di un quartiere di Marica, vicino a Niterói a 40 minuti da Rio (dove Bruno Beltrao è nato e cresciuto e dove si è appassionato alla danza sin dall’età di 10 anni). Un paesaggio circondato da montagne che Grupo de Rua (la compagnia fondata dal coreografo brasiliano) ha ammirato, vissuto e trasportato sul palco, attraverso una striscia di schermi che, come finestre, sembrano affacciarsi su questo lato del mondo, sul suo cielo, sulla sua natura.
Perchè «Sembra di ritrovare l’energia di Hofesh Shechter versione street style» così Toute La Culture ha commentato Inoah «è come una storia della violenza delle origini ai giorni nostri raccontata da dieci ragazzi». Una danza poetica, riflessiva, astratta e profondamente legata alle radici urbane: insomma per capire meglio il secondo motivo forse è meglio dare un’occhiata a questo video.
Per i 10 interpreti di questa pièce – Bruno Duarte, Guilherme Nobre, Douglas Santos, Eduardo Hermanson, Joao Chataignier, Leandro Gomes, Leonardo Laureano, Alci Junior ‘Kpue’, Ronielson Araujo ‘Kapu’, Sid Yon – per il loro talento e la loro tecnica capace di generare una danza di «bagliori e sospensioni improvvise, di angoli acuti e pruriti ossessivi, di impulsi verso lotte furtive e atmosfere quasi sinfoniche» come racconta La libre.