La danza contemporanea ci piace da sempre. Amiamo incontrare nuovi artisti, riconoscere l’estetica e i ritmi dei grandi nomi della danza internazionale scoperti dal festival, affezionarci, emozionarci con portentosi suoni elettronici o farci ipnotizzare da danze minimali e rigorose sotto la cui coltre lucida e folgorante si nasconde il calore del corpo con tutti i suoi affetti, le sue emozioni, la sua forza, le sue debolezze.
Dancing days è un focus del festival, ma potrebbe essere il nome di tutta questa settimana di REf18 che non a caso si aprirà il 17 ottobre con Grand Finale, ultima fatica del coreografo britannico Hofesh Shechter. Romaeuropa Festival lo scoprì per la prima volta nel 2009 con le coreografie Uprising e In your Rooms; una folgorazione, confermata nel 2001 dal capolavoro Political Mother: un tripudio di bassi portentosi, atmosfere tenebrose squarciate da improvvisi raggi di luce, potente come quella del sole, coreografie di masse tribali, impulsive scomposte, ma sorrette dalla maestria di Hofesh Shechter, presto diventato un punto di riferimento per la danza contemporanea internazionale (ospite del Festival anche con Sun e Barbarians).
Compositore oltre che coreografo e danzatore, Shechter ha sempre dimostrato di saper unire la grammatica della danza a quella della musica, coniugando una visionarietà da rockstar ad un’intelligenza estremamente fisica in cui corpo e sudore sanno trasformarsi in idee e riflessioni importanti quanto necessarie. Ospitato dal Teatro Olimpico fino al 19 ottobre Grand Finale sembra riportarlo all’impulisività delle origini: in scena una danza per l’apocalisse, un walzer sull’orlo del precipizio, per celebrarle la costante sensazione di un’imminente fine del mondo che accompagna tutte le epoche e tutte le civiltà. Come salvarci dalla catastrofe? Come danzare la fine dei tempi? Se dobbiamo immaginare una fine, che sia allora grandiosa come questa festa per 10 danzatori e 6 musicisti!
Ma Dancing days, dicevamo, è uno dei focus che costallano REf18. Curato da Francesca Manica porterà a Roma dal 18 al 21 ottobre in scena al Mattatoio (Testaccio) – hub della nuova creatività di REf18 – il meglio delle nuove tendenze della danza europea. Accanto al mondo di Hofesh Shechter allora eccoci danzare intorno a nuove intuizioni e a nuove forme radicali che mixano linguaggi ed estetiche. Corpi, prima di tutto, che si affermano per la loro rinnovata forza politica, per la loro nudità in grado di accompagnarci nella bellezza di piccole intimità, di farsi mezzo per l’ascolto musicale, oppure di farsi carico simbolicamente di tutti i corpi che abitano il nostro presente. Sono gli spazi dei rituali personali disegnati da Sara Sguotti in S.rituale (18.10), gli sguardi sulla rappresentazione del corpo femminile (e la conseguenza affermazione di una rappresentazione della bellezza della donna autonoma dal piacere maschile) raccontata dall’olandese Keren Levi (18.10) nel suo The Dry Piece | XL Edition, o, ancora, i luoghi della mente e del cuore in cui ci porta Luna Cenere con Kokoro (20.10).
Attesissimo il ritorno di Christos Papadopoulos, coreografo greco, tra i più acclamati della sua generazione. Il suo Opus (19.10) sembra creare un legame fisico indissolubile tra musica e corpo, lasciando che quest’ultimo si trasformi in ulteriore elemento centrale all’ascolto di un capolavoro come l’Arte della Fuga di Johan Sebastian Bach. Più ironici sono la norvegese Ingrid Berger Myhre che nel suo Blanks (20.10) riflette sulla possibilità del linguaggio di manipolare la visione di uno spettacolo di danza, e il duo Dominik Grünbühel e Luke Baio (21.10) che tra luci, effetti video e fumo ci fa tuffare negli anni ’90, nelle sue musiche e nelle sue estetiche per ritrovare la forza di una generazione insieme ai suoi desideri e i suoi fallimenti.
A chiudere il focus, al Teatro Vascello il 20 e il 21 ottobre è Salvo Lombardo con il suo Excelsior. Più che rileggere il Gran Ballo Excelsior, simbolo coreografico dell’Ottocento, il coreografo italiano sembra inserirlo in una centrifuga per estrarne i temi portanti, i gesti e le idee che hanno costituito il racconto di un occidente volto alla celebrazione del progresso. Rivoluzione industriale, imperialismo coloniale, identità nazionale cosa ereditiamo oggi da questi ideali, e in che modo essi hanno plasmato il modo con cui ci relazioniamo con l’altro, con cui l’Europa dialoga con le nazioni extraeuropee, con cui ingloba l’esotico?
Dancing days è anche Community: si svolgerà il 21 ottobre, la presentazione dei lavori dei tre finalisti di DNAppunti coreografici, bando di sostegno ai futuri coreografi italiani realizzato in network con Cango/Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza Firenze, il Centro per la Scena Contemporanea/Operaestate Festival del Comune di Bassano del Grappa, L’arboreto – teatro dimora di Mondaino, Gender Bender di Bologna e la Triennale di Milano. Gli artisti selezionati per l’edizione 2018 sono: Simone Cisternino, Marina Donatone, Siro Guglielmi, Riccardo Guratti, Masako Matsushita ed Elena Sgarbossa.
Ancora aperte le iscrizioni al laboratorio Vis à Vis realizzato da Teatro e Critica e guidato da Gaia Clotilde Chernatich. A lei il compito di seguire un gruppo di spettatori durante i Dancing days, fino a un incontro pubblico con gli artisti finalisti di DNAppunti coreografici, in attesa della premiazione…
A cura di Matteo Antonaci
INTANTO…
In programma per REf18 in Auditorium Parco della Musica dal 2 al 4 novembre.
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Con The Gospel according to the other Mary, John Adams affronta – su libretto di Peter Sellars – il tema della Passione di Cristo. Questa storia, pilastro della cultura occidentale, tramandata per millenni in tutto il mondo, è affrontata dal compositore americano, tra i più conosciuti e apprezzati, focalizzando l’attenzione su Maria Maddalena, sua sorella Marta e Lazzaro. Eseguita per la prima volta in Italia con l’Orchestra e il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia, The Gospel è un’opera epica e magnificente, riassunto di tutto il percorso di un compositore la cui creatività sembra non avere limiti.
Domenica 21 ottobre • h 10:00 • Teatro Vascello ingresso gratuito
Una mattinata di discussione dal titolo Around Excelsior, a cura della storica dell’arte contemporanea Viviana Gravano (Cultural Advisor del progetto Excelsior), dell’Antropologa Contemporanea Giulia Grechi e del performer e coreografo Salvo Lombardo. La giornata di incontri sarà strutturata in maniera non-convenzionale, nel senso che nella sua organizzazione concettuale e spaziale si allontanerà dal format ‘convegno’, per proporre modalità sperimentali di riflessione e confronto non frontali, improntate a una logica di coinvolgimento e interattività tra relatori e pubblico, e centrate sulla contaminazione tra discorso teorico e pratiche artistiche. La mattinata di incontri è prodotta da Chiasma e Routes Agency. Cura of Contemporary Arts.