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Afropolitan
MACRO Testaccio - La Pelanda
31 Ottobre 2015

BLK JKS


BLK JKS

Con un album e due EP prodotti tra il 2009 e il 2010 dalla Secretly Canadian, la band sudafricana BLK JKS -da pronunciare Black Jacks- ha letteralmente stregato la stampa internazionale, imponendosi tra le realtà più interessanti nel panorama della contaminazione musicale africana. “After Robots”, il loro unico disco, conquista in quegli anni Rolling Stone -con tanto di copertina dedicata- e si lascia etichettare dalla più snob Pitchfork come: «Un’opera estremamente ambiziosa, con incursioni in picchiata nel kwaito, nello ska, nelle atmosfere reggae, nel jazz e nel prog». Non a caso, il noto dj globe-trotter Diplo dopo averli scoperti decise di presentarli al mondo definendoli i TV On The Radio sudafricani. “Lakeside”, uno dei brani di questo disco, è parte della colonna sonora del videogame Fifa 2010, quasi a sottolineare l’anima pop e al contempo estremamente eclettica della band. Astraendosi dal territorio d’origine, ma solo per ricaderci dentro con una furia capace di far esplodere e rinnovare potentemente la tradizione, i BLK JKS costruiscono un universo musicale nuovissimo e, soprattutto, non incasellabile in nessun genere. Dopo ben cinque anni di silenzio interrotti da brevi collaborazioni -dalla release di mixtape come “Africa in your Earbuds” e, recentemente, dall’apertura del concerto nello stadio di Johannesburg dei Foo Fighters per volontà di Dave Grohl- la band formata da Mpumelelo Mcata -recentemente impegnato in veste di regista con il film “Black President”- Molefi Makananife, Tshepang Ramoba, Hlubi Vakalisa e Tebogo Seitei, arriva a Romaeuropa Festival nella line up di Afropolitans per presentare dal vivo il nuovissimo album. Un live che, ancora una volta, promette di sovvertire, attraverso quel mood di matrice africana, gli stilemi dell’alternative rock o, come presagiva nel 2010 Rolling Stone, di affermare i BLK JKS come la rock ‘n’ roll band che stavamo aspettando dopo gli Smiths, i Cure e il crollo dei Doors.

Curatela Mauro Zanda

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