Ciclo liederistico tra i più raffinati e intriganti del Novecento, “Harawi” di Olivier Messiaen, dalla sua dimensione puramente musicale trova la scena, trasformato da Santasangre in un’opera multimediale, tra teatro, performance, musica e video. Compositore di enorme cultura e tecnica musicale, Messiaen potrebbe essere definito il cantore dell’amore.
In primo luogo dell’amore sacro, poi dell’amore per la natura, compreso l’uomo e le sue sofferenze, e anche dell’amor profano. A questo ultimo tema, stimolato dalla leggenda medioevale di “Tristano e Isotta” e dalla sua trasposizione in musica di Richard Wagner, Messiaen dedicò un trittico di partiture, aperto da “Harawi” e di cui fanno parte anche la “Turangalîla Symphonie” e “Cinq rechants”. Tuttavia “Harawi” sin dal titolo si ispira anche al folclore musicale amerindio e ai miti di amore e morte peruviani, decantando le caliginose atmosfere wagneriane in una luminosità simbolica e ispirata.
Su questo ciclo di canti (Lieder) pensato per una esecuzione solo musicale, il collettivo Santasangre crea una partitura visiva, che viaggia di pari passo con l’esecuzione dal vivo del soprano Matelda Viola, accompagnata al pianoforte da Lucio Perotti. Una azione scenica avvolta da proiezioni video per evocare le forze che animano la partitura attraverso un lavoro sui corpi di nitido minimalismo. La paletta simbolica messa in campo da Messiaen si dipana mostrando la straordinaria quotidianità dell’amore privo di senso di colpa che, circondato dall’indifferenza, fa germogliare il suo valore eterno, oltre la morte.
Testo e Musica Oliveir Messiaen
Soprano Matelda Viola
Pianoforte Lucio Perotti
Ideazione Diana Arbib, Luca Brinchi, Dario Salvagnini, Roberta Zanardo
Con Maria Teresa Bax, Marcello Sambati, Antonello Compagnoni, Monica Galli
Produzione Sagra Musicale Malatestiana e Santasangre
Con il contributo della Regione Lazio
Con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Snob production/MIT